(ASI-UNWEB)"Perugia non è Gomorra, ma il Comune non faccia lo spettatore per non disperdere il lavoro fatto in dieci anni dall'Amministrazione precedente.
Il clamore suscitato dal servizio della trasmissione “Fuori dal Coro” sulla situazione dell’ordine pubblico nella nostra città, con le polemiche che ne sono scaturite, racconta però dei fatti veri, anche se la “nostra” Perugia non merita di essere dipinta come una città in cui il crimine dilaga. Le preoccupazioni dei cittadini non devono essere però sottovalutate da parte di chi amministra, con segnali che destano preoccupazione. Sgombriamo il campo dalle strumentalizzazioni che qualcuno – a sinistra – ha tentato di fare. Ci sono voluti anni per restituire a Perugia la considerazione che aveva nel mondo, dopo anni di grande difficoltà, cioè quella di una città laboriosa, accogliente e piena di cultura, di vita e di giovani: non vogliamo certo tornare indietro. Se i cittadini ci rappresentano un problema, è sbagliato minimizzare. L’Amministrazione Ferdinandi non può continuare a sottovalutare quei segnali che ci giungono da alcune zone di Perugia. Il Governo Meloni sta mettendo in campo una serie di misure in tutta Italia, a cominciare da quelle contenute nel “Decreto Sicurezza”: strumenti come le “zone rosse”, a controllo rafforzato, ed una inversione di tendenza sugli organici delle forze dell’ordine per far fronte ai tagli dei Governi di sinistra, come fatto con la Legge Madia. Queste misure non possono trovare piena efficacia senza il concorso delle Amministrazioni locali che non possono essere solo disattenti spettatori. La Giunta deve mettere in campo quanto è di sua competenza, a cominciare dagli strumenti della recente legge regionale sul commercio e non mandare segnali di “dismissione”, come è stato con il nucleo di polizia locale di Fontivegge o del taser alla polizia municipale. Va adottato in tempi rapidissimi quel Regolamento comunale che permetterebbe di individuare delle “aree tutelate”, zone in cui stabilire restrizioni e prescrizioni che diano una stretta sui cosiddetti “locali problematici”. Non sfugge infatti a nessuno che alcune attività commerciali possono essere punti di ritrovo per la criminalità e per coloro che compromettono l’ambiente urbano e la sicurezza pubblica. Con un apposito Regolamento – tra l’altro sollecitato recentemente dall’opposizione in Consiglio comunale – il Sindaco non sarebbe più costretto ad ordinanze limitate e contingenti, che peraltro non sono state più rinnovate. L’altro importante aspetto su cui poter e dover intervenire è quello del risanamento sociale, che passa anche attraverso quello urbanistico. L’eredità dei dieci anni precedenti, quella dei grandi progetti per Ponte San Giovanni, Fontivegge, San Sisto ed altri, non va dispersa, ma va rafforzata, lavorando sul piano sociale e su quello della vera integrazione. Dobbiamo tutti insieme evitare che Perugia possa tornare ad avere problemi diffusi di sicurezza: la “prevenzione” è importante quanto la “repressione” e forse di più. Ribadiamo la nostra riconoscenza alle Forze dell’Ordine che, su questo piano, hanno sempre fatto la propria parte ogni giorno e ricordiamo che hanno assicurato alla giustizia i responsabili dei fatti richiamati dal servizio giornalistico. Come Fratelli d’Italia e come opposizione continueremo a dare il nostro contributo per una Perugia più sicura, così come abbiamo sempre fatto, ma che queste proposte non vengano poi sempre respinte soltanto per motivi di parte o ideologici. Il bene della città viene prima del bene di un partito. Per noi è scontato; ci auguriamo sia così per tutti." Così in una nota il Coordinamento comunale Città di Perugia e Fratelli D’Italia Gruppo consiliare comunale