BoriIl capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori, critica l’Esecutivo regionale per la gestione dell’emergenza Covid-19. Per Bori “in Umbria serve urgentemente chi governa, non chi passa le giornate a lamentarsi e a fare campagna elettorale sulla pelle degli umbri”.

 

(UNWEB) Perugia, -  “Basta con le polemiche di parte e lo scaricabarile inconcludente: in Umbria serve urgentemente chi governa, non chi passa le giornate a lamentarsi e a fare campagna elettorale sulla pelle degli umbri”. Lo afferma il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori, criticando l’Esecutivo regionale per la gestione dell’emergenza Covid-19.

Il consigliere regionale Pd ricorda che “un mese fa, mentre in Umbria si riuniva per prima volta la task force contro il Coronavirus, l'assessore (per caso) alla Sanità postava i suoi aperitivi dal Veneto con i militanti della Lega e le raccolte firme ai gazebo in sostegno a Salvini. Fino a pochi giorni fa il geometra veneto propagandava la privatizzazione della Sanità umbra prendendo a modello quella lombarda che però, alla luce dell'emergenza, si è rivelata fragile proprio per l'eccessiva presenza del privato.  Oggi, in piena pandemia, nel momento in cui servirebbe la massima coesione e il coordinamento di tutti i livelli istituzionali, Luca Coletto è impegnato in continui e sterili attacchi al Governo. Vizio che sembra aver trasmesso, purtroppo, anche alla presidente della Giunta, Donatella Tesei”.

“Mentre il personale sanitario umbro sta dando un grande esempio di professionalità e generosità, - osserva Bori -  alla prova dei fatti la catena di comando veneta, composta da assessore, direttore e staff d'importazione padana, si è rivelata fallimentare nel gestire un'emergenza annunciata, rischiando così di vanificare l'impegno sovrumano di tutti gli operatori sanitari. Arrivati in Umbria da pochi mesi, anziché mettersi allo studio e all'ascolto di una realtà per loro nuova e sconosciuta, hanno pensato di chiudere la cabina di regia dell’emergenza Covid-19, rendendola impermeabile a qualunque sollecitazione esterna non gradita, e promuovere una serie di scelte dubbie in termini di efficacia e reattività. Oggi ci si risveglia dal torpore, dopo aver bruciato più di un mese di tempo prezioso e, invece di chiedere scusa per i ritardi accumulati e le continue retromarce decisionali, si cerca di coprire le proprie mancanze puntando il dito contro il Governo”.

Per Tommaso Bori “solo adesso, cioè tardi, si scoprono le urgenze del sistema sanitario regionale per affrontare al meglio l'emergenza Coronavirus e che noi stiamo sollecitando da settimane. Dall'inizio dell'emergenza permangono sul tavolo le stesse criticità: la necessità di maggiori posti in rianimazione e terapia intensiva, la mancanza di mascherine e protezioni, la richiesta di aumento dei tamponi, la stesura di protocolli chiari ed omogenei in tutti i territori. I lunghi weekend in Veneto e le settimane corte in Umbria hanno messo in secondo piano i problemi solo nell'agenda dell'assessore Coletto, per il resto degli umbri sono sempre rimasti delle priorità. Di questo atteggiamento dirigista e, purtroppo, privo di risultati concreti la Regione (e in particolare la sua sanità) è già stanca: gli operatori sanitari che sono in prima linea rifiutano l’idea di una gestione calata dall’alto da chi ha poca conoscenza e dimestichezza con la fitta rete, fatta di persone, strumentazioni e strutture, della sanità pubblica”.


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