(ASI) Perugia– “E’ alquanto sterile, se non fuori luogo, la polemica di Enrico Flamini, segretario regionale umbro di Rifondazione comunista, nei confronti del Governo circa la vicenda di presunti tagli al Fondo nazionale antiviolenza. Cosa che non risponde assolutamente al vero”. E’ quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini che tiene inoltre a precisare che “per ciò che riguarda l’attività dei tre Centri umbri antiviolenza (Perugia, Terni e Orvieto) posso assicurare che, grazie all’impegno straordinario della Regione - che con l’ultima manovra di assestamento del bilancio ha erogato un contributo straordinario di 200 mila euro – essi potranno continuare ad operare”.
La presidente Marini, con riferimento alla vicenda del mancato riparto del Fondo nazionale per l’attività dei centri antiviolenza, spiega come esso sia stato determinato dal fatto che alcune Regioni (e tra queste non vi è la Regione Umbria che ha trasmesso nei tempi stabiliti al Governo tutta la formale documentazione) non hanno ancora formalizzato i rendiconti di attività, impedendo così la possibilità di effettuare il riparto in occasione dell’ulta riunione della Conferenza Stato-Regioni, che è stato, quindi, solo rinviato.
“Vorrei aggiungere – prosegue Marini - che grazie all’impegno ed alla sensibilità di questo Governo e del Ministro Maria Elena Boschi, titolare della delega alle Pari opportunità, sono state notevolmente incrementate le risorse statali per l’attuazione di politiche di genere e di lotta alla violenza sulle donne”.
“Devo anche ricordare – a proposito di richiami alla drammatica realtà delle violenze sulle donne - che in questi anni il mio impegno, quello di presidente della Regione e di donna – ha aggiunto Marini, - è stato e continuerà ad essere quello di contribuire a costruire quelle condizioni, culturali e in termini di servizi, a tutela della dignità e dell’integrità delle donne. E per rendere più forte ed evidente questo impegno ho voluto esercitare direttamente la delega per le Pari opportunità. In questi anni abbiamo ampliato in Umbria la rete antiviolenza, un sistema di servizi integrati che comprende alcuni Punti di Ascolto diffusi sul territorio regionale, il Telefono Donna attivo 24 ore su 24 presso il Centro regionale Pari Opportunità, i Centri Antiviolenza di Perugia, Terni e Orvieto, le case rifugio ad indirizzo segreto, con il personale dedicato per il ‘Codice rosa’ nei Pronto soccorso degli ospedali, ma anche con i progetti educativi nelle scuole, per un cambiamento culturale che inizi dai più giovani, ragazzi e ragazze, e con risorse finanziarie. Una rete che si integra con i servizi offerti dalle strutture socio-sanitarie, dalla rete ospedaliera e dalle associazioni di volontariato umbre. Tutto ciò è stato possibile anche grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione e dai Comuni”.
“I Centri sono nati grazie ad un progetto sperimentale nazionale e noi abbiamo sempre perseguito l’obiettivo di rendere permanente in Umbria la loro attività, tant’è che proprio la nuova legge regionale sulle politiche di genere (attualmente all’esame della terza Commissione consiliare e che auspicabilmente andrà presto alla discussione generale dell’Assemblea legislativa) prevede ancora ulteriori risorse affinché ciò – conclude Marini - possa concretamente realizzarsi”.