Il capogruppo M5S all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Thomas De Luca, chiede “l'immediata calendarizzazione della proposta di legge Bori per il taglio delle indennità”. De Luca annuncia inoltre la presentazione di una mozione per “imporre un tetto massimo alle retribuzioni pari a 62mila euro annui lordi, comprensivi di bonus ed integrazioni di varia natura, relativamente alle nomine espresse dal presidente della Giunta”.
(UNWEB) Perugia, - “Gli umbri si sono stufati dei privilegi e di una politica sempre più distante, come mero esercizio del potere. Il voto del Referendum sul taglio dei parlamentari è stato un segnale chiaro e preciso. Su questa sfida il M5S non si tira indietro”. Lo dichiara il capogruppo del Movimento 5 Stella all’Assemblea legislativa, Thomas De Luca, annunciando che “è ora di dare delle risposte concrete che vadano oltre le schermaglie politiche e le ipocrisie di alcuni. E' ora di separare il grano dalla crusca, di chiamare alcuni esponenti della Lega a dar seguito con i fatti alle parole”.
Per questo De Luca “chiede l'immediata calendarizzazione della proposta di legge Bori per il taglio delle indennità. Non chiederemo a questi signori di fare nè più nè meno di quello che noi già facciamo da anni: tetto massimo a 3.250 euro netti, contributi previdenziali minimi e rendicontazione pubblica, puntuale e trasparente del forfettario delle spese di esercizio mandato. Dall'insediamento dell'Assemblea legislativa dopo il voto dello scorso mese di ottobre, il sottoscritto ha restituito fino ad oggi 11.700 euro. Negli ultimi 5 anni i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno restituito 101.704,29 euro”.
Secondo Thomas De Luca “il caso montato intorno al presidente dell'Inps Tridico chiede un impegno ancora più deciso fissando il tetto massimo degli stipendi ai nominati dalla politica regionale umbra a 62mila euro. Non ci sarebbe neanche bisogno di spiegare che 150mila euro sono pure pochi per chi guida un ente che gestisce la quasi totalità della previdenza italiana, con un bilancio che si aggira intorno ai 240 miliardi di euro e 28.862 dipendenti. E che a seguito dell'emergenza Covid l'Istituto di previdenza si è trovato a gestire in piena pandemia una mole di lavoro gigantesca rispetto all'ordinario, basti pensare che tra gennaio e agosto 2020 le ore di cassa integrazione autorizzate sono state oltre 3 miliardi con un aumento del 988 percento rispetto all'intero 2019. Rispetto alla polemica che ha scatenato lo sdegno della Lega Umbria ricordiamo che a maggio 2019 Tridico era stato nominato come ‘organo munito dei poteri del cda’ in ticket col vice Adriano Morrone in quota Lega. Il decreto 4/2019, approvato da Lega e M5S, stabiliva gli stipendi ‘senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’ e senza effetto retroattivo. Al netto della solita propaganda e alcune diffamazioni a mezzo stampa, condividiamo l'appello alla frugalità e al buon esempio da parte di chi è chiamato a gestire la cosa pubblica soprattutto in un periodo in cui il paese vive un momento di difficoltà”.
Il capogruppo regionale M5S informa quindi di aver “presentato una mozione che impegna la Giunta regionale ad imporre un tetto massimo alle retribuzioni annue pari a 62mila euro lordi comprensivi di bonus ed integrazioni di varia natura relativamente alle nomine espresse a norma di legge dal presidente della Giunta regionale, a cominciare dai più stretti collaboratori, dai membri del gabinetto della presidente, ai vari amministratori di aziende ed enti strumentali della Regione Umbria. In modo da accogliere e mitigare lo sdegno espresso sulle pagine social dal gruppo Lega Umbria nonché da una pluralità di rappresentanti nazionali e regionali rispetto alle indennità degli amministratori pubblici nominati in carica da organi politici. Nel frattempo i Comuni alluvionati dell'Umbria meridionale non hanno visto un euro di quelli promessi e la Lega non ha ancora dichiarato lo stato d'emergenza”.