I numeri del fondo attivato dall'ente regionale gestito dalla finanziaria Gepafin
L'assessore alle politiche abitative: ha permesso l'acquisto di 260 appartamenti tra 2010 e 2014
(ASI) – Perugia, . – "Il mutuo garantito prima casa ha attivato l'acquisto, nel periodo 2010-2014, di 260 appartamenti". L'assessore regionale alle politiche abitative Stefano Vinti giudica questo risultato molto positivo. "Mentre – ha continuato Vinti – sono in elaborazione i dati dei primi mesi del 2015 tutto lascia pensare che siamo vicini a 300 mutui attivati con un volume di centinaia di milioni di euro in movimento".
"La Giunta regionale – ha sottolineato l'assessore – ha attivato un fondo per offrire garanzie sui mutui ipotecari, stipulati dai cittadini per l'acquisto della prima casa. Con questo fondo, gestito dalla finanziaria regionale Gepafin, la Regione garantisce le banche, in una fase molto critica, dove sono note le difficoltà delle imprese e delle famiglie, ad attivare dei mutui negli istituti di credito, del pagamento della rata del mutuo per coloro che intendono acquistare la prima casa. La Regione copre fino ad un massimo di 25 milioni di euro complessivi".
"Il mutuo garantito – ha ricordato Vinti – è una ulteriore garanzia rispetto all'ipoteca e consente alle banche di fare finanziamenti di oltre 20 anni, quindi con una rata mensile contenuta, tassi molto bassi e costi di istruttoria delle pratiche convenzionati. Possono accedere al mutuo garantito le famiglie non proprietari o comproprietari di altre case e il cui reddito complessivo non superi come valore Isee i 28 mila euro".
"Il mutuo garantito prima casa – ha concluso l'assessore alla casa della Regione Umbria – ha una doppia valenza. È anticiclico, cioè sollecita investimenti, in particolare nel settore del ciclo delle costruzioni così martoriato dalla crisi e dalle politiche di austerità ed inoltre sorregge le decisioni delle banche di accendere il mutuo anche per tanti cittadini e famiglie più deboli che vogliono acquistare la prima casa ma sono colpiti dalla precarietà del lavoro".