(ASI) – Perugia, – In Umbria, negli ultimi tre anni, sono state all’incirca 900 all’anno le donne sottoposte a trattamento chirurgico per il tumore al seno, con l’80 per cento degli interventi effettuati nei quattro ospedali più grandi della regione, mentre il 20 per cento nei restanti 8 presidi ospedalieri: per garantire sempre di più la sicurezza e l’appropriatezza delle cure e una migliore strategia terapeutica nell’interesse delle pazienti, su proposta dell’assessore regionale alla Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, la Giunta regionale dell’Umbria, ha approvato le linee di indirizzo alle aziende sanitarie regionali per l’istituzione in Umbria delle unità di senologia (“Breast Unit”), inserite nell’ambito della Rete oncologica regionale.
“Le Unità - ha spiegato l’assessore Barberini - adotteranno trattamenti certificati secondo il modello e le direttive europee che non saranno più eseguiti in generiche strutture, ma in 4 unità specializzate che riuniscono professionisti che, a diverso titolo, si occupano di tumore al seno e che potranno garantire alle pazienti interventi in sicurezza e le cure più appropriate ed efficaci in armonia con le linee guida internazionali e nazionali, mettendo a sistema le tecnologie e le professionalità, anche attraverso l’integrazione e la rotazione dell’equipe medica. La costituzione di pool itineranti di professionisti servirà anche a facilitare e promuovere la formazione e l’acquisizione di competenze tecnico professionali”.
La Breast Unit dovrà assumere un ruolo di coordinamento organizzativo, di definizione e monitoraggio degli standard operativi, di realizzazione di specifici percorsi assistenziali uniformi secondo il principio della multidisciplinarietà, nonché di garanzia della continuità assistenziale oltre a perseguire obiettivi finalizzati alla ricerca, alla formazione e all’accreditamento professionale. Tra gli obiettivi della struttura c’è la prevenzione primaria e secondaria, la mappatura dei rischi di natura genetica e familiare, la diagnosi e la messa in atto di tutti i provvedimenti terapeutici oggi disponibili, la riabilitazione e infine le cure palliative.
“Questo modello organizzativo – ha precisato l’assessore – oltre a permettere un’ottimizzazione delle risorse, impegna la sanità umbra alla più ampia integrazione, attraverso la condivisione di protocolli tra aziende ospedaliere e aziende territoriali per garantire una sostanziale equità di accesso alle prestazioni diagnostico terapeutiche in tutto il territorio regionale”.
L’assessore ha quindi puntualizzato che “il modello così com’è stato delineato sarà oggetto di un monitoraggio nel biennio 2016-2017 per la verifica dell’aderenza ai criteri e ai requisiti richiesti dalle linee giuda nazionali che stabiliscono in 150 il numero di interventi annui per ogni centro di senologia che dovrà essere presente in bacini di 250 mila abitanti. Attualmente in Umbria – ha evidenziato Barberini - le operazioni vengono effettuate in 12 diversi presidi con numeri molto bassi per alcune strutture. L’istituzione delle Breast Unit quindi, viene incontro ad un’esigenza di concentrare i trattamenti per aumentare così la qualità delle strutture e garantire la sicurezza delle pazienti”.
In riferimento alla situazione della nostra regione, Barberini ha evidenziato che “da anni sul territorio sono operativi i Gruppi Oncologici Multidisciplinari per la patologia mammaria (GOM) e che i dati, abbastanza in sintonia con le direttive nazionali, confermano come le scelte sinora adottate siano sostanzialmente in linea con i requisiti di una buona pratica clinica”.