“La nuova programmazione della Politica Agricola Comune ha finora portato in Umbria 57,3 milioni di euro. Da ottobre scorso ad oggi sono state pagate 17.516 aziende umbre, pari all’87,5% delle richiedenti aiuto per un valore totale di oltre 57,3 milioni di euro a fronte di 83,6 milioni richiesti”.

(ASI) A scattare la fotografia sugli aiuti comunitari finora concessi agli agricoltori umbri è l’onorevole 5stelle Filippo Gallinella, unico deputato umbro in Commissione Agricoltura alla Camera.

“Da marzo 2015, quando si è aperta la possibilità di fare domanda – precisa il portavoce parlamentare penta stellato - emerge che le aziende richiedenti aiuto diretto in Umbria sono state 21.283. Poco più di 16 mila in provincia di Perugia e poco più di 4 mila in quella di Terni. Di queste, 1077 non hanno avuto diritto all’erogazione perché sotto la soglia limite dei 250 euro. Il processo di riforma della Pac 2014-2020 si è svolto con regole nuove che hanno determinato complessità tali da far preoccupare non poco gli agricoltori sulle eventuali erogazioni di quanto dovuto”.

Tra i problemi maggiori, ricorda Gallinella, affrontati dagli agricoltori c’è lo slittamento dell’entrata in vigore della nuova programmazione di un anno e la difficoltà interpretativa delle nuove norme, come ad esempio quella sull’inverdimento, con conseguenti rinvii procedurali: “Qualche mese di ritardo nell’ottenimento delle erogazioni – afferma il deputato 5stelle - in un momento di crisi economica come questo, può far precipitare la situazione degli agricoltori e allevatori in difficoltà”.

In questo contesto, fa notare il deputato del M5S, si aggiunge una frammentazione delle scelte in materia agricola, ripartite tra la Commissione europea, il ministero dell’Agricoltura e le singole regioni. “Frammentazione – sottolinea Gallinella - che sarebbe opportuno superare a favore di una diretta e unica competenza statale sulle scelte in materia di politica agricola, evitando così gli ostacoli localistici. Queste considerazioni, però, non devono nascondere il fulcro delle problematicità, ovvero la riforma di Agea, tesa all’efficientamento, potenziamento e alla sburocratizzazione delle procedure di accesso e risoluzione delle controversie, sinora sempre rimandata e da noi continuamente e formalmente richiesta al ministro Martina che sul tema è sempre assente. Ci sono ancora aziende che attendono il contributo Pac e come abbiamo fatto dal nostro ingresso in Parlamento continueremo a monitorare ed a far pressione per migliorare ed accelerare le procedure”.


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