271728431 3181898978713785 3118800194101697381 n(UNWEB) L’Assemblea legislativa ha approvato con voto unanime la mozione promossa dai consiglieri della Lega, Daniele Carissimi e Paola Fioroni che mira a favorire la partecipazione delle donne al mondo del lavoro.

Alla Giunta regionale viene chiesto l’impegno a: Adottare lo strumento del Gender Responsive Public Procurement (GRPP) quale strumento di promozione della parità di genere nelle procedure di evidenza pubblica per l’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di competenza della Regione o degli Enti dalla stessa dipendenti o controllati, nonché ai fini della valutazione di progetti presentati nell’ambito di avvisi e bandi regionali; Definire i criteri ed i parametri idonei a dimostrare la sensibilità degli operatori economici al tema della parità di genere e dunque ad orientare la valutazione delle commissioni giudicatrici in sede di aggiudicazione delle procedure; predisporre apposite linee guida per la redazione dei capitolati di gara al fine di fornire adeguate indicazioni alle stazioni appaltanti e garantire la più ampia diffusione dello strumento all’interno dell’amministrazione regionale e delle altre centrali di committenza operanti nel territorio.

Nell’illustrazione dell’atto, Carissimi ha sottolineato l’importanza di “promuovere l’adozione, in Umbria, del Gender Responsive Public Procurement, lo strumento introdotto dalla Commissione Europea allo scopo di favorire la riduzione del gap di genere. In Italia la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è purtroppo solo al 53% contro il 67% della media europea. In Umbria, il tasso di occupazione delle donne è appena più alto della media nazionale ma si attesta comunque a un livello significativamente più basso di quello degli uomini, 58% contro 71%. Dal Rapporto AUR 2021 sulle asimmetrie di genere nella società umbra, emerge che sul tasso di occupazione femminile in Umbria influiscono diversi fattori, tra cui la maternità. Le donne con figli hanno minori opportunità lavorative rispetto alle donne senza figli. In Umbria, inoltre, quasi un quarto delle donne che lavorano lo fa in condizione di part-time involontario, cioè accettato in assenza di un’alternativa a tempo pieno, e in condizione di disallineamento tra titolo di studio e occupazione.

Con riferimento all’opportunità per le donne di accedere a posizioni apicali, dal Rapporto Donne Manageritalia del 2019 si evince che in Umbria, nel settore privato, le donne rappresentano l’11% dei dirigenti contro il 17% a livello medio italiano. Sono dati allarmanti che devono sollecitare contromisure immediate. Il divario di genere deve essere cancellato una volta per tutte, con strumenti mirati ed efficaci. Il Gender Responsive Public Procurement, attualmente adottato in Italia solo da Lazio e Puglia, prevede l'inserimento, nelle procedure di evidenza pubblica indette dalle Pubbliche Amministrazioni, di criteri premiali che tengano conto delle iniziative organizzative e gestionali attuate dagli operatori economici concorrenti al fine di aumentare l’occupazione femminile, ridurre le discriminazioni economiche e retributive di genere, promuovere la partecipazione delle donne in ruoli apicali, favorire organizzazioni del lavoro family friendly e, più in generale, ridurre il gender gap in ambito lavorativo. Il tema è di particolare attualità, essendo esso anche inserito nel PNRR come condizione premiale dei piani di sviluppo e riforma. In Umbria, la parità di genere disciplinata dalla L.R. n. 14/2016 non ricomprende il Gender Responsive Public Procurement, la cui adozione potrebbe arricchire e completare le politiche di genere adottate dalla Regione Umbria nel campo del lavoro, della formazione e dell’impresa. Questa mozione chiede quindi alla Giunta di impegnarsi ad adottare tale strumento per la promozione della parità di genere nelle procedure di evidenza pubblica per l’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di competenza della Regione, nonché ai fini della valutazione di progetti presentati nell’ambito di avvisi e bandi regionali. L’obiettivo è stimolare in Umbria la diffusione e l’applicazione di misure che valorizzino la parità di genere nel mondo del lavoro, una parità sostanziale e non solo formale. L’Umbria diventerebbe così la terza regione italiana a dotarsi di uno strumento concreto e mirato per ridurre il divario di genere e potrebbe essere, come mi auguro, da esempio e stimolo per le altre regioni per garantire finalmente alle donne in tutta Italia le stesse opportunità di crescita degli uomini, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità, tutti obiettivi contenuti d’altra parte anche all’interno della Missione 5 su Coesione e Inclusione del PNRR e che dobbiamo tutti, a tutti i livelli, impegnarci a realizzare”.

Interventi:

Donatella PORZI (Pd) “L’atto rappresenta un’importante opera di sensibilizzazione, pienamente condivisibile. Si tratta di una materia che mi ha visto protagonista quale membro del Comitato europeo delle Regioni nel presentare un parere che andava verso questa direzione, dove però gli esponenti della Lega non hanno votato favorevolmente. Il gap tra occupazione femminile e maschile è forte e sensibile. Si tratta di un tema sul quale spesso ci siamo misurati, spendendoci sui fondi di coesione, su quello che rappresenta una premialità sui bandi e sulle politiche che prevedono un occhio particolare per l’occupazione e per l’imprenditoria femminile. Anche e soprattutto in periodo pandemico sono state le donne ad aver perso il lavoro, in percentuali altissime soprattutto in Italia. Nel contesto europeo, attraverso le politiche di coesione, spesso bistrattate da alcune forze politiche, ci ha permesso di intervenire su questa crisi. Il primo grande valore dell’Europa è la solidarietà. Questa mozione la sposo pienamente e con convinzione. Bene la previsione di servizi e strumenti che permettano alla donna di non dover scegliere tra carriera e famiglia. L’inverno demografico nel quale ci troviamo va affrontato con determinazione prevedendo strumenti ed azioni concrete”.

Paola FIORONI (Lega Umbria): “Questa mozione rientra in una serie di priorità ed azioni esposte anche in precedenti sessioni di questa Assemblea legislativa e legate al Dfr dove si evidenziavano problemi strutturali della regione prevedendo misure da mettere in atto al di là dell'emergenza pandemica. I problemi strutturali vanno trattati per quello che sono: calo demografico, disoccupazione femminile, sperequazione nel mondo del lavoro. Vogliamo portare a termine, e lo faremo con convinzione, la legge regionale sulla famiglia. L’auspicio è che l’Umbria possa diventare una regione attrattiva per giovani e famiglie. Questa maggioranza continuerà con determinazione nella creazione di un percorso strutturato utile a superare problemi atavici, puntando sulla valorizzazione del lavoro femminile e sulla maternità. Se una donna decide di avere un figlio non può rischiare di perdere il lavoro o essere ridimensionata nelle sue mansioni. Dobbiamo dotare la Regione di strumenti adeguati in grado di rispondere pienamente alle esigenze del sistema socio-economico”.


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