Paparelli PDIl consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd) denuncia che “l’Azienda Ospedaliera di Terni è ormai da giorni sottoposta ad un forte stress organizzativo e sanitario che rischia di portarla verso il collasso”. Per Paparelli “serve una seria pianificazione che permetta di gestire la nuova ondata di contagi senza arrivare a smantellare gli ospedali, cosa che avrebbe dovuto essere fatta da mesi”.

 

(UNWEB) Perugia,   “L’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni è ormai da giorni sottoposta a un forte stress organizzativo e sanitario che rischia di portarla verso il collasso”. E’ quanto denuncia il consigliere regionale del Partito democratico, Fabio Paparelli, sottolineando che “serve al più presto una seria pianificazione che permetta di gestire la nuova ondata di contagi Covid senza arrivare a smantellare gli ospedali ed esporre sia gli operatori e che i cittadini a forti rischi per la propria salute. Cosa che avrebbe dovuto essere fatta da mesi, in previsione di questa annunciata fase delicata”.

“Nonostante – spiega Paparelli - le pressanti sollecitazioni di sindacati di categoria, operatori della sanità umbra e delle stesse forze di opposizione, la Giunta regionale continua a non fornire risposte adeguate rispetto alla straordinarietà della situazione, che si è venuta a creare anche a causa della mancata programmazione che era possibile mettere in atto sin dalla scorsa primavera. Il caso dell’ospedale di Terni, ormai prossimo alla saturazione, potrebbe essere solo il primo caso di una lunga serie di strutture non più in grado di reggere l’onda d’urto della pandemia”. 

“Considerando che, ad oggi, - prosegue Paparelli - a Terni, i posti letto di terapia intensiva risultano già tutti occupati, così come quelli dei reparti di Malattie infettive e Pneumo-Covid e 14 dei 17 posti letto del Reparto Covid 1 risultano già occupati, la situazione appare davvero seria e preoccupante. Grazie all’infaticabile impegno degli operatori del Santa Maria, si starebbero cercando soluzioni in corsa per aggiungere altri 21 posti letto di terapia intensiva, attraverso l'utilizzo della Recovery room del blocco operatorio e delle sale operatorie, che costerà una drastica riduzione delle attività chirurgiche, oltre che con l'accorpamento di reparti e il trasferimento di alcuni pazienti ad Orvieto”. 

“Ad oggi – continua Paparelli - gli stessi operatori sono ancora in attesa di indicazioni dalla Regione circa la chiusura degli accessi ospedalieri per il personale non sanitario e che faccia chiarezza sul livello di riduzione delle prestazioni sanitarie non Covid. Alla luce di tutto ciò, - conclude - non aver accolto la proposta che avevamo avanzato la primavera scorsa, che prevedeva l’utilizzo dell’ex milizia di Terni, in parte già predisposta per affrontare questa emergenza, appare una grave negligenza e una responsabilità politica che qualcuno dovrà assumersi”


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