(UNWEB) “Una scelta inopportuna, ma soprattutto dannosa; un esito che suscita perplessità, e soprattutto che reca gravi danni agli studenti e alle studentesse con disabilità assistiti, alle loro famiglie, nonché alle tante lavoratrici e lavoratori del mondo della scuola”. Così il consigliere regionale del Partito democratico, Tommaso Bori in una nota congiunta con i gruppi di centrosinistra al consiglio comunale di Perugia, in merito “alle tempistiche e ai risultati della nuova gara d’appalto per la gestione dell’assistenza ai bambini, ragazzi e ragazze con disabilità nelle scuole nel Comune di Perugia, dall’Infanzia alle Superiori. Appalto che, da oggi, esclude Borgorete e Polis, mentre fa entrare in servizio una nuova realtà del Nord Italia, che la metà degli operatori ha deciso di non seguire”.

“Scegliere di fare una gara d’appalto che si conclude quasi a metà anno scolastico – spiega Bori – tanto più in una fase di incertezza dovuta alla pandemia come quella che stiamo vivendo, è un grave errore, il cui prezzo verrà pagato in prima persona proprio dai soggetti più fragili. Impostare una gara che ha finito per premiare l’offerta sulla carta di un soggetto estraneo alla città di Perugia suscita molte perplessità in merito ai criteri applicati per l’aggiudicamento della gara. Tirare infine per la giacca gli operatori - che si sono sentiti in dovere di rispondere al sindaco Andrea Romizi con una lettera, in cui ricordano all’Amministrazione comunale di non essere ‘sacchi spostabili da un magazzino ad un altro, come se le cooperative fossero scatole vuote tutte uguali’ – nell’imbarazzante tentativo di convincerli a passare con la nuova cooperativa aggiudicataria del servizio, è qualcosa di davvero poco corretto e professionale”.

“Con questa modalità di azione – prosegue la nota – il sindaco Romizi e il vice sindaco Tuteri dimostrano di essersi piegati a chissà quali logiche, nell’intento di smantellare chissà quali meccanismi, dimostrando di non voler mettere al centro e dare priorità ai bisogni dei soggetti più fragili. Ma questo loro agire come rulli compressori ha suscitato enormi preoccupazioni nella comunità locale e soprattutto nelle famiglie dei beneficiari del servizio, che hanno addirittura iniziato una raccolta firme per chiedere che non si impoverisca il patrimonio umano e professionale della nostra città. Le relazioni educative e di aiuto verso i soggetti più fragili e delicati necessitano di grande professionalità, competenza e umanità, e servono tempo e pazienza per costruire fiducia tra operatore e destinatario del servizio. Spezzare all’improvviso questi legami, a metà anno scolastico, togliere a questi studenti gli operatori che li seguono con grande professionalità e dedizione da anni, è una mossa lontana dal concetto di scuola inclusiva e di ‘comunità educante’ aperta alle famiglie e al territorio".


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