(UNWEB) “La ragione di questo referendum è tutta, esclusivamente, politica. E’ lo strumento scelto dalla Lega come clava contro la magistratura e per creare problemi per un’eventuale alleanza tra Pd e M5S”. Lo afferma il consigliere regionale Vincenzo Bianconi (Gruppo misto), facendo riferimento al dibattito e al voto svolti ieri a Palazzo Cesaroni sui referendum sulla giustizia.
“Ritengo alquanto discutibile – spiega Bianconi - l’atteggiamento di un partito, la Lega, che fa parte della maggioranza e dichiara, per bocca del suo leader, che la vera riforma della giustizia non è quella pensata dal Governo, che in questo modo viene delegittimato, ma quella che scaturirà dall’esito del referendum. Nonostante stia tanto pubblicizzando la raccolta di firme tra i cittadini, ieri la Lega ha richiesto anche il referendum da parte dell’Assemblea legislativa. Forse perchè teme di non riuscire a raccogliere le 500 mila firme previste dall’articolo 75 della Costituzione e vuole tutelarsi facendo chiedere il referendum da 5 Consigli regionali?”.
“Non è con questa iniziativa referendaria che si garantisce un funzionamento migliore e più equo della giustizia. Penso - continua Bianconi - ad un quesito come quello della responsabilità civile dei magistrati, cosa che non esiste in nessun Paese democratico del mondo. Immaginare un sistema simile significherebbe aprire le porte a continui ricorsi da parte di soggetti e gruppi di potere facoltosi. Non certo da parte di persone che non hanno mezzi finanziari per poterselo permettere. Tutto ciò servirebbe solo a limitare l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati sempre esposti al rischio di potere essere trascinati in giudizio e magari indotti a lasciar perdere quando hanno a che fare con persone ricche e influenti. Questa non è la giustizia giusta ed efficiente che cerchiamo".
"La mia, al contrario, non è una posizione ideologica. Condivido - spiega Vincenzo Bianconi - alcuni quesiti, per i quali ho votato favorevolmente, come l’abrogazione dell’obbligo di raccogliere le firme per i candidati togati che si vogliono proporre per l’elezione nel Consiglio superiore della magistratura. La raccolta delle firme non può essere una discriminante e tutti hanno il diritto, anche fuori dalle 'correnti', di potersi mettere a disposizione di un organo così importante per il nostro Paese. Così come sono favorevole alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri perché ritengo possa portare dei benefici per il nostro sistema giudiziario. Per quanto concerne la proposta di limitare la custodia cautelare per il rischio di reiterazione del reato a delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore a 4 anni, in concreto significherebbe escludere la carcerazione preventiva per corrotti, bancarottieri, ladri e scippatori seriali che, anche se arrestati in flagranza, dovrebbero essere subito rilasciati. Questo sarebbe semplicemente inaccettabile anche nei riguardi di tutte quelle persone che lavorano per garantire la legalità".
"Riguardo alla 'Legge Severino' – spiega ancora il consigliere regionale - ho votato contro l’abrogazione. Pur ritenendo che quel testo, nato sull’onda mediatica dell’anti-politica, vada migliorato per assicurare parità di trattamento a tutti i rappresentanti delle istituzioni eletti sia a livello nazionale che regionale o comunale. Si deve sempre partire dalla presunzione di non colpevolezza, ma penso anche che una abrogazione totale sia assolutamente sbagliata. Occorre garantire che chi riveste cariche elettive lo faccia con disciplina e onore, così come impone la Costituzione. Riguardo agli altri quesiti referendari - conclude Bianconi - ho espresso un voto contrario poiché ritengo che possano mettere a rischio l’autonomia della magistratura o, comunque, essere inefficaci per realizzare gli obiettivi che si prefiggono, rischiando di aumentare, invece che ridurre, l’influenza della politica nella gestione della giustizia”.