La segreteria regionale chiede di individuare nuove rotte e stabilità per la struttura
Emili e Cecchetti: pesante il carico fiscale su passeggeri, carenze regionali nella gestione
(ASI) – Perugia, “In ordine alla grave crisi che sta colpendo l’aeroporto San Francesco d’Assisi, intendiamo chiedere a tutte le istituzioni locali il massimo impegno affinché si adoperino per risolvere quanto prima la situazione di perdita di collegamenti aerei fino a oggi esistenti. Nello stesso tempo chiediamo un impegno forte per un futuro più stabile della struttura aeroportuale regionale attraverso la ricerca di nuove rotte, sia interne che internazionali, in modo da avvicinare l’Umbria al contesto internazionale. Ne vale la pena sotto l’aspetto culturale e turistico, ma anche commerciale”. Questa la richiesta dei segretari regionali di Uiltrasporti Umbria Alessandro Emili e Stefano Cecchetti a seguito delle vicende che stanno interessando lo scalo umbro.
“Qualora non si riuscisse a recuperare e incrementare i voli da e per l’aeroporto dell’Umbria – aggiungono Emili e Cecchetti – l’intera filiera turistica ne risentirebbe in modo negativo, viste le presenze di viaggiatori stranieri registrate fino a oggi. Allo stesso modo, dal punto di vista commerciale i collegamenti giornalieri persi con la capitale significherebbero un’importante limitazione per passeggeri interessati ad altre destinazioni internazionali che fanno scalo a Roma. La preoccupazione, inoltre e non per ultimo, va al rischio occupazionale a cui si sta andando incontro qualora perdurasse l’allontanamento di importanti compagnie come Alitalia e Ryanair. Il pesante aumento fiscale a carico delle compagnie deciso dal Governo Renzi, che poi si riversa sui passeggeri per l’appesantimento del ticket di viaggio, ha senza dubbio influito sulle decisioni di abbandonare il servizio reso allo scalo umbro”. “Pertanto – spiegano i segretari regionali di Uiltrasporti Umbria – va fatta pressione affinché vi possa essere un ripensamento che cancelli tale provvedimento da parte del governo centrale. Va pure detto che Sase spa e la Regione, anche dopo aver ottenuto la concessione ventennale per la gestione dello scalo, hanno dimostrando gravi carenze sia per quanto riguarda la ricerca del marketing che nel ritardo della ricerca di un partner privato esperto del settore del trasporto aereo”.
“La Uiltrasporti, al di là dell’aumento di passeggeri negli ultimi periodi – proseguono Emili e Cecchetti –, ha sempre sottolineato la pericolosità di affidarsi in modo quasi esclusivo a una compagnia low cost, strategia questa che non ha consentito la giusta tranquillità per la vita e l’autogestione economico-finanziaria dell’attività aeroportuale. Il partner industriale del ramo deve essere individuato al più presto, in modo da avere a disposizione capitali opportuni per il rilancio nel mercato, dando stabilità e crescita sul versante occupazionale oltre che all’attività turistico commerciale del territorio umbro”.
“Serve – concludono da Uiltrasporti Umbria – un immediato confronto tra tutte le realtà istituzionali, sociali e imprenditoriali umbre affinché si produca una vera strategia per il territorio, sicuramente oggi mancante, che rilanci l’importante ruolo turistico che l’Umbria riveste”.