264680517 3156259327944417 2880840455590544006 n(UNWEB) Il Difensore civico della Regione Umbria, Marcello Pecorari, ha condotto ieri pomeriggio un incontro online con i colleghi di altre regioni italiane, un momento di discussione e confronto tra le diverse esperienze di difesa civica con la partecipazione del Difensore civico della Valle d’Aosta, Enrico Formento Dojot, presidente del Coordinamento della rete italiana dei Difensori civici, di Sandro Vannini, difensore civico della Regione Toscana e vicepresidente del coordinamento, e del difensore civico della Regione Basilicata, Antonia Fiordelisi, vicepresidente del coordinamento.

Sono intervenuti anche Lodovico Principato, garante per il contribuente Umbria, istituito presso l’Agenzia delle entrate di Perugia, Elena Brugnone dell’associazione Umana onlus di Perugia, che si occupa di volontariato nella promozione del diritto alla salute, e i difensori civici delle Province di Trento e Bolzano, Gianna Morandi e Gabriele Morandell. Ha portato il saluto dell’Assemblea legislativa la vicepresidente Paola Fioroni.

La figura del difensore civico è quella di un garante dell’imparzialità e del buon andamento della Pubblica amministrazione e quale figura di raccordo tra il cittadino e l’ente pubblico in un’attività di impulso e sollecitazione nei confronti della Pubblica amministrazione, che si concretizzano nella segnalazione, su richiesta o di propria iniziativa, di disfunzioni, carenze e ritardi.

“Il difensore civico non è l’avvocato del cittadino – ha detto il presidente del Coordinamento Formento Dojot - ma difende l’osservanza della legge recependo istanze dei cittadini, deve farsi interprete delle aspettative dei cittadini. Di fatto, rappresenta un supporto anche agli organi giurisdizionali, sgravandoli di un considerevole numero di possibili controversie minori e da contenziosi che possono essere risolti in via amichevole. Ed è un valore aggiunto per l’Amministrazione pubblica sulla via della correttezza e della rapidità nel dare risposte”.

Le istanze dei cittadini riguardano soprattutto la salute e il difensore civico, come è stato rilevato da più parti, si trova spesso ad essere un sostegno per i più fragili nella soluzione di problemi che possono apparire insormontabili, stretti fra le maglie della burocrazia: “finalmente una persona che mi ha ascoltato e mi ha fatto capire come stanno le cose”, è una frase che i difensori civici di ogni parte d’Italia hanno detto di sentire sempre più spesso dai cittadini che si rivolgono a loro, specialmente dai più anziani.

È stata anche ribadita la necessità che l’Italia si doti di una figura che manca, quella del Difensore civico nazionale, presente in molti altri Paesi europei, sia pure con altri nomi: il “Mediateur” in Francia, il “Defensor del pueblo” in Spagna o il “Parlamentary commissioner” dell’Inghilterra. Senza questa figura, è stato ribadito nell’incontro di ieri, manca un’adeguata interlocuzione con il Ministero, cui attualmente si cerca di supplire con la rete dei difensori civici, che non può avere un’adeguata legittimazione.


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