(UNWEB) Perugia. “La Giunta regionale dell’Umbria attivi le opportune interlocuzioni, nelle sedi istituzionali competenti, al fine di mantenere invariati i criteri di riparto del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) per gli anni 2021 e 2022”. Lo chiede, con una mozione rivolta all’Esecutivo di Palazzo Donini, il consigliere regionale di opposizione Andrea Fora (Patto civico).
Inquadrando il rischio di riduzione degli stanziamenti, Fora spiega che “il Ministro dell’Agricoltura ha trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni la nota che propone il cambiamento dei criteri di ripartizione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) per gli anni 2021-2022, passando quindi dai criteri cosiddetti ‘storici’, a criteri definiti più ‘oggettivi’. I nuovi criteri causerebbe per il ‘Programma di sviluppo rurale’ della Regione Umbria (e delle regioni Sicilia, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria) una ingente perdita di risorse finanziarie per il biennio 2021-2022. Nel corso della ‘Commissione Politiche Agricole’, il 30 marzo 2021, le Regioni interessate dal taglio hanno espresso il totale dissenso rispetto alla proposta ministeriale, definendola del tutto incomprensibile nel merito, evidenziando che oggi le risorse nazionali per l’agricoltura si concentrano maggiormente nelle aree forti del Paese mentre dovrebbe invece essere fatto il contrario. L’attuale proposta ministeriale toglie dalla disponibilità delle regioni più svantaggiate delle risorse che pure sono, ontologicamente, destinate ad esse, indirizzandole verso i territori più sviluppati con effetti notevolissimi sull’aumento dei divari tra i territori agricoli e rurali. La nuova ipotesi di riparto delle risorse del Feasr appare ingiustificata e ulteriormente penalizzante nei confronti del comparto agricolo”.
Andrea Fora evidenzia infine che “i criteri ‘oggettivi’ prendendo ad esempio come riferimento la ‘produzione lorda vendibile’, non tengono conto della strategia europea ‘Green Deal, Farm to Fork e biodiversità’, che mira a rendere più sostenibile, trasparente e biodiversa l'intera filiera agroalimentare".