cittadinanza neomaggiorenni stranieri 4Tredici ragazzi protagonisti di una cerimonia nella sala del Consiglio comunale. Ad accoglierli il sindaco Andrea Romizi e l'assessore ai servizi civici Edi Cicchi

(UNWEB) Perugia.  Tredici nuovi cittadini italiani. Sono i neo-diciottenni, figli di genitori stranieri, che, oggi pomeriggio, sono stati protagonisti della cerimonia con cui l’amministrazione comunale ha voluto sottolineare l’acquisto, da parte loro, della cittadinanza. A Palazzo dei Priori, nella sala del Consiglio, sono stati accolti dal sindaco Andrea Romizi e dall’assessore ai servizi civici, Edi Cicchi. Tra gli ospiti, la presidente del Centro islamico culturale di Perugia, Khalil Zaynab, con la figlia Maymouna Abdel Quader, portavoce dello stesso Centro, e i rappresentanti di tre associazioni: Antonio Ansalone di Aido, Fabrizio Rasimelli di Avis e Gian Marco Raspa di Aned.

Come ricordato dall’assessore Cicchi, lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino alla maggiore età, diviene cittadino italiano se dichiara tale volontà entro un anno dal raggiungimento dei 18 anni davanti all’ufficiale di stato civile del Comune di residenza. Proprio questo è il percorso fatto dai ragazzi ospitati nella sala in cui si riunisce la massima assise cittadina.

“Diventare cittadini – ha affermato Cicchi – significa far parte a pieno titolo del Paese in cui si vive, accedendo a una serie di diritti, ma anche di doveri. La cittadinanza non è un pezzo di carta: prima di tutto nasce dalla volontà di impegnarsi per chi ci circonda e per la città. Ecco perché abbiamo invitato associazioni che promuovono a livello locale la cultura del dono, oltre a esponenti della comunità islamica, una componente importante della nostra collettività, di cui ricordiamo anche il compianto imam Abdel Quader, che ha saputo costruire ponti di solidarietà”.

“Sono figlia di immigrati arrivati 50 anni fa – ha affermato quindi Maymouna Abdel Quader – e ho acquisito la cittadinanza dopo i 18 anni. Io dico sempre che un figlio è di chi lo cresce e noi siamo cresciuti qui. Ottenere la cittadinanza, quindi, è coronare un’appartenenza che già esiste. Ma, proprio perché sono nata qui, mi do al cento per cento a questa città con impegno”.

I rappresentanti di Aido, Avis e Aned, dal canto loro, hanno ricordato che donare è, prima di tutto, una scelta libera e consapevole e che, nel caso della donazione di organi, essa si esercita con una manifestazione di volontà in sede di richiesta della carta di identità, iscrivendosi all’Aido o recandosi a uno sportello Asl. “Per donare il sangue serve un’ora della propria vita – ha ricordato invece Rasimelli – un gesto in apparenza banale, ma che può salvare un’altra persona”.

“Ottenere la cittadinanza – ha infine detto il sindaco Romizi rivolto ai giovani – è un momento importante. Lo speciale rapporto con il Paese dove siete nati in tal modo si perfeziona e consolida, presupponendo una scelta consapevole e risoluta. Tutti, allora, siamo chiamati a ricordarci che essere cittadino significa avere un occhio sull’altro, non solo su di noi e sulle nostre famiglie, e diventare capaci di sostenere chi è in difficoltà”.

Dopo aver intonato l’inno nazionale, i ragazzi hanno ritirato l’attestato di cittadinanza e copie della Costituzione italiana.


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