(UNWEB) Si è svolta stamani l’audizione congiunta, da parte di Prima e Terza commissione (Bilancio e Sanità) dei direttori amministrativi delle due Asl umbre sulle criticità finanziarie dei rispettivi bilanci, espressamente richiesta da Donatella Porzi (Pd-vicepresidente della Prima commissione) alla luce di notizie relative a bilanci “in rosso” che hanno trovato spazio sulle pagine dei quotidiani e su altre testate.
Al netto della sottolineatura dell’assenza del direttore regionale Salute e Welfare, Massimo Braganti, e dei direttori generali di Asl 1, Gilberto Gentili, e Asl 2, Massimo De Fino, Donatella Porzi ha potuto alfine affermare, sulla base di quanto riferito dai direttori amministrativi delle due Asl umbre, che “fino al 2019 non ci sono buchi, mentre attendiamo i dati conclusivi sul 2020, e questo sfata tutte le dichiarazioni fatte da esponenti politici o nei titoli dei giornali su presunti buchi di bilancio ereditati dalle precedenti amministrazioni, bilanci che risultano invece certificati e parificati, come è stato ben spiegato nell’audizione odierna”.
Il direttore amministrativo della USL Umbria 2, Piero Carsili, ha detto che i bilanci relativi agli anni pregressi sono stati sempre chiusi in pareggio, in linea con la normativa di riferimento, quindi approvati dalla Regione e dagli organi di controllo, su tutti il Collegio sindacale. I bilanci sono tutti pubblicati e quindi nella disponibilità di ognuno. Fino al 2019 compreso. Nel 2020 la pandemia ha creato una situazione con notevoli difficoltà aggiuntive in cui “faticosamente oggi, a pochi giorni dal termine del 30 giugno, stiamo andando a chiudere tutte le partite finanziarie. C’è stato un incremento delle spese finalizzate a fronteggiare l’emergenza, con assunzioni di personale per assistere i pazienti covid. Un reclutamento che è stato difficoltoso per l’azione a basso raggio di tutte le Asl con una mobilità molto accentuata ma, nonostante questo, abbiamo assunto nel 2020, fra medici, infermieri e Oss, 753 persone più 45 medici per le Usca (Unità speciali assistenza domiciliare) e altri 15 operatori tramite agenzia interinale. Le spese sono quindi considerevolmente aumentate, vista l’immissione di circa 800 persone anche se a fronte di un elevato turn over, con le regioni limitrofe che hanno a loro volta immesso personale nelle aree covid pescando ovunque. A fronte di ciò ci sono state anche cessazioni di personale, ma abbiamo reclutato personale in pensione, con contratti libero professionali. Il saldo al 1 febbraio 2021 è positivo con più 50 infermieri, che possono aver lavorato anche per un breve periodo, più 40 Oss. Medici invece in decremento per i pensionamenti e i trasferimenti, con 40 medici dipendenti in meno ma abbiamo reclutato numerosi medici con rapporto libero professionale. Non è dipendenza ma lavoro autonomo, siamo stati costretti ad agire così, con una spesa maggiore di personale nel 2020”.
Alle domande dei consiglieri regionali circa le assunzioni e la tipologia di contratti posti in essere, il direttore della Usl Umbria 2 ha specificato che “nel 2020 sono state assunte 150 persone a tempo indeterminato. In più è stato gestito dal 21 settembre e fino al 27 aprile scorso, il concorso per 539 infermieri, iniziato a settembre con 9.735 concorrenti. La commissione ha lavorato durante la pandemia per una graduatoria di 1.268 infermieri idonei e oggi stiamo assumendo 539 di loro a tempo indeterminato, certo non si può portare a termine in poco tempo ma ci consentirà di dare stabilità agli organici in tutta l’Umbria. È stato controbilanciato l’esodo verso altre regioni. Dal 1 gennaio 2020 a al 1 febbraio 2021 avevamo 50 infermieri in più e 40 Oss in più, senza tener conto del personale pensionato, ma anche 40 medici in meno, lacuna colmata con le assunzioni Usca e covid. Per quanto riguarda il personale medico la gestione della pandemia ha aggravato una situazione che era già seria, ricordo che facciamo concorsi e a volte non si presenta nemmeno un candidato. Un trend che peggiora. Altri incrementi dei costi sono derivati dalle spese per le pulizie con l’aggiunta dei processi di sanificazione, o dall’istituzione dei posti triage per l’accesso alle strutture, che non esistevano nemmeno e hanno richiesto anche servizi di sorveglianza armata per evitare il degenerare di situazioni di disagio o di malcontento fra le persone in fila dall’esterno per entrare. Senza contare i costi di mascherine, guanti e altri presidi sanitari che nel 2020 ancora nemmeno si trovavano e i costi aumentavano. Nella Usl 2 abbiamo fatto un’esperienza di trincea, inventandoci da soli il gel igienizzante per operatori e utenti, facendolo produrre ai nostri farmacisti. Tutte cose che non potevamo non fare e abbiamo speso di più perché abbiamo dovuto fare l’impossibile. Ci accingiamo a chiudere il bilancio 2020 attendendo anche indicazioni dal MEF”.
Per la Asl Umbria 1, il direttore amministrativo Alessandro Maccioni ha detto: “Sono qui dal 31 luglio 2020 e conosco meno lo storico, ma sul bilancio o sui cosiddetti buchi ci riferiamo a un bilancio chiuso approvato da Usl Umbria 1, bollinato dal Collegio sindacale, verificato da Regione, Mef e successivamente dalla Corte dei Conti, che parifica il tutto. Per il 2019 non si è ancora chiusa la parifica, la Corte chiede ulteriori approfondimenti ma essi non inficiano il saldo positivo 2019 che è di 23mila euro, in pareggio. Un bilancio corretto perché certificato. Non ci sono poste straordinarie o numeri che possano far pensare a qualcosa di non chiaro. Nel 2019 ci sono fra le partite straordinarie, circa 9 milioni di euro per finanziamenti su vecchie annualità non ancora erogate, ma tutto regolarmente apportato in contabilità. Negativo il saldo fra mobilità attiva e passiva, nel 2019 meno 4 milioni e 500mila euro, mentre non conosciamo il saldo del 2020 che solitamente giunge dal Ministero dopo circa due anni. Comunque questo è un campanello di allarme, il fenomeno è in crescita. Per quanto riguarda le assunzioni, sono state 517 nella Usl Umbria 1, di cui 224 a tempo determinato e 293 a tempo indeterminato. Per contro ci sono state anche 439 cessazioni, di cui 100 a tempo determinato e 339 a tempo indeterminato, compresa quota 100. Attivate 11 unità Usca con 50 medici, contrattualizzati 25 liberi professionisti più 15 collaboratori continuativi, 2 pensionati, per un saldo attivo di 78 unità in più fra tempo indeterminato e determinato. La forza lavoro è aumentata complessivamente di 170 unità e all’interno di queste ci sono 90 stabilizzazioni e, entro l’anno, ulteriori 30 unità”.
Donatella Porzi (Pd-vicepresidente della Prima commissione) ha quindi potuto affermare che “fino al 2019 non ci sono buchi nei bilanci delle Asl, questo sfata tutte le dichiarazioni e i titoli dei giornali su presunti buchi di bilanci che invece sono certificati e parificati. Le domande sui bilanci del passato non potevano che avere la risposta che abbiamo sentito. Sui bilanci passati adesso approfondiamo quanto volete, facciamo le pulci su tutto ma non cerchiamo scuse. Questi bilanci hanno superato tutti i controlli, quindi non si capisce dove sarebbe il buco tirato in ballo da qualcuno. Evidente che proseguiremo questa analisi sui bilanci della sanità. I dati del 2020 sono ancora sotto valutazione e aspettiamo di conoscerli per valutare i costi”.
Per Michele Bettarelli (Pd) è “indispensabile adesso una rettifica da parte dell’assessore Coletto, che con il senatore Briziarelli della Lega parla di buchi di bilancio e conti non in salute ereditati dalla precedente amministrazione. Nell’audizione odierna scopriamo invece un bilancio positivo di 23mila euro. Semmai si dovrebbe parlare di come sono state usate le erogazioni liberali, come i 3 milioni di euro impiegati per l’ospedale da campo, che potevano essere spesi diversamente”.
Per Thomas De Luca (M5s): il bilancio in attivo di 40 medici non elude le perplessità sulle 800 assunzioni: “bisognerebbe sapere quanti sono usciti e quanti sono entrati, quanti se ne sono andati. Di quanto consta la pianta organica senza i contratti a tempo indeterminato o i contratti libero professionali, che hanno richiamato medici in servizio che costano tantissimo. Sembrerebbe che il personale sia invariato se non diminuito, necessario sapere quanto tempo indeterminato in meno”.
Il capogruppo del Pd, Tommaso Bori, ha detto che “chiunque affermi che ci fossero buchi in sanità sta dicendo una cosa falsa. Comunque respingo la lettura che è stata data: l’Umbria non è in grado di fare assunzioni stabili, e ce ne sono state 3mila in Toscana e 5mila in Lazio ed Emilia Romagna. Da noi nessuna assunzione di lungo periodo, non contano i rapporti a tempo determinato che durano tre mesi e i contratti libero professionali con colleghi che hanno guadagnato 24mila euro al mese, sono state fatte cose prive di logica. Non contano le Usca, un servizio a termine finalizzato. Il quadro vero è che sono state assunte persone a due o tre mesi che poi si sono licenziate per andare altrove. Siamo sotto organico e con personale sotto stress, non raccontiamo una realtà parallela: stiamo andando male e i nostri specialisti stanno andando tutti fuori regione perché gli fanno contratti a tempo indeterminato e qui no. Non possiamo contare assunti che si sono licenziati subito per andare fuori. Abbiamo assunto 13 anestesisti e tutti e 13 sono andati via. Non c’è un aumento del personale ma una diminuzione”.
Paola Fioroni (Lega): “Non possiamo dimenticare che l’Umbria si è dovuta organizzare per gli acquisti perché il Governo aveva centralizzato tutto e arrivavano anche dispositivi non corretti. Tutto questo ha influito sui costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza. L’assessore Coletto spiegherà le sue affermazioni, ma per avere un quadro più chiaro sarebbe opportuno ascoltare anche la aziende ospedaliere. La mobilità passiva in crescita è un dato preoccupante da attenzionare. Ma serve un quadro più ampio di tutta la situazione”.
Al termine della riunione, il presidente della Prima commissione Daniele Nicchi ha detto “oggi abbiamo saputo quello che volevamo sapere. Riconvocheremo, di concerto con la Commissione Sanità e Servizi sociali presieduta da Eleonora Pace, sia il direttore regionale Massimo Braganti che i direttori delle due Asl, Gilberto Gentili e Massimo De Fino, oltre ai responsabili delle aziende ospedaliere e al dottor Rossetti della Regione Umbria”. P