(UNWEB) Perugia – "No al ritocco al ribasso di una legge datata: serve la costruzione di un modello di Polizia moderna ed efficiente". Questa la posizione della Uil Fpl alla luce del processo di revisione della legge regionale 1/2005, in corso in Regione. Un processo legislativo su cui la UIL FPL Umbria è intervenuta in audizione lunedì 17 mattina presso la I Commissione consiliare dell'Assemblea legislativa, formulando alcune proposte di modifica.
Il sindacato ha apprezzato l'opportunità di confronto, presentando una memoria articolata con proposte emendative concrete e di immediata applicabilità, mirate a correggere evidenti criticità del testo unificato. La UIL FPL sottolinea l'importanza di un approccio costruttivo e basato sull'esperienza operativa, evidenziando la necessità che tutti i soggetti auditi contribuiscano attivamente a un testo realmente migliorativo, concentrandosi prioritariamente sui temi fondamentali e unicamente con l'obiettivo di curare l'interesse dei cittadini, delle istituzioni e del personale tutto.
Sono tre i punti chiave su cui il sindacato chiede una netta inversione di rotta.
Primo: serve una copertura finanziaria. La UIL FPL giudica positivamente l'introduzione di nuovi istituti, come la previsione di dispositivi di autodifesa, nuove dotazioni, il supporto psicologico, il corso concorso unico regionale. Tuttavia, si rileva l'assenza totale di un fondo regionale dedicato. Senza risorse certe, queste misure rischiano di restare inapplicabili, come già accaduto in passato per il "numero unico d'emergenza", rimasto lettera morta per vent'anni e oggi in abrogazione.
Secondo: occorre garantire la sicurezza operativa. Forte preoccupazione viene espressa sulla norma che consentirebbe, di fatto, la pattuglia singola nei servizi esterni, delegando la scelta ai singoli regolamenti comunali. "Per la UIL FPL si tratta di un netto arretramento rispetto alla normativa vigente, mettendo a rischio l'efficacia del servizio e l'incolumità degli operatori", spiega il sindacato. È stato presentato un emendamento migliorativo che specifica i servizi (come pronto intervento e controllo del territorio) da espletare necessariamente con almeno due unità.
Terzo: serve investire, non abbassare gli standard relativi agli organici. La proposta di abbassare gli standard minimi (fino a 1 agente ogni 3000 abitanti nei Comuni piccoli) viene vista come un tentativo di legalizzare il sottodimensionamento cronico anziché contrastarlo, indebolendo il presidio sul territorio.
Oltre alle criticità, la UIL FPL avanza proposte costruttive che puntano ad una visione di lungo periodo, basata su formazione e partecipazione. Centrale è l'istituzione della Scuola Regionale per la Polizia Locale, non come nuovo ente, ma come articolazione specializzata della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica "Villa Umbra", prevedendo anche una sede distaccata nel ternano.
"Questa scelta", prosegue la nota, "permetterebbe all'Umbria di allinearsi ai modelli virtuosi di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, dove la formazione è incardinata in un polo regionale qualificato, stabile e omogeneo".
Infine, la UIL FPL ha chiesto l'apertura di un Tavolo tecnico permanente (Regione, enti locali, sindacati) per monitorare l'applicazione della legge, individuare criticità, proporre soluzioni e definire i dettagli applicativi (standard di sicurezza, dotazioni, regolamenti), assicurando che sia realmente condivisa ed efficace.
"Una riforma di questa portata non può limitarsi a enunciazioni di principio - dichiarano Jacky Mariucci, Segretario Generale della UILFPL Umbria, Andrea Russo e Antonio Checcarelli, del Coordinamento regionale per la Polizia Locale della UILFPL - Deve essere costruita su criteri tecnici, finanziari e amministrativi chiari, e con il pieno coinvolgimento delle parti sociali. Le nostre proposte emendative dimostrano la volontà di contribuire a un testo efficace. Chiediamo alla Regione un segnale chiaro sulla visione strategica che intende adottare: se vuole investire per una Polizia Locale moderna e sicura, o se prevarrà una logica di corto respiro che indebolirà il presidio sul territorio, a svantaggio degli operatori e dei cittadini".


