(ASI) Intervista all’avv. Daniele Corvi, direttore artistico del Love Film Festival di Perugia, sull’odierna situazione del cinema italiano.
Come vede la situazione del cinema oggi?
E’ un momento difficile, forse il più duro dal dopo Guerra a oggi. Tuttavia, se consideriamo che alcuni dei film più belli del cinema italiano sono stati realizzati dopo la Seconda Guerra mondiale, forse la difficoltà del momento potrà dare un nuovo slancio creativo. Quello che mi preoccupa, però, è la situazione a livello lavorativo. I lavoratori dello spettacolo hanno manifestato la loro difficoltà ed è quanto mai necessario che il Governo si appresti a dare delle tutele e delle garanzie.
Lei si è occupato del problema dei lavoratori dello spettacolo, giusto?
E’ da più di dieci anni che mi occupo, sia a livello professionale che accademico, di diritto dello spettacolo e in particolar modo con un’attenzione ai lavoratori dello spettacolo. Ho fatto da consulente a un disegno di legge nel 2011 e anche a uno nell’attuale legislatura, che è depositato al Senato. In estrema sintesi, posso sottolineare che il problema è che i lavoratori dello spettacolo non hanno tutele sia in caso di disoccupazione, è molto difficile per loro alle giornate lavorative annuali per maturare le pensioni e manca qualsiasi tipo di sussidio. Essi sono lavoratori come tutti gli altri, ma ha una prestazione che si avvale di una vis creativa che li rende pertanto speciali. Questa specialità fa sì che in termini pratici sono lavoratori di serie b. Molti pensano che siano ricchi e famosi e che non abbiamo bisogno di tutele, ma questa è una ristretta cerchia a cui si aggiungono i calciatori di Serie A, che sono stati assimilati giuridicamente negli anni ’80. In realtà il mondo dei lavoratori dello spettacolo è molto grande e comprende una varietà di artisti e tecnici specializzati, indispensabili per la realizzazione di film, concerti, spettacoli teatrali, di danza, circensi e altre forme di intrattenimento che erano in difficoltà prima e che con la crisi dovuta al Covid-19 complica ulteriormente la loro situazione. La cosa che sconvolge è che l’unico testo di riferimento rilevante vigente è del 1947 e che a oggi nessun Governo né di destra né di sinistra si è mai occupato seriamente di dare dignità a questi lavoratori e di adeguarli agli standard europei. Pensiamo che in Germania molti lavoratori dello spettacolo hanno avuto un sussidio di 3000 euro per l’emergenza Coronavirus
Il cinema potrà tornare alla normalità?
Dal 15 giungo le sale riapriranno con le dovute accortezze: distanziamento, niente vendita di genere alimentari e bevande, obbligo di mascherina e misurazione della febbre. Insomma, guardare un film vicino al proprio partner a mangiare poc corn sarà tecnicamente impossibile e con tutte queste accortezze gli incassi ne risentiranno particolarmente. Quanto alle produzioni potranno tornare al lavoro, ma con protocolli rigidi che varieranno a seconda dei soggetti. Ad esempio gli attori avranno l’obbligo di mascherina sul set, ma ovviamente non in scena, mentre il microfonista dovrà avere mascherina ffpp2 e visiera e addirittura parrucchieri e truccatori con tute integrali. Temo che la ricaduta economica sarà rilevante, anche per i rallentamenti che dovranno subire le produzioni. Personalmente sale cinematografiche e produzioni dovrebbero avere dei sussidi, perché il settore rischia di avere una crisi economica molto seria.
E in Umbria cosa si prospetta?
Il territorio dell’Umbria ha una grande vocazione cinematografica, finora mai espressa. Il fatto che sia vicino a Roma e sia un’area Covid free potrebbe spingere molte produzioni a scegliere la nostra terra. Speriamo che sia quanto prima attiva la Film Commission perché potrebbe essere un momento propizio per sfruttare il desiderio di ripresa e dare un bel sostegno al turismo. Paradossalmente l’Umbria potrebbe diventare nuova terra del cinema in questo difficilissimo momento storico.
Che cosa pensa del progetto Fondazione Umbria Film Commission?
E’ un progetto serio e necessario. L’Umbria si adeguerebbe alle altre 13 Fondazioni Film Commission, inoltre con la struttura di una fondazione si avrebbe la giusta veste giuridica per avere la giusta autonomia sia per ricevere fondi e finanziamenti.
Quali sono pregi e criticità del progetto?
E’ un progetto fortemente voluto, pensiamo che è stato avviato da una giunta di centro-sinistra e sarà terminato da una di centro-destra. Quindi c’è una volontà trasversale di farlo funzionare. L’assessore Agapiti ha capito l’importanza della cosa e penso, a breve, la Fondazione vedrà la luce. Anci Umbria, il Comune di Terni e, in particolare modo, il Comune di Perugia con il sindaco Romizi, l’assessore Varasano e la consigliera delegata al cinema Francesca Vittoria Renda stanno lavorando da tempo con la Regione per cercare di creare un organismo efficiente ed efficace. Già è un bel segnale che questo progetto stia rispettando i tempi previsti, superando, anche grazie all’incessante lavoro dei dirigenti della Regione, i rallentamenti che potevano nascere da “sanitopoli”, dalle elezioni con cambio di giunta o dalla crisi Covid-19. Sarà, comunque, molto importante che il futuro CDA e soprattutto il direttore facciano funzionare al meglio la struttura, promuovendola bene e valutando attentamente i film da finanziare. Diciamo che i presupposti ci sono tutti per una bella riuscita, a cominciare dal progetto commissionato da Anci Umbria a Silvio Maselli, che ha dato importanti indicazioni su come deve essere e come deve agire la futura Film Commission.
Anche i Festival umbri ricominceranno?
Alcuni stanno per partire ed è un significativo segnale. Ovviamente non potranno essere come quelli degli anni precedenti, ma è importante che si torni alla normalità e che ogni festival dia il suo contributo. Diciamo che la creatività e l’inventiva potranno essere un valore aggiunto.
Il Love Film Festival di Perugia si farà nel 2020?
Sì. La sesta edizione è stata rinviata da maggio a novembre. Non potrà essere come quello che avevamo pensato. Ospiti ed eventi saranno cambiati e adattati alla situazione. Spero che a novembre la situazione si sia normalizzata del tutto, così da fare eventi più condivisi con il pubblico. Ovviamente dovremmo fare incontri via web e prendere le dovute cautele in sala, però confido che si possa realizzare e siamo in linea con il Comune di Perugia per questo.
Quali saranno le novità del nuovo Love Film Festival?
Avevamo annunciato che la tematica sarebbe stata quella della famiglia, ma con una particolare attenzione al ruolo della donna. Abbiamo in mente di organizzare un evento collaterale legato al fumetto e di bandire un concorso letterario per ragazzi con dei premi in denaro per stimolare l’inventiva di giovani autori, perché le buone idee non devono mancare mai, ma devono essere anche supportate. Poi sicuramente avremo ospiti e film di rilievo che non saranno identici al Festival che avevamo programmato per maggio. Diciamo che avevamo ragionato per maggio su un Festival per i grandi numeri con diversi eventi di forte richiamo popolare e con ospiti internazionale, mentre l’edizione di novembre sarà incentrata più sui contenuti della famiglia, della donna con uno sguardo alla situazione economica-sociale contingente. L’emergenza Coronavirus ci ha portato a fare riflessioni e valutazioni che danno luogo a inevitabili cambiamenti alla programmazione, che sarà comunque di qualità. Nel 2021, invece, speriamo di organizzare una settima edizione di forte richiamo di profilo internazionale.
La ringraziamo per la Sua disponibilità.