(UNWEB) Perugia, – "L'Umbria non è una regione per vecchi. Prendendo a prestito il titolo del celebre romanzo, si potrebbe fare l'analisi della situazione della nostra regione. Un territorio nel quale, pur in presenza di un invecchiamento costante della popolazione, i servizi agli anziani, la medicina territoriale, la difesa delle pensioni sembrano essere sparite dall'agenda della politica, ormai entrata in un anno elettorale che ci auguriamo non sia caratterizzato solo da slogan e promesse". Così la segretaria generale della Uil Pensionati dell'Umbria, Elisa Leonardi, ricordando "come dalla piattaforma unitaria dei sindacati dei pensionati, presentata a giugno 2022 ad Todi, le nostre istanze siano rimaste lettera morta".
"Il panorama generale – spiega Leonardi - è quello tracciato dal recente studio dell'Aur "Popolazione e crisi demografica: il caso dell'Umbria in un'Italia che invecchia". I numeri che emergono spiegano che, dati alla mano, gli under 24 sono meno numerosi degli over 65 di oltre 10 mila unità. Bisogna allargare la prima classe fino agli under 26 per superare lievemente gli over 65. I nati nel 2022 erano 4.951 mentre le persone che hanno compiuto 65 anni di età sono state 11.027. Le persone anziane, complessivamente, rappresentano un quarto della popolazione residente: sono infatti 228.572 i soggetti con più di 65 anni su un totale di 854.137 residenti, mentre gli over 55 sono 347 mila, pari al 39,4% dei residenti. Il sistema, dunque, oltre a parlare di crisi demografica, presta il fianco ad un invecchiamento notevole della popolazione e che ci fa mettere al secondo posto, dopo la Liguria. In questo contesto cambia anche la società, con la riduzione del numero medio di componenti i nuclei familiari e l'aumento delle famiglie unipersonali. In Italia l'Istat ha stimato che nel 2042 le famiglie unipersonali costituiranno il 37,5% del totale delle famiglie. Cresce anche il numero delle famiglie che vivranno sole. Saranno soprattutto le donne in queste condizioni".
"Un quadro generale – prosegue Leonardi – che inevitabilmente fa emergere bisogni e istanze che gli anziani pongono. In primo luogo quello della salute, per non parlare delle politiche abitative, dell'invecchiamento attivo e la mobilità. Tra queste la sanità è quella più messa in crisi. Dai territori soprattutto marginali, per esempio, sono spariti i medici di medicina generale, lasciando gli anziani esposti ad un disagio non secondario. E poi c'è il capitolo delle Case di comunità, che rischiano di essere un grande bluff. Ci auguriamo infatti che il cronoprogramma prosegua nel rispetto delle scadenze previste, ma speriamo soprattutto che non diventino cattedrali nel deserto, senza il personale sufficiente. Quello che chiediamo è dunque un cambio di passo e di mentalità, che metta al centro i bisogni dei cittadini. In questo senso abbiamo aderito alle mobilitazioni sulla sanità che ci sono state sul territorio e ribadiamo la nostra contrarietà al progetto del terzo polo ospedaliero di Foligno e Spoleto. Chiediamo alla politica e alla classe dirigente anche un cambio di approccio, affinché anche i pensionati passino dall'essere considerati bancomat a risorse e tutelati quindi come tali. Lo chiediamo alla politica regionale e ai rispettivi rappresentanti nazionali, impegnati nella scrittura di una complicata manovra, che non dovrà però essere una mannaia su sanità e servizi sociali".