Pastrelli5Il capogruppo Stefano Pastorelli, a nome del gruppo consiliare regionale della Lega, annuncia la presentazione di un'interrogazione con cui chiede alla Giunta di Palazzo Donini di chiarire “quali provvedimenti disciplinari sono già stati adottati o sono in itinere nelle fasi procedimentali, nei confronti dei dipendenti pubblici che risultano coinvolti nella cosiddetta ‘sanitopoli’ umbra”.

 

(UNWEB) Perugia, - “Quali provvedimenti disciplinari sono già stati adottati o sono in itinere nelle fasi procedimentali, nei confronti dei dipendenti pubblici che risultano coinvolti nell’inchiesta della magistratura che ha interessato di recente la sanità, cosiddetta ‘sanitopoli’ umbra?”. Lo chiede, attraverso un’interrogazione alla Giunta di Palazzo Donini, il capogruppo regionale Stefano Pastorelli, a nome del gruppo Lega.

“Con questo atto ispettivo – spiega Pastorelli – intendiamo fare chiarezza rispetto a principi di trasparenza e legalità ai quali è chiamato il nuovo governo regionale di centrodestra. Lo scandalo ‘sanitopoli’ ha portato alla luce tutti i lati oscuri di un sistema che, sulla base degli elementi emersi, sembra essere stato appositamente messo in piedi per rendere la sanità umbra il bacino di voti della sinistra. Oggi quel meccanismo è stato smontato grazie all’azione della magistratura e grazie al voto democratico espresso alle successive elezioni anticipate che hanno estromesso i partiti coinvolti nell’inchiesta dal governo della Regione e affidato alla Lega e alle forze di centrodestra la guida dell’Umbria. Dobbiamo però continuare a lavorare affinchè vengano rilevate tutte le responsabilità e che chi ha sbagliato, paghi”.

Nel testo dell’interrogazione – continua il consigliere regionale – viene posto in evidenza come a seguito dell’inchiesta che ha portato nell’aprile 2019 agli arresti domiciliari per alcuni esponenti di spicco del mondo politico umbro, portando alle dimissioni della Presidente della precedente Giunta, siano stati indagati anche numerosi dipendenti pubblici, accusati anch’essi con vari capi d’imputazione, di aver contribuito ad impedire il regolare svolgimento dei concorsi pubblici nella sanità regionale umbra, condizionandone gli esiti. Per raggiungere lo scopo, secondo l’accusa, i vertici politici e quelli aziendali nominati dai primi, già dall’inizio del 2018 si associavano tra loro in una rete di sistema, al fine di commettere una serie di delitti contro la Pubblica Amministrazione finalizzati alla manipolazione sistematica dei concorsi pubblici banditi dall’Azienda ospedaliera di Perugia e dall’Usl Umbria 1, con l’obiettivo precipuo di garantire la vittoria o il posizionamento utile in graduatoria dei candidati predeterminati dagli stessi associati. Sono nove le persone per cui viene configurata dall’accusa l’associazione a delinquere, almeno dieci le procedure di selezione del personale condizionate illecitamente, oltre 40 i capi d’imputazione e 45 gli indagati definitivi nell’inchiesta che ha visto concludere di recente la fase delle indagini preliminari”.

“All’avviso della conclusione delle indagini preliminari – spiega Pastorelli – tra questi risultano indagati oltre il direttore regionale della sanità, dodici medici, con ruolo anche di direttori e/o professori, cinque dirigenti e due dipendenti, il direttore generale, il direttore sanitario e quello amministrativo dell’Azienda ospedaliera di Perugia; due dirigenti, un responsabile ed un dipendente della Usl n.1; il commissario, ex direttore generale Usl n.1, un dirigente ed un coordinatore dell’Azienda Ospedaliera di Terni; un dirigente ed un dipendente della Regione Umbria”.


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