(ASI) Perugia – In cinque anni ha raddoppiato il fatturato, passando da 25 a 50 milioni di euro. Ha un “portafoglio” di oltre 600 prodotti, cinque marchi, 300 professionisti che vi lavorano, di cui 180 dipendenti, esporta il 70 per cento della produzione in 70 Paesi nel mondo, detiene oltre il 60 per cento delle quote del mercato mondiale del tartufo bianco e nero, ha nove sedi in Italia ed all’estero, compresa la Tartufalba Morra, acquisita nel 1972. E’ la Urbani Tartufi di Scheggino, nata nel 1852 e che ha visto alternarsi alla direzione dell’azienda ben sei generazioni della famiglia Urbani.
L’azienda è stata visitata dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, accolta da Bruno Urbani – attualmente alla guida del Gruppo -, assieme ad Olga, Carlo e Gianmarco Urbani, dal sindaco di Scheggino, Paola Agabiti, presente la senatrice Ada Spadoni Urbani.
La presidente Marini ha potuto così visitare tutta l’azienda e gli stabilimenti di Sant’Anatolia di Narco dove avviene la lavorazione sia del tartufo e dei prodotti a base di tartufo, sia quella dei funghi, il recente “assett” di produzione che ha consentito alla Urbani una considerevole crescita ed espansione negli ultimi anni.
“Grazie ad un forte processo di internazionalizzazione e innovazione – ha spiegato Gianmarco Urbani alla presidente Marini - basato sulla ricerca, e soprattutto in virtù di una ampia diversificazione delle produzione abbiamo potuto acquisire significative e nuove quote di mercato sia nel settore dei tartufi che in quello dei funghi. Ed è stato quest’ultimo settore che ci ha garantito in questi anni una notevole crescita, tanto da poter dire che forse questo è il periodo più florido della nostra azienda di famiglia e prevediamo per il futuro una ulteriore crescita di fatturato ed occupazionale”.
Certamente hanno contribuito alla positiva fase di sviluppo della Urbani Tartufi una grande professionalità, un management competente, un rigorosa politica di qualità del prodotto ed un processo di controllo e sicurezza dello stesso di altissimo livello, ma forse la vera ricetta del successo di questa azienda è – usando le parole di Bruno e Gianmario Urbani – “il grande amore e passione per il tartufo, per la nostra terra, e per la nostra azienda di famiglia all’interno della quale ciascuno di noi Urbani svolge un suo specifico ruolo”.
Al termine della visita agli stabilimenti di Sant’Anatolia di Narco la presidente Marini ha visitato prima l’Accademia del Tartufo e successivamente a Scheggino il Museo del Tartufo, le recenti realtà cui ha dato vita la famiglia Urbani, oltre ad aver voluto istituire la “Fondazione Paolo Urbani”, in ricordo di “un imprenditore di successo ed un grande maestro di vita”, che ha come obiettivo “la tenace difesa del tartufo, della sua storia, della sua conoscenza, ma soprattutto della sua sopravvivenza e tutela nel futuro”.
“Questa visita – ha detto la presidente Marini - mi ha mostrato concretamente, e confermato, quanto siano di estrema importanza gli investimenti in innovazione e ricerca scientifica anche in settori produttivi legati all’agroalimentare. E mi ha fatto molto piacere constatare come le azioni che la Regione Umbria ha messo in campo, grazie al suo Piano di sviluppo rurale, siano state ben colte ed utilizzate dall’azienda Urbani Tartufi che ha potuto effettuare significativo investimenti proprio grazie alle risorse comunitarie. Investimenti che questa azienda ha effettuato sia per ciò che riguarda la ricerca che la dotazione di mezzi e tecnologie”. La presidente Marini, infine, ha positivamente sottolineato il fatto che grazie al “jobs act” la Urbani Tartufi ha potuto stabilizzare ben venti lavoratori, “segno questo – ha detto - delle importanti opportunità che le misure governative hanno prodotto in materia di lavoro ed occupazione”.