(UNWEB) Ci sono 8.500 firme di cittadine e cittadini umbri che chiedono risposte sul futuro della sanità. Sono le firme raccolte da Cgil, Cisl e Uil nei mesi scorsi per "riscrivere il piano sanitario regionale", firme consegnate a palazzo Cesaroni lo scorso 5 aprile insieme alle richieste dei tre sindacati. Ieri, finalmente, si è tenuto un primo incontro tra la presidente Donatella Tesei e dall'assessore Luca Coletto, i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari, e le categorie del settore sanitario dei tre sindacati.
"Abbiamo chiesto di aprire una vera interlocuzione sulle nostre proposte sostenute da migliaia di cittadine e cittadini - spiegano in una nota Cgil, Cisl e Uil - un percorso da avviare subito, utilizzando il periodo estivo per il confronto sui territori, in modo da arrivare ad una sintesi già all'inizio dell'autunno. La Regione si è detta disponibile al confronto, a partire dalle questione più urgente, quella del personale".
In particolare, i sindacati hanno richiesto la proroga dei contratti in scadenza il 30 giugno, fino almeno a dicembre 2022 e la sottoscrizione di un accordo per la stabilizzazione di questi precari Covid, di cui il nostro sistema sanitario non può fare a meno. "L'uscita di questo personale al 30 giugno, o addirittura prima con la messa in ferie, rappresenterebbe un problema enorme per la tenuta del sistema nel suo insieme - spiegano ancora Cgil, Cisl e Uil - La Regione, condividendo queste preoccupazioni, ha convocato un incontro specifico con i sindacati di categoria la prossima settimana". Resta da sciogliere il problema della "fuga" dei professionisti umbri verso altre regioni: "Abbiamo chiesto che vengano utilizzate tutte le risorse e le possibilità che la legge di bilancio offre all'Umbria per evitare ulteriori uscite - concludono Cgil, Cisl e Uil - Le risorse devono essere utilizzate per tornare a dare risposte ai cittadini e prospettive ai lavoratori. La sanità ha un costo ma, come ha insegnato il Covid, risparmiare sulla salute non paga".