(ASI) Perugia "Attraverso questa iniziativa la Regione Umbria ha voluto non lasciare sole le famiglie che si trovano ad affrontare delle difficoltà con i loro ragazzi.
Attraverso questo progetto abbiamo quindi deciso di affrontare un tema molto delicato e importante perché, a volte, i nostri giovani, anche attraverso il loro disagio, ci chiedono di aprire con loro un dialogo": lo ha detto la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari, intervenendo all'incontro conclusivo del progetto regionale "Cosa (non) ci vogliono dire: mondo giovanile e nuovi linguaggi", dedicato alla prevenzione del disagio giovanile, che si tenuto nel pomeriggio di oggi, martedì 31 marzo, a Perugia. Il progetto ha coinvolto 6 Comuni capofila delle Zone sociali che hanno aderito alla proposta formativa rivolta a genitori, insegnanti ed educatori del territorio per approfondire il rapporto fra mondo giovanile e linguaggi della rete. All'incontro, oltre alla vicepresidente con delega alle politiche giovanili, Carla Casciari, sono intervenuti la responsabile della formazione e del progetto, Paola Bianchini, Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, responsabile di Centri per la cura dei disturbi del comportamento alimentare, la coordinatrice organizzativa del progetto, Michela Angeletti, e il consulente in comunicazione digitale, Marco Morello. La vicepresidente Casciari, nel corso del suo intervento ha ricordato che l'idea di dar vita al progetto nasce dall'esigenza di analizzare il bisogno naturale alla comunicazione e la deriva che questa assume in età adolescenziale, per poi fornire agli insegnanti, ai genitori e a tutti gli adulti interessati, gli strumenti per interpretare questa esigenza. Nel corso degli incontri, tutti a partecipazione gratuita, sono stati trattati vari temi con un itinerario verso la comprensione della complessità e la ricchezza della comunicazione giovanile, anche attraverso l'analisi dei nuovi linguaggi della rete e degli strumenti offerti dalla tecnica. "Ci sembrava importante attivarsi sul tema del disagio giovanile con il supporto di professionisti – ha spiegato la vicepresidente. Le nuove generazioni sono sempre 'collegate' alla rete ed agli strumenti informatici e per gli adulti è diventato sempre più difficile trovare un linguaggio comune. La Regione Umbria continua a dedicare grande attenzione alle problematiche giovanili e alle esigenze delle famiglie. Un impegno che si concretizza anche attraverso interventi per il diritto allo studio, per le mamme lavoratrici, per la conciliazione dei tempi di lavoro e per la cura della famiglia, per il supporto agli anziani".
Proseguendo la vicepresidente ha evidenziato che "i progetti regionali di sostegno alla genitorialità, si incastrano con altre iniziative gestite dai Comuni per supportare le famiglie nell'ambito dei propri territori e che la giunta regionale ha approvato e ammesso a finanziamento per un ammontare complessivo di 82 mila euro, altre 10 nuove iniziative. Si tratta di un ulteriore impegno per andare incontro alle famiglie umbre – ha concluso la vicepresidente - con un'attenzione particolare proprio per i nuclei con figli minori a carico. Le famiglie hanno bisogno, oggi più che mai, dell'attenzione delle istituzioni che non vuol dire solo sostegno economico, visto che l'aggravarsi della crisi ha reso più fragili i nuclei familiari".