(ASI) Perugia - Il 26 febbraio ricorreva il ventesimo anniversario della morte della Regina Giovanna di Savoia, moglie del Re Boris III, morto nel 1943, avvelenato dai nazisti. È sepolta ad Assisi , in una semplice cappella dei frati francescani. Visse anni molto difficili, dovette conoscere il nazismo e il comunismo. Fu costretta ad andarsene dalla Bulgaria dopo il referendum in cui vinse la repubblica con il 90 per cento dei suffragi. Il comunismo che si era insediato in Bulgaria sotto l’egemonia sovietica non la agevolò in nulla, neppure quando chiese che le fosse data la possibilità di portare con sè i suoi ricordi, specialmente la sua biblioteca. Le risposero che era troppo pesante. Conobbe l’odio che il governo italiano le tributò con il rifiuto di accoglierla, i comunisti italiani non l’avevano gradita, visto l’affettuoso attaccamento a Mosca da parte di Palmiro Togliatti. Con l’umiltà che sempre la contraddistingueva, chiese di andare in Egitto dove si trovavano sua madre la Regina Elena e il padre Re Vittorio Emanuele III. Poi venne accolta dal generale Franco, difensore dimenticato del cristianesimo. Dopo il matrimonio del figlio, lasciò la Spagna per andare in Portogallo, dove viveva il Re Umberto II. La sua casa era molto vicina a quella del sovrano, e godette della sua compagnia. Ironia della sorte il Re visse 37 anni in esilio prima di morire, lei ne visse 38 , la sua morte avvenne il 26 febbraio del 2000. Questa regina e il suo consorte Re Boris III, durante il periodo bellico riuscirono a mettere in salvo 48 mila ebrei perseguitati da Hitler, e per questo gli Stati Uniti e lo stato di Israele resero omaggio alla famiglia reale bulgara e a Re Boris III: “ Giusto tra i Giusti”. Non so quanti italiani il 26 febbraio si ricorderanno di andare a rendere omaggio a questa sfortunata regina. Da parte mia vi porterò una rosa rossa, per onorare questa sovrana e per non dimenticare che la storia italiana è stata costruita per millennio dalla dinastia sabauda.
Emilio Del Bel Belluz