ComoPg10(ASI) Como. Peggio di così... Una giornata iniziata sotto buoni auspici, con il Perugia spigliato e propositivo nei primi 25 minuti, si chiude con una sconfitta pesante almeno quanto quella di Ascoli, un espulso ed una prestazione talmente brutta da rimettere in discussione diverse certezze acquisite.

O, se si preferisce, talmente sconclusionata da non poter essere presa per vera. Difficile analizzare le cause, o perlomeno quelle prevalenti. Probabilmente, più concause, ciascuna con un peso da analizzare che, combinate tra loro, hanno prodotto una miscela senza scoppio. Anzitutto, i grifoni, dopo l'inizio partita, non sono riusciti ad alzare i ritmi quando sarebbe servito per recuperare. L'ipotesi, da approfondire è se il richiamo di preparazione fatto da Bisoli durante la sosta abbia potuto appesantire le gambe: i biancorossi sono arrivati sempre secondi sulle palle vaganti, e hanno perso quasi tutti i contrasti. Poi, c'è da capire anche perché i grifoni non hanno mai avuto l'atteggiamento mentale giusto: dapprima, non hanno saputo tradurre in gol con cattiveria la superiorità iniziale; poi, preso il gol, non hanno saputo cambiare ritmo, gioco, misure e personalità per recuperare. Qui l'ipotesi è che qualcuno sia stato oltremodo disturbato dalle voci di mercato: ne hanno parlato sia Comotto che Bisoli nel dopo gara, segno che il problema in qualche modo c'è, anche se non dovrebbe influenzare più di tanto i professionisti. Infine, sul piano tattico, il Grifo è partito a razzo sulle fasce, per poi spegnersi quando Festa ha alzato i suoi terzini e asciugato le fonti del gioco perugino. Non ha convinto nessuno, poi (nemmeno il suo ideatore, che nel finale ha messo dentro Taddei) il ritorno al modulo 4/2/3/1. Una scelta dettata probabilmente dalla necessità di alternare i giocatori in vista del trittico di partite in otto giorni. Ma in molti si sono chiesti perché Bisoli abbia alterato un equilibrio tattico ormai positivamente consolidato, quello del 4/3/3 con il metronomo in mediana ad impostare. Il tecnico l'ha spiegata con l'indisponibilità di Del Prete e di Guberti, che gli avrebbe impedito di fare il 4/3/3 che lui ha in testa. Fatto sta che oggi il Perugia, quando doveva recuperare lo svantaggio, non ha affatto convinto sul piano dell'impostazione: palle buttare in avanti random, lentezza nei cambi di campo, gioco senza palla, fasce non sfruttate, nessuna profondità. Ardemagni non si è trovato mai al posto giusto nel momento giusto, ma chi doveva rifornirlo non ha fatto certo meglio. Parigini e Drole, dopo l'inizio spigliato, si sono impigliati tra le maglie degli esterni lariani, e lì si sono persi. Zapata ha avuto tra i piedi una delle quattro occasioni iniziali, e l'ha fallita da quattro passi, per poi scomparire da una partita in cui è stato chiamato a giocare in mezzo dietro il centravanti, cioè un ruolo e una zona di campo non suoi. Il centrocampo a due (Rizzo e Della Rocca, poi sostituito da Zebli) è andato progressivamente in sofferenza contro i dirimpettai comaschi. Dietro, Comotto a destra ha fatto quello che ha potuto, mentre Volta e Belmonte, a parte il gol preso colpevolmente, hanno poi retto l'urto delle incursioni avversarie, pur con qualche affanno di troppo. Spinazzola, ammonito, salterà il recupero col Vicenza di martedì, al pari di Belmonte, reo di un fallo da fermo tanto stupido quanto inutile. Coi veneti, dunque, emergenza totale di uomini per Bisoli. Una complicazione che si innesta in una situazione delicata, dopo la prestazione di oggi. Unica nota positiva è che il Perugia non avrà troppo tempo per macerarsi sulle ferite di Como. Però, certamente, nella partita di martedì -che, rinviata per nebbia, si giocherà nel gelo- al Perugia servirà ben altro rispetto a quanto mostrato nella gita in riva al lago di manzoniana memoria. Sul campo, nelle teste e nei cuori. In attesa che il mercato assesti le cose: ma questo, nel frattempo, non deve essere un alibi per nessuno.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia