(UMWEB) Perugia. La Prima commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Andrea Smacchi, ha ascoltato questa mattina il commissario liquidatore Domenico Rosati (Trasimeno, Subasio, Onat (Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte), in rappresentanza anche delle altre Comunità montane dell’Umbria, sul “Piano unico di liquidazione” e sullo stato della riforma delle Comunità.
Dall’informativa del COMMISSARIO LIQUIDATORE è emerso che “il sistema complessivo delle Comunità montane umbre (patrimonio, crediti, debiti) ha un residuo positivo di oltre 3milioni di euro. Con ulteriori 800mila euro relativi a mutui di cui dovrebbero farsi carico i Comuni. Rispetto a tutto ciò rimangono aperti alcuni contenziosi (che ammontano a qualche milione di euro), anche giudiziari, sul cui esito non ci sono al momento certezze. La legge regionale prevede l’utilizzo di un fondo patrimoniale per riportare in equilibrio il sistema”.
L’ASSESSORE REGIONALE ha poi specificato che “la Comunità montana del Trasimeno si è trovata in una situazione molto seria. Anche dopo la vendita degli immobili la sua condizione patrimoniale si è rivelata insufficiente a pagare spese e debiti dell’ente. È in corso un'attività di mediazione con gli istituti di credito che però deve trovare ancora una conclusione. Abbiamo cercato di vedere se l'intero sistema della Comunità, con un piano unitario, poteva fare fronte a queste difficoltà. La legge regionale ‘14/2018’ ha affrontato definitivamente la questione Comunità montane: il personale e le funzioni che ancora oggi vengono gestite dalle Comunità passeranno entro l’estate ad Afor (Agenzia forestale regionale). Si procederà poi a gestioni puramente liquidatorie di quanto è rimasto. Resterà un contingente minimo di personale che aiuterà i commissari liquidatori. Andrà risolto il problema delle tesorerie separate, cercheremo di provvedere con l’assestamento al bilancio 2019”.
Rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri Leonelli (Pd), Ricci (misto Rp Ic), Carbonari (M5S), Rometti (Ser) e Chiacchieroni (Pd), Rosati e Bartolini hanno infine messo in evidenza che “i debiti della Comunità montana del Trasimeno risalgono ad altri tempi: essa aveva un fatturato di quasi 50milioni di euro all’anno. Però sono poi intervenuti dei cambiamenti. Il Governo nazionale ha tagliato oltre 1,2 milioni di euro, che era la rata annuale di mutuo pagata dalla Comunità. La stretta sulla finanza pubblica ha poi portato i Comuni ad avere problemi nella gestione del verde e in alcuni investimenti, settori nei quali le Comunità hanno svolto un ruolo di surroga. Anche la Regione si è trovata a dover tagliare alcuni contributi: ha però scelto di creare l’Agenzia forestale per non mandare a casa i dipendenti forestali, garantire dei servizi e non mettere sulla strada tante famiglie. Al momento la Comunità del Trasimeno ha il conto di tesoreria bloccato, se vanno in porto alcuni bandi di liquidazione e i Comuni pagano alcuni lavori fatti, nel giro di pochi mesi dovremmo ottenere lo sblocco del conto”.