Popolodellafamiglia Cambiamocon(UNWEB) Era l’aprile del 2019 quando Colacem annunciava dalla Cemitaly S.p.a. l’acquisto dello stabilimento di Sant’Angelo in Mercole e sul suo sito istituzionale si dichiarava che: ”gli Amministratori sono stati i protagonisti di un’operazione che permetterà all’azienda umbra di rafforzare la propria posizione sul mercato italiano”.

Ora la notizia della prossima chiusura dell’unità produttiva nel Comune di Spoleto, con 24 lavoratori pronti a fare le valige, o accettare il trasferimento proposto dall’Azienda in uno dei quindici siti che Colacem ha attualmente in Italia. Questo il regalo all’Umbria di quella famiglia Colaiacovo che vorrebbe “creare valore economico e sociale”, incurante anche di quell’indotto fatto di maestranze, fornitori ed autotrasportatori che non hanno avuto nemmeno la possibilità di sedersi attorno ad un tavolo per discutere della situazione.

Un altro duro colpo all’occupazione del territorio, un declino che certifica che Spoleto non sarà più rappresentata negli ambiti più significativi del settore industriale regionale.

“Mi chiedo come sia possibile rimanere sordi ed indifferenti a questa ennesima dimostrazione di una gestione aziendale che tradisce quello spirito imprenditoriale che credevamo rispettoso del lavoro e della sua funzione per la crescita della società”, ha dichiarato Rosario Murro, coordinatore per Spoleto del Popolo della Famiglia e già delegato per l’amministrazione comunale per le aziende in crisi. “Ho personalmente incontrato, martedì 15 giugno, il direttore del personale della sede Colacem di Gubbio e mi ha confermato le forti preoccupazioni che i lavoratori addetti al centro macinazione stanno vivendo”, ha continuato Murro.

“Oltre ad un piano industriale che possa valorizzare un sito strategico per la ricostruzione delle zone terremotate, credo che sia necessario riscoprirsi operatori economici credibili con l’intento di generare anche un’utilità sociale concreta con le proprie decisioni”, ha aggiunto Aldo Traccheggiani, coordinatore di Cambiamo con Toti.

Murro e Tracchegiani sono concordi nel considerare una situazione drammatica che rende amaramente Spoleto la capitale regionale della precarietà: “Siamo pronti ad incatenarci insieme alle parti sociali ai cancelli dello stabilimento Colacem di Sant’Angelo in Mercole per impedire l’ennesimo segno di decadenza”, hanno concluso Murro e Traccheggiani preannunciando una ferma mobilitazione a sostegno dei lavoratori.


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