(UNWEB) È iniziato ieri, in Seconda commissione, un percorso di audizioni per approfondire la linea di intervento ‘26’ del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) predisposto dalla Giunta regionale riguardante la gestione del ciclo dei rifiuti ed il revamping impiantistico. Alla riunione hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore all’Ambiente, Roberto Morroni ed il presidente di Auri, Antonino Ruggiano.
È stato il presidente Mancini a ricordare che “nel Pnrr regionale, per la gestione dei rifiuti e per il revamping impiantistico, sono state previste risorse che ammontano a circa 37 milioni di euro. I tempi di attivazione e cantierabilità sono previsti tra il 2022/’23, mentre i tempi di attuazione prevedono il 2026. La valutazione della Commissione – ha spiegato in apertura di seduta Mancini - riguarda l’inserimento degli impianti in un contesto armonizzato del sistema regionale dei rifiuti”.
L’assessore MORRONI ha spiegato che “l’elemento da considerare è lo stato in cui si trovano le nostre discariche: si tratta di tre impianti rappresentati da Borgogiglione, Belladanza e Le Crete. Allo stato dei fatti la quantità di conferimento in discarica che stiamo effettuando è di circa 200 mila tonnellate/anno di cui 150 mila di rifiuto urbano e 50 mila di rifiuti speciali. La situazione di maggiore criticità, alla quale dobbiamo guardare con attenzione, è quella di un potenziale, ravvicinato esaurimento delle stesse che metterebbe ovviamente in crisi il nostro sistema dei rifiuti. Questo al di là di quelle che saranno le strategie e le previsioni che inseriremo nel costituendo nuovo piano regionale dei rifiuti in fase di elaborazione, che ha una tempistica che ci porterà a fine estate per definire gli scenari attraverso i quali procedere al perseguimento di uno dei cinque obiettivi che ci siamo posti: la chiusura del ciclo. L’individuazione degli interventi nel Pnrr regionale si inseriscono in questo quadro, oltre a tenere conto degli indirizzi comunitari in materia di economia circolare e sostenibilità ambientale degli stessi impianti. Il tema centrale riguarda la produzione del Css, combustibile che rappresenta una modalità utile per poter operare con tempestività sulla riduzione dei quantitativi di materiale da smaltire in discarica. Si tratta tuttavia di una soluzione non definitiva al problema e soprattutto non rappresenta il veicolo attraverso il quale perseguire l’obiettivo della chiusura del ciclo poiché da stime, fatta 100 la quantità di materiale da utilizzare per produrre Css combustibile ne viene fuori il 36 per cento, con il 64 da conferire dunque in discarica. Si tratta quindi di un intervento utile da prevedere per scongiurare nel breve periodo una congestione degli impianti, ma non è la strada che ci permette di dire di aver trovato la soluzione. Le scelte fatte nell’elaborazione del documento, seppure non esaustive, indicano comunque, in questa fase, una linea prioritaria compatibilmente con il quadro complessivo che abbiamo di fronte. Insieme a questa Commissione è importante sviluppare un confronto dialettico e aperto su un tema importante come questo, auspicando che sia scevro da posizioni che prescindono da una esigenza di governare questo delicato settore”.
Il presidente di Auri, Antonino RUGGIANO, ha definito “condivisibili gli interventi previsti nel Piano. La situazione umbra – ha spiegato - è di chiara difficoltà prospettica, ma lo stato dei nostri impianti dispone di alti livelli di tecnologia e sono collocabili tra i migliori d’Europa. La Regione, quindi la Giunta ed il Consiglio devono predisporre un nuovo Piano regionale dei rifiuti poiché stiamo lavorando su uno troppo datato. Ogni intervento effettuato sugli impianti regionali deve essere inserito in un’ottica di lungo periodo affinché si prenda finalmente coscienza del fatto che gli impianti vanno considerati di carattere regionale e non locale. Ogni intervento diventa fondamentale solo se inserito in un contesto davvero regionale. I 92 sindaci umbri all’interno dell’Auri sono compatti nel chiedere alla Regione uno scatto verso un futuro ‘verde’. La Comunità Europea indica per il 2035 un conferimento in discarica del 10 per cento dei rifiuti, per questo serve una strategia di lungo periodo. Come Auri stiamo lavorando sul Piano d’Ambito e gli investimenti saranno legati al nuovo Piano regionale dei rifiuti. Insieme a nostri preparatissimi tecnici abbiamo messo sul tavolo una serie di prospettive in attesa che la Regione ci indichi la strada da seguire. Comuni e Regione stanno comunque lavorando insieme con l’obiettivo condiviso di risolvere questo annoso problema. Abbiamo tutti la grande responsabilità di salvaguardare la nostra ricchezza ambientale e di questo, al di là di ogni schieramento politico, siamo convintamente coscienti. La disponibilità delle risorse che arriveranno rappresentano un’occasione storica che non dobbiamo e non possiamo disperdere”.
Alla riunione ha preso parte anche il direttore regionale Stefano NODESSI: “l’impiantistica regionale – ha assicurato - si sta perfettamente adeguando alla migliori pratiche. L’impianto dell’Ambito 1 (Città di Castello) è all’avanguardia e gestisce il ciclo completo. Rappresenta un impianto modello. Unica criticità la discarica quasi in esaurimento. L’Ambito 2 (Perugino) ha visto il dissequestro della discarica di Borgogiglione ed ora l’impianto è ottimamente gestito; la discarica sta lavorando a pieno regime con una importante capacità residua di circa 230mila tonnellate. Quella di Ponterio, che serve Perugia, è stata adeguata all’abbattimento dell’impatto odorigeno con miglioramenti anche sull’aspetto estetico. Anche Gesenu si è messa in linea con le migliori pratiche. Nell’Ambito 3 (Folignate-Spoletino) è stato recentemente approvato un importante progetto di revamping, ci sarà un primo esperimento di recupero di materia. Se da un lato c’è la discarica di Sant’Orsola in chiusura dall’altro c’è un impianto all’avanguardia come quello di Casone in grado di gestire 30mila tonnellate di frazione organica. Infine l’Ambito 4 (Ternano) con l’impianto de Le Crete dove ha sede una eccellente discarica in cui si dà luogo a stabilizzazione oltre alla gestione della frazione organica. Mentre la selezione viene effettuata da Asm con eccellenti risultati che superano l’obiettivo regionale del 72,3 per cento. L’Ambito sta marciando molto bene. L’Umbria per la frazione organica si sta ben comportando, sulla stabilizzazione invece si registrano problemi nell’Ambito 2. Sul nuovo Piano rifiuti è in corso un approfondito lavoro con il Comitato tecnico e nulla è stato ancora deciso rispetto alla chiusura del ciclo. Abbiamo previsto alcuni scenari che stiamo valutando dal punto di vista della salute, dell’ambiente, dell’economia per poi sottoporre le proposte alla Giunta e al Consiglio regionale”.
Nel corso della riunione sono intervenuti con proprie considerazioni e per chiedere ulteriori chiarimenti ed approfondimenti sul tema, i consiglieri Michele Bettarelli (Pd), Vincenzo Bianconi (Misto), Thomas De Luca (M5S), Daniele Carissimi (Lega).
Il presidente Mancini, rispetto alla programmazione di nuove audizioni con i soggetti interessati alla materia, ha annunciato che alla riunione della prossima settimana verranno invitati i gestori degli impianti.