DSC 0057Mons. Boccardo: «La presenza di S. Ponziano nella nostra comunità non è per portarci fortuna o allontanare i mali, ma per ricordarci continuamente la chiamata ricevuta nel Battesimo»

(UNWEB) Spoletol.Nel pomeriggio di giovedì 14 gennaio 2021 nel Duomo di Soleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto i Secondi Vespri della festa di S. Ponziano, martire, patrono della Città e della Diocesi. La celebrazione è iniziata con la Cattedrale a luci soffuse per il rito del lucernario. Nell’area del presbiterio sono stati posizionati gli stendardi dei Santi e Beati della Diocesi; al centro, dinanzi l’altare maggiore, la reliquia di S. Ponziano. L’Arcivescovo ha acceso prima le candele intorno alla sacra testa del Patrono e poi quello sotto ogni stendardo dei Santi e Beati. Dopo sono state accese tutte le luci della Cattedrale.

«Quale messaggio possiamo allora raccogliere questa sera dal nostro Patrono?», ha detto il Presule nell’omelia dei Secondi Vespri. «Ponziano – ha proseguito - è stato un “uomo di fede”, unito a Cristo, permeato dalla novità del Vangelo e convinto che averlo come bussola della propria vita costituisce un grande vantaggio. Dal silenzio delle sue reliquie, San Ponziano pone allora una domanda pressante a ciascuno di noi personalmente e a tutti noi come popolo cristiano: “Che cosa hai fatto del tuo Battesimo? Quali frutti ha portato e porta ancora nella tua vita?”. Perché il sacramento ricevuto non può essere per il cristiano un lontano ricordo, ma deve diventare una sorgente viva di grazia e di impegno, di conversione e di misericordia. La domanda del Patrono, che vogliamo lasciar risuonare nel profondo del nostro cuore, provoca necessariamente un esame di coscienza e una seria revisione di vita. La presenza di San Ponziano nella nostra comunità – ha concluso l’Arcivescovo - non è per portarci fortuna o allontanare i mali, ma per ricordarci continuamente la chiamata ricevuta nel Battesimo e alla quale siamo invitati a rispondere nell’arco della nostra esistenza su questa terra: diventare ogni giorno discepoli e testimoni del Signore Gesù e del suo Vangelo, che ancor oggi deve modellare scelte e comportamenti per rendere la vita del nostro mondo più bella e ricca di significato per tutti».

Al termine dei Vespri si sarebbe dovuta tenere la tradizionale processione - aperta da un corteo di cavalli a ricordo del fatto che S. Ponziano è raffigurato quasi sempre a dorso di un cavallo ed è definito “Felice cavaliere del cielo” – per riportare la reliquia del Santo nella Basilica a lui dedicata. A causa delle norme in atto per evitare il diffondersi del Coronavirus non è stato possibile organizzarla. L’Arcivescovo, insieme ad alcuni Canonici, a bordo di un pulmino guidato da don Vito Stramaccia parroco di Montefalco, ha recato la sacra testa di Ponziano nella chiesa che la custodisce tutto l’anno. È stato percorso lo stesso tragitto della processione. «Abbiamo vissuto – ha detto mons. Boccardo - una processione tanto diversa da quella abituale ma non per questo meno significativa: lungo le vie della nostra Città ho implorato, a nome di tutti voi, l’intercessione di S. ponziano sul popolo di Spoleto e ho chiesto particolarmente per la questa comunità e i suoi abitanti la difesa e la protezione dal virus che attanaglia il mondo».


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