(UNWEB) “L’Umbria rischia di presentarsi sguarnita e impreparata alla nuova ondata di contagi da Covid-19 a causa di una terribile decisione, il dimezzamento degli addetti al ‘contact tracing’, ovvero l’argine al contagio che dovrebbe rintracciare e disporre la quarantena per quei cittadini diventati positivi. Invece l’Umbria, peggio di altre regioni, ha dimezzato le oltre 400 unità che erano in servizio all’inizio dell’anno”. Così il consigliere regionale Tommaso Bori, vice-presidente della commissione Sanità, che chiede, “vista la rapida crescita di contagi, di tornare a pieno regime nel servizio di tracciamento dei contatti dei positivi”.
“I dati dell’Iss, raccolti dal Sole 24 Ore – spiega Bori – sono impietosi e dimostrano una profonda impreparazione della nostra regione. La Giunta Tesei, in un anno, ha reso pressoché inefficace l’attività di tracciamento dei contatti dei positivi. Considerando che per ogni positivo, esistono quasi 15 contatti che potrebbero aver contratto il virus, pensare di poterlo contrastare con la metà delle risorse a disposizione è un modo di agire e di programmare davvero dilettantesco e improvvisato. Pensate a quanti danni possa fare un mancato tracciamento di un positivo. La tutela della nostra esistenza, della vita sociale e della ripresa economica della nostra Umbria passa soprattutto da questo. Tutto il resto è nient’altro che propaganda e spot. Servono – conclude Bori – azioni concrete e quindi un ripristino del totale delle unità disponibili per il tracciamento dei positivi nelle Asl”.