Bori(UNWEB) La Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha avviato l’istruttoria sulla proposta di legge del consigliere del Partito democratico Tommaso Bori inerente “Norme a tutela delle vittime della diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti (revenge porn)”. L’atto era stato presentato in Aula, dove è stato deciso di rinviarlo in commissione per ulteriori approfondimenti.

È stato lo stesso Bori a riassumere i contenuti della proposta di legge: “Occorre promuovere una norma a tutela delle vittime di revenge porn, che è un crimine la cui fattispecie è stata introdotta nel Codice penale nel 2019, ma molto resta ancora da fare per prevenirlo e soprattutto per contrastare la diffusione di questi video, che avviene con lo scopo consapevole di danneggiare delle persone, quasi sempre donne, che può portare anche ad atti di autolesionismo e, come purtroppo si è visto in certi casi, anche al suicidio. La norma mira alla prevenzione del fenomeno, al sostegno delle persone vittime dei reati, alla diffusione della cultura del rispetto della dignità della persona e dei sentimenti relativi alla sfera dell’affettività e della sessualità. Sono previsti diversi interventi tra cui campagne di sensibilizzazione e di informazione, anche in collaborazione con il terzo settore; campagne informative ed azioni di sensibilizzazione dirette ai media per diffondere modelli positivi di relazioni intime fondate su una maggiore consapevolezza e sicurezza di sé e sul rispetto degli altri; una specifica formazione degli operatori ed operatrici dei servizi sociali e sanitari; attività di supporto psicologico, con Asl e centri anti violenza, a favore e a tutela delle vittime. Ed ancora: progetti ed interventi nelle scuole, anche rivolti a docenti e famiglie, di educazione all’affettività e ai sentimenti; programmi di reinserimento sociale professionale delle vittime; un costante monitoraggio dei dati. Inoltre la proposta di legge prevede che la Regione sostenga i soggetti del terzo settore che svolgono attività di prevenzione, di assistenza e tutela legale, nonché di sostegno psicologico in favore delle vittime del reato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. La Giunta deve stabilire i requisiti, i criteri e le modalità dei soggetti del terzo settore per accedere ai contributi”.


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