(UNWEB) Umbertide. Si svolgerà sabato 2 aprile alle ore 17.00 l'intitolazione di uno spazio pubblico cittadino situato nei pressi del Centro socio-culturale San Francesco in ricordo di Ebe Igi, giovane e talentuosa violinista umbertidese deceduta prematuramente nel 1930 di cui quest'anno si celebrano i 110 anni dalla nascita.
La proposta di intitolare lo spazio pubblico a Ebe Igi è stata avanzata dall'assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Umbertide, dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Umbertide e dal Chorus Fractae "Ebe Igi" che con il proprio talento porta alto il nome della città e della giovane violinista umbertidese in giro per l'Umbria e per l'Italia.
Alla cerimonia di intitolazione dello spazio cittadino dedicato a Ebe Igi parteciperanno il sindaco Luca Carizia, la vicesindaco con delega alle Pari Opportunità Annalisa Mierla, la presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Umbertide Gloria Volpi insieme ai membri dell'organismo e la presidente del Chorus Fractae "Ebe Igi", Elvira Monni. A seguito della cerimonia istituzionale si svolgerà una esibizione del coro cittadino diretto dal maestro Paolo Fiorucci accompagnata dalle note del violino della maestra Sara Bonucci.
Lo spazio che viene dedicato alla virtuosa umbertidese del violino è quello retrostante il Centro socio-culturale San Francesco. È una zona strettamente legata alla musica, contornata da edifici che hanno una forte attinenza con questa arte tra cui l’ingresso principale proprio su tale area, oltre all’adiacente piazza San Francesco nella quale il Museo di Santa Croce è spesso sede di concerti.
LA STORIA DI EBE IGI
Ebe Igi, figlia di Ivo ed Eletra Butturi, era nata ad Umbertide, in via Mancini, il 26 agosto 1912 da una famiglia della piccola borghesia cittadina: il padre impiegato comunale, la madre casalinga. Abitava in via Petrogalli n. 6, nel cuore del quartiere di S. Giovanni. Aveva cominciato lo studio dello strumento agli inizi del 1921, a nove anni, unica ragazza di un gruppo di giovani che frequentavano la scuola di violino del professor Decio Ajò, da poco istituita in paese col nome di “Scuola d’arco”, e alla quale il Comune erogava un contributo di 150 lire al mese. La Giunta, presieduta da Settimio Rometti, primo sindaco socialista di Umbertide, il 19 gennaio 1921 aveva deliberato anche di istituire dieci posti gratuiti, riservati ai giovani tra gli 8 e i 14 anni di famiglie non abbienti: tre ragazzi avevano presentato la richiesta di iscrizione alla scuola. Il maestro Ajò insegnava stabilmente a Gubbio e veniva ad Umbertide una volta la settimana. Ma Ebe, molto appassionata alla musica, si recava con la mamma altri due giorni nella città di Sant’Ubaldo, con il treno dell’Appennino, per prendere altre lezioni da lui. Studiò poi a Bologna con il maestro Supino come a volte ricordava la sorella, Vittorina Igi, morta quasi centenaria a Frascati il 22 giugno 2004. I genitori seguivano attenti l’attività musicale della figlia, assecondandone la passione. La piccola Ebe si rivelò molto dotata e proseguì con profitto gli studi per nove anni. La sua arte non passò inosservata ad Umbertide dove ancora studentessa tenne applauditi concerti come solista, accompagnata al pianoforte dal maestro Alessandro Franchi, direttore della banda musicale, o dal pianista e compositore Raffaele Zampa, grande musicista oltre che notaio. La ragazza si diplomerà in “Magistero di Violino” nel 1930 presso la Regia Accademia Filarmonica di Bologna, con il maestro Angelo Consolini, uno dei massimi esponenti della scuola d’archi bolognese, con la “magnifica votazione” di 30/30, “premio meritatissimo alla sue nobili fatiche” ed al suo “felicissimo temperamento di violinista”. Ma non potrà veder realizzato il sogno di una brillante carriera perché morirà nell’ospedale di Perugia, appena diciottenne, pochi mesi più tardi, il 12 novembre 1930. Il suo decesso repentino e immaturo colpì molto gli umbertidesi dai quali era conosciuta ed amata: tutto il paese partecipò ai funerali. Per la sua tomba sotto i “portici”, nell’emiciclo destro del cimitero di Umbertide, il giovane artista Corrado Cagli, allora direttore artistico alle Ceramiche Rometti, scolpì un lucente bassorilievo di ceramica in “Nero Fratta”, in cui è raffigurato un volto di donna reclinato all’indietro, poggiato su un’ala, un ramoscello reciso ed un violino che pare irrimediabilmente abbandonato. Un coro polifonico porta oggi ad Umbertide il suo nome: il Chorus Fractae Ebe Igi. È stato costituito da un gruppo di appassionati nel 2000, sotto la guida del professor Nicola Lucarelli. Attualmente è diretto dal maestro Paolo Fiorucci, conta oltre trenta coristi, ha un repertorio che spazia nei più vasti campi, dal classico – tradizionale al moderno. Ricorrendo quest’anno centodieci della nascita di Ebe, i componenti organizzeranno una manifestazione in suo onore in cui ne ricorderanno le straordinarie doti musicali, facendone conoscere la vita e l’attività artistica.