20211010 084712 resized(UNWEB)  Perugia. "I care", letteralmente "mi prendo cura": è questo lo slogan scelto dagli organizzatori per caratterizzare l'edizione 2021 della Marcia della Pace Perugia-Assisi che ha preso il via nel corso della mattinata del 10 ottobre dai giardini del Frontone del Capoluogo umbro.

"I care" è un termine utilizzato da Don Milani ed apposto all'ingresso della scuola di Barbiana per rappresentare le finalità educative di una scuola orientata a promuovere una forma di attezione per l'altro, sollecitando una presa di coscienza civile e sociale.

Una marea di persone ha riempito in ogni spazio l'area posta di fronte al monumento del XX giugno, uno dei simboli di Perugia, con bandiere, striscioni o semplici cartelli.

Importante, come sempre, la partecipazione delle Istituzioni, con gonfaloni provenienti da tutte le città, province e regioni d'Italia. In prima fila quelli della Città di Perugia, della Regione dell'Umbria, della Provincia di Perugia con i rispettivi amministratori.

A portare il saluto dal palco, oltre agli organizzatori con Flavio Lotti in primis, sono stati il sindaco di Perugia, la presidente della Regione dell'Umbria, il vice presidente della Provincia di Perugia, il sindaco di Vicchio (Firenze) nel cui territorio sorge la scuola di Barbiana di Don Milani, il Cardinale Bassetti presidente della Cei ed Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.

Lotti, in avvio, ha inteso ringraziare prima di ogni altra persona Aldo Capitini, perugino simbolo della non-violenza, che proprio 60 anni fa diede avvio alla prima marcia della pace. La Marcia- ha ricordato- per Capitini è un luogo di incontro, una "grande assemblea in cammino". E nell'edizione 2021, nelle intenzioni degli organizzatori e partecipanti, vi è la volontà di partecipare per sostenere tutti coloro con non hanno la pace: gli 82 milioni di cittadini nel mondo in fuga dai conflitti, oppure i difensori dei diritti umani minacciati.

A fare gli "onori di casa" è stato il sindaco di Perugia, presente insieme agli assessori alla sicurezza-protezione civile ed al marketing territoriale-turismo.

All'indomani dei fatti di Roma accaduti ieri, il Primo cittadino ha voluto esprimere solidarietà alla Cgil condannando nel contempo ogni forma di violenza ed intimidazione.

Un pensiero affettuoso è stato poi rivolto ad una persona che era solita partecipare alla marcia, ma che ora non c'è più, perché sconfitta dal covid, l'imam di Perugia Abdel Qader.

Il sindaco, preparandosi alla marcia, ha inteso ricordare il suo passato nei boy-scout quando era solito intonare la canzone "un'altra umanità". Ebbene in questa occasione ritroviamo questa umanità nei volti dei partecipanti, negli sguardi, nelle bandiere e nei gonfaloni, in tutto ciò che compone, cioè, la marcia che è assemblea in cammino.

La città di Perugia condivide pienamente il motto scelto per l'edizione 2021 della marcia "I care", perché prendersi cura significa "avere a cuore".

Il sindaco ha tenuto a sottolineare come la marcia sia diventata un vero e proprio simbolo della pace, capace di attrarre partecipanti da tutta Italia e da tutto il mondo; per questo ha rivolto un invito a tutti a sostenere la richiesta volta al riconoscimento dell'iniziativa quale patrimonio dell'umanità.

Anche la presidente della Regione, nell'esprimere solidarietà alla Cgil, ha sostenuto come la marcia sia un'ulteriore testimonianza della ferma condanna verso ogni forma di violenza. E' bello quindi vedere i gonfaloni delle città italiane e, soprattutto, così tante persone farsi portavoce di un messaggio di speranza, riaffermando i principi della fraternità che devono unire tutti i popoli.

Si è unito spiritualmente al messaggio della Marcia anche il Cardinale Bassetti che, proprio in occasione dei 60 anni dell'evento, ha parlato di iniziativa che conferma un impegno che prosegue senza sosta da tanti anni. L'impegno, ancora oggi attualissimo, è quello di prendersi cura dell'altro, perché purtroppo ancora oggi da più parti si odono grida di dolore e richieste di aiuto. Per questo la pace diventa una conquista che richiede lotta e tenacia, ma ancor prima un cammino in salita che tutti insieme dobbiamo compiere.

Ai partecipanti è giunto anche il saluto del Presidente della Repubblica, secondo cui la marcia è ancora un volta un segno di speranza in questo tempo di cambiamenti e responsabilità. Si tratta di un evento che ha messo radici profonde nella comunità per far capire che la pace non solo è possibile ma è un dovere per tutti. Tutti cioè dobbiamo operare per costruirla in ogni nostro agire quotidiano.

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