(UNWEB) “Troppo facile entrare in un partito con consensi in forte crescita e lasciarlo in vista di porti più sicuri, posto che questi lo siano”. Così i consiglieri regionali della Lega Umbria Manuela Puletti, Marco Castellari e Valerio Mancini commentano la notizia dell’addio al Carroccio da parte del consigliere regionale Daniele Nicchi e del militante, capo segreteria ed ex coordinatore provinciale di Terni Nico Nunzi.
"Alla fine tutti i nodi tornano al pettine - sentenziano i leghisti - un segnale chiaro anche agli occhi di chi non vuol vedere. Evidentemente nemmeno la scelta di non rinnovare la militanza è stata sufficiente per porsi domande sulla reale intenzione politica di alcuni consiglieri e dei loro fedelissimi. Anzi, a qualche ora dall’annuncio dell’uscita dal partito, è stata persino sottoscritta una proposta di legge condivisa proprio con due colleghi della Lega. In questi anni, - proseguono - grazie al sostegno popolare dato alla Lega, alle tante battaglie politiche condotte in ogni luogo di questa regione da Matteo Salvini, loro hanno ottenuto riconoscimenti importanti come la Presidenza di una Commissione e il ruolo di Capo Segreteria. Eppure, senza colpo ferire, hanno deciso di voltare le spalle al partito che gli ha offerto preziose occasioni, senza un reale motivo politico".
I tre consiglieri regionali sottolineano come “la Lega deve essere uno stile di vita, non un porto in cui entrare o uscire a piacimento. Del resto noi abbiamo aderito ad una Lega le cui percentuali oscillavano tra il 2 e il 6% ed è qui che continueremo a stare, rivendicando le diverse sensibilità che un partito popolare e di massa deve avere, manifestandole nelle aule istituzionali e altrove come chiedono gli elettori. Troppo facile scappare dopo aver beneficiato dei voti della Lega”.
“Forse la scelta di guardarsi intorno è conseguente al ‘no’ ricevuto a fronte di un’improbabile e rocambolesca candidatura autoreferenziale alle elezioni suppletive del Senato e dopo che il partito non ha assecondato l’ambizione immotivata di occupare un posto in giunta a danno di chi sta ricoprendo quel ruolo con impegno e soprattutto competenze”.
“La Lega e i suoi militanti non sono questo – concludono Puletti, Castellari e Mancini – e crediamo che, alla luce di quanto emerso in questi giorni, non abbiamo perso nulla, anzi, se fossimo stati ascoltati questa situazione si sarebbe risolta oltre un anno e mezzo fa, almeno per quanto riguarda il Capo Segreteria, ruolo assegnato senza che vi fosse unanime condivisione da parte del Gruppo, come del resto accade per tante altre nomine e incarichi sull’assegnazione dei quali i consiglieri non vengono interpellati. Viste le recenti defezioni chiediamo al Capogruppo di rivedere anche le cariche assegnate in quota Lega per quanto riguarda le presidenze di commissione”.