(UNWEB) Spoleto, – Con la quinta e ultima edizione firmata da Monique Veaute, il Festival dei Due Mondi saluta il pubblico registrando oltre 31.000 biglietti emessi e un incasso record di 925.000 euro, traguardo che segna un incremento del 17% rispetto al 2024, edizione già di grande successo, ma soprattutto registra la migliore performance di botteghino delle ultime diciotto edizioni.
Il successo del Festival si deve all'apprezzamento della proposta artistica che ha fatto della pluralità dei linguaggi dell'arte, della sperimentazione e dell'apertura verso il nuovo la cifra distintiva di una direzione capace di intercettare le istanze del contemporaneo e di dialogare con un pubblico eterogeneo e curioso. Ma un ruolo significativo ha avuto anche la macchina organizzativa, che ha raggiunto in questi anni nuovi standard di gestione in tutti i settori garantendo risultati economici positivi, destinando crescenti risorse alla produzione artistica, migliorando l'esperienza degli spettatori e consolidando l'immagine e la reputazione del Festival sia sul territorio che a livello nazionale e internazionale.
La sessantottesima edizione del Festival dei Due Mondi ha ospitato 67 spettacoli per un totale di 106 rappresentazioni, quasi sempre tutti esauriti, con una media di occupazione ben oltre il 90%, cui si aggiungono le 100 repliche – tutte Sold Out – della istallazione Flux al Complesso monumentale di San Nicolò. Oltre 784 artisti di 53 compagnie hanno animato la città, il Festival ha impegnato uno staff di 280 persone, tra personale assunto e collaboratori, tecnici e di sala.
Della straordinaria offerta di spettacoli, quasi tutte esclusive italiane e nuove produzioni del Festival di Spoleto, Hadrian di Rufus Wainwright, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, ha fatto registrare il tutto esaurito, così come le due intense repliche di The Great Yes, The Great No di William Kentridge. Gli spazi di maggior capienza confermano i dati di crescita: con 1.500 spettatori ciascuno, Piazza Duomo ha ospitato due serate di grande richiamo internazionale – il concerto Rufus Wainwright Solo e la performance di Anoushka Shankar, regina del sitar, consolidando Piazza Duomo come uno dei luoghi dell'anima musicale del Festival. Grande successo anche per la serata-evento Novecento: il duello, con Baricco, Bollani e Rava, che ha trasformato Piazza Duomo in un teatro a cielo aperto che ha accolto 2.400 spettatori. La serata, trasmessa quest'anno in diretta su Rai 5 con ottimi dati di share, ha lasciato immagini destinate a entrare nella memoria storica del Festival.
Al Teatro Romano la danza ha registrato una partecipazione costante e appassionata: Impermanence della Sydney Dance Company ha richiamato 900 spettatori per ogni replica, mentre Urlicht Primal Light, con il Circa Ensemble e Franui Musicbanda, ha sfiorato i 1.000 spettatori per serata. Sono andate Sold Out la data unica infrasettimanale del dittico New Earth + Bolero X, firmato da Shahar Binyamini, e le due serate di Didon et Enée, firmate dalla coreografa Blanca Li, già molto apprezzata dal pubblico del Festival. Il concerto di Ben Böhmer, unica data in Italia, ha restituito l'energia di questa edizione facendo ballare 1.000 spettatori in piedi al Teatro Romano.
La rassegna musicale dei Concerti di Mezzogiorno, confermando l'apprezzamento della proposta, ha ampliato il numero delle repliche ed è stata ospitata in teatri con una capienza maggiore per soddisfare la crescente richiesta di pubblico. Il programma dei 15 concerti è stato seguito da oltre 3.700 spettatori e ha portato a Spoleto in esclusiva alcuni dei più rilevanti interpreti della scena internazionale: da Lea Desandre a Matthew Rose, da Benjamin Appl al Quartetto della Scala. Straordinaria accoglienza ha avuto il pianista Hayato Sumino che con la sua performance ha stregato il pubblico del Festival così come l'Amber Quartet direttamente dalla Cina. Sold Out anche gli appuntamenti del Jazz Club al Collicola con i concerti di Eleonora Strino, Francesca Tandoi e China Moses.
Tutto esaurito anche per gli spettacoli di prosa, che quest'anno hanno visto protagonisti alcuni tra i nomi più apprezzati del teatro italiano. Il Festival ha ospitato il debutto nazionale di Prima del Temporale, lo spettacolo autobiografico di Umberto Orsini con la regia di Massimo Popolizio; ha inoltre prodotto La cosmicomica vita di Q di e con Luca Marinelli; ha riportato in scena lo storico Edipus di Giovanni Testori con Sandro Lombardi diretto da Federico Tiezzi a trent'anni dal debutto e L'amore non lo vede nessuno, ultima opera di Giovanni Grasso per la regia di Piero Maccarinelli. Acclamato a Spoleto il ritorno del Berliner Ensemble con lo spettacolo Woyzeck, diretto dal regista e artista visivo Ersan Mondtag, accolto con grande favore da pubblico e critica.
Infine, cresce l'attesa per il Concerto finale di questa sera, Sold Out da settimane: il tradizionale appuntamento in Piazza Duomo chiude l'edizione 2025 e il quinquennio di direzione artistica di Monique Veaute. La Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer esegue la Quinta sinfonia di Gustav Mahler e conclude la sua residenza al Festival di Spoleto.
Il bilancio artistico
Nei cinque anni di direzione artistica di Monique Veaute il Festival di Spoleto si è attestato come uno dei più vivaci laboratori di espressione artistica contemporanea, capace di intrecciare linguaggi diversi per leggere e raccontare il nostro presente. L'edizione più recente ha messo al centro temi cruciali dell'attualità, affidandoli a opere che, attraverso la forza del teatro, della musica e della narrazione visiva, stimolano riflessioni profonde. In Hadrian di Rufus Wainwright, l'amore tra l'imperatore romano e il giovane Antinoo diventa l'occasione per esplorare il tema delle differenze di genere e identità, in un'opera lirica che per la prima volta sovverte i canoni tradizionali e dà spazio a un sentire queer, intimo e politico insieme. Con Woyzeck, portato in scena dal Berliner Ensemble con la regia visionaria di Ersan Mondtag, il palcoscenico si è trasformato in un grido muto contro la violenza e il femminicidio: la vicenda tragica del soldato e della sua compagna Marie si fa specchio delle disuguaglianze sistemiche e dell'oppressione che ancora colpiscono il corpo femminile. La lotta tra libertà e sfruttamento prende vita in The Great Yes, The Great No di William Kentridge, spettacolo che fonde videoarte, musica e disegno per denunciare i meccanismi del potere globale, tra colonialismo, resistenza e ingiustizia sociale. Infine, Le cosmicomiche di Italo Calvino, nell'adattamento teatrale di Luca Marinelli, ci conducono in un viaggio poetico dove il confine tra scienza e narrazione svela l'urgenza di ripensare il nostro rapporto con il pianeta e con le sue trasformazioni, riflessione da cui deriva anche il tema dell'edizione 2025 Il canto della terra.
La musica ha mantenuto un ruolo centrale nella programmazione, riaffermando la vocazione originaria della manifestazione come luogo d'elezione per la grande musica dal vivo, ma aprendosi al contempo a nuove forme e contaminazioni. Accanto alle produzioni operistiche di respiro internazionale, il Festival ha ospitato orchestre, ensemble e solisti capaci di spaziare dal repertorio classico alla musica contemporanea, dal barocco rivisitato alle sonorità sperimentali. La presenza delle due orchestre in residenza — la Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer e l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Antonio Pappano, la voce delle donne, con performance straordinarie di Barbara Hannigan e Mariza, di Rihannon Giddens, Angelique Kidjo, Dianne Reeves, il Jazz di Brad Mehldau o le sperimentazioni di Oneothrix Point Never hanno raccontato la complessità del mondo attraverso le sue infinite modulazioni.
La presenza di coreografi e compagnie di fama internazionale come Sharon Eyal, Blanca Li, Mourad Merzouky, Jonas&Lander, Shahar Binyamini, la Sydney Dance Company, Circa, Yoann Bourgeois, Anne Teresa De Keersmaeker, Marco Goecke, Wayne McGregor, Marie Chouinard e Mehdi Kerkouche ha trasformato il Festival di Spoleto in un autentico crocevia dell'avanguardia coreografica contemporanea. Le loro creazioni, tra sperimentazione fisica, ricerca visiva e drammaturgia del corpo, hanno dato vita a un panorama coreutico ricco e diversificato, capace di attraversare confini stilistici e culturali. Spoleto si conferma così come uno dei pochi palcoscenici italiani capaci di offrire una visione completa e coraggiosa della danza d'oggi, tra innovazione, contaminazione e profondità espressiva.
Il lascito artistico di questi anni è dunque una visione del Festival dei Due Mondi non solo come spazio di rappresentazione, ma luogo di confronto, dove l'arte diventa specchio critico del presente. Tutto questo ha un solo obiettivo: lasciare agli artisti la piena libertà espressiva, perché solo in uno spazio libero e aperto, senza condizionamenti, l'arte può davvero interrogare, emozionare e trasformare.
Il bilancio gestionale
Nel corso dell'ultimo quinquennio, grazie a una gestione attenta ed efficiente del team guidato da Paola Macchi, i risultati economici della Fondazione sono stati in costante crescita. Sono stati effettuati importanti investimenti per il miglioramento della fruibilità degli spazi di spettacolo ed è stato accantonato oltre un milione di euro, che ha permesso di affrontare una serie di interventi anche strategici – tra cui il ripristino del capannone di scenografia, senza generare nuovi debiti e garantendo la piena sostenibilità economica dell'operazione. È stato costituito un tesoretto di liquidità che alla fine del 2024 era di quasi 2 milioni di euro. Tutto ciò garantendo ogni anno più risorse alla parte artistica per la programmazione degli spettacoli.
A supportare questo trend virtuoso è stata anche la crescita dei ricavi propri. La vendita dei biglietti ha superato, anno dopo anno, i dati delle edizioni precedenti, fino a raggiungere – in questa 68ma edizione – il record degli ultimi diciotto anni. Un risultato che riflette non solo l'interesse suscitato dagli spettacoli, ma anche un accurato lavoro sul fronte del marketing e della comunicazione, dalla profilazione del pubblico e alla costruzione di una community attiva, destinata a produrre risultati anche nel futuro.
A partire dal 2021 è stato avviato un importante lavoro di ricognizione e recupero del patrimonio storico del Festival, con l'obiettivo di gettare le basi per la creazione di un museo. Oggi, grazie all'inventario completo di documenti e materiali, si è pronti per avviare il processo di catalogazione. In collaborazione con la Regione, è inoltre in corso la digitalizzazione dell'intero archivio cartaceo, comprese tutte le locandine e i programmi di sala dal 1958 a oggi, per garantirne la conservazione e renderli accessibili al pubblico.
Infine, è stato tracciato un chiaro percorso verso obiettivi di sostenibilità. I processi produttivi sono stati rivisti in chiave sostenibile e, soprattutto, il Festival ha assunto il ruolo fondamentale di sensibilizzare l'opinione pubblica. Questo è avvenuto attraverso convegni, la partnership con la RAI, le conferenze del prof. Stefano Mancuso, i progetti speciali, i green corner e numerose altre iniziative che testimoniano l'impegno del Festival verso una cultura sempre più consapevole e sostenibile.
Il Festival ha coinvolto attivamente centinaia di studenti con progetti didattici, percorsi laboratoriali e stage curriculari rafforzando il legame tra il Festival e il territorio.
La 68ma edizione del Festival dei Due Mondi è stata promossa dal Ministero della Cultura, dalla Regione Umbria e dalla Città di Spoleto con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Sono più di trenta i partner, gli sponsor e gli sponsor tecnici che hanno sostenuto la realizzazione della manifestazione. Il sessantottesimo Festival dei Due Mondi è realizzato con il sostegno di Fondazione Carla Fendi (Main Partner), Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e Banco Desio. Si ringraziano: Monini (Official Sponsor); Intesa Sanpaolo (Premium Supporter); la Camera di Commercio dell'Umbria; Italmatch Chemicals, Arvedi AST Terni, Meccanotecnica Umbra e Susa Trasporti (Partner); Fabiana Filippi, Tomasini Francia – Rolex, Emu e Biosolution (Sponsor); VUS COM (Supporter); il Gruppo Hera Comm (Sustainability Partner); Apa (Advertising Partner); Il Castello di Postignano (Hospitality Partner) e gli altri sostenitori, partner e sponsor tecnici. Media Partner della manifestazione sono: RAI (Main Media Partner), la Repubblica, Il Messaggero.
Prolungata la mostra dei costumi in via Saffi
A seguito dell'ottimo riscontro di pubblico, la mostra In scena. L'arte dei costumi al Festival di Spoleto a cura di Monica Trevisani resterà aperta fino a domenica 21 settembre 2025, sempre in via Aurelio Saffi 12, dove è disponibile anche il merchandising ufficiale del Festival. L'esposizione, a ingresso libero, celebra la storia del Festival dei Due Mondi di Spoleto attraverso una selezione di costumi d'archivio e bozzetti.
Sarà visitabile dal venerdì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, e tutti i giorni durante la settimana di Ferragosto con gli stessi orari.
Un'estensione che valorizza un progetto capace di riportare in vita, attraverso i costumi, l'identità profonda del Festival.
Il manifesto di William Kentridge
Il merchandising ufficiale del Festival, personalizzato quest'anno dall'immagine del manifesto ufficiale firmato da William Kentridge, è disponibile presso il Box Office di Via Saffi e del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Saranno ancora in vendita gli oggetti personalizzati con l'identità visiva dell'edizione 2025. Anche il merchandising ha registrato una crescita sensibile di vendite rispetto agli anni precedenti.