(UNWEB) Perugia. Il sindaco di Perugia, Andrea Romizi e Giovanni Papaleo, Chief Operating Officer del Gruppo Acea, hanno visitato la mostra allestita da Umbra Acque a Palazzo della Penna (in collaborazione con l'Assessorato comunale alla Cultura) intitolata “Come Perugia ha vinto... la sete” che racconta con fotografie, materiali e documenti la storia moderna degli acquedotti (dal 1890 al 1935) che hanno dato “da bere” a Perugia. Un percorso allestito in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, durante il quale Marino Burini (dirigente di UA), ha fornito agli ospiti spunti, dettagli e curiosità per capire come la città abbia storicamente affrontato la questione dell’approvvigionamento idrico.
Alla visita erano presenti anche l'Ad di Umbra Acque, Tiziana Buonfiglio, il presidente della società del servizio idrico, Filippo Calabrese, l'assessore alla Cultura Leonardo Varasano, Lucio Ubertini (Unesco, Chair in Water Resources Management and Culture in rappresentanza del Ministero della Transizione Ecologica), il vicepresidente di UA Lamberto Marcantonini e le consigliere Federica Lunghi, Isabella Ippolita Soldani e Patrizia Vasta.
“Queste mostre sono fondamentali poiché ci consentono di apprezzare in profondità quello che è stato fatto in passato – ha affermato Giovanni Papaleo, Chief Operating Officer del Gruppo Acea -. E forse dovremmo prendere spunto dall'efficienza e dall'efficacia di ciò che veniva realizzato molto più velocemente di oggi. Probabilmente un tempo si aveva molta più cura per questo bene importante come l'acqua. Oggi – ha spiegato - noi italiani siamo i più grossi consumatori di acqua in Europa e non facciamo nulla per migliorare questa situazione. Temo che in futuro però saremo in grossa difficoltà per la mancanza di acqua, causata dai cambiamenti climatici e dalla mancata cura della gestione di un bene così essenziale. A mio avviso siamo però ancora in tempo per recuperare. Come Acea – ha concluso Papaleo - stiamo facendo grandissime attività di investimento e riduzione delle perdite e ci auguriamo che le future generazioni apprezzino ciò che stiamo portando avanti: abbiamo infatti il triste primato di essere quelli che lasciano un mondo peggiore di quello che abbiamo ereditato dai nostri genitori. E su questo dobbiamo assolutamente rifarci”.
“Voglio esprimere tutto il mio apprezzamento per le iniziative organizzate da Umbra Acque in collaborazione con l'Assessorato comunale alla Cultura e l'Università per Stranieri – ha detto il sindaco Romizi -. Iniziative che hanno anche il pregio di mantenere una storia che è fatta di tecnica, professionalità e passione. Una storia che dà anche la misura di quanto sia preziosa una risorsa come l'acqua che non è illimitata. Un bene – ha aggiunto - che va dunque custodito con cura e che è possibile anche con l'integrazione tra reti diverse con territori che lavorano in collaborazione e non in contrapposizione. E ringrazio infine Acea – ha aggiunto -, nella persona del direttore generale Papaleo, per l'attenzione che rivolge al nostro territorio e per la presenza che per noi è decisiva per affidabilità e professionalità che viene interpretata al meglio grazie al lavoro dei dirigenti e dei tecnici di Umbra Acque”.
Le prossime visite guidate sono fissate per martedì 5 aprile alle ore 15 e alle 16 (info e prenotazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 075 9477727). Negli altri giorni gli orari di visita sono quelli del museo di Palazzo Penna. Sempre il 5 aprile nell'ambito delle iniziative organizzate da Umbra Acque, alle ore 17 letture di Michela Morelli su “Il lago Trasimeno e la balaustra sul mare della valle umbra: pittori, pittrici e paesaggi d’acqua tra preraffaelliti e futuristi”. A seguire Daniele Piccini su “I corsi d’acqua nella poesia di Mario Luzi”.
LA SCHEDA
La mostra (visitabile fino al 5 aprile) mette in risalto il lavoro e l’ingegno delle donne e degli uomini che hanno realizzato gli acquedotti moderni di Perugia. Passati i tempi dei pozzi etruschi e delle cisterne romane, infatti, Perugia già dal 1200 va alla ricerca di acqua dalle sue colline e con la realizzazione dell’acquedotto medievale di Monte Pacciano celebra la grandiosa fontana di Piazza facendo zampillare l’opera adornata da Nicola e Giovanni Pisano. Per ben sei secoli questo è rimasto l’unico acquedotto che riforniva la città, croce e delizia visto il tanto tempo in cui per vicissitudini varie, l’acqua non arrivava in città. Solo alla fine del 1800, dopo decenni di discussioni e dispute, Perugia decide di costruire un nuovo acquedotto, andando a prendere l’acqua dalle sorgenti di Bagnara a Nocera Umbra con un acquedotto lungo oltre 44 chilometri con una galleria di 1022 metri circa. Un acquedotto da ben 28 litri al secondo, tanta quanta ne poteva portare la lunga tubazione in ghisa che raggiungeva al termine del suo percorso il serbatoio di Monte Ripido, realizzato anch’esso insieme all’acquedotto nel giro di soli due anni. Il sindaco Ulisse Rocchi inaugurò infatti l’opera il 20 settembre del 1899. La città intanto cresceva e l’acqua non bastava più: si riprese allora il progetto dell’acquedotto Scirca, dalle sorgenti del monte Cucco, altri 44 chilometri di acquedotto, scartato alla fine dell’ottocento perché più costoso di quello di Bagnara, e dal 1927 partirono i lavori.