Mons. Boccardo lancia un appello al Governo per la permanenza di Giovanni Legnini a Commissario straordinario per la ricostruzione: «Le voci che circolano in queste ultime settimane circa una sua sostituzione ci preoccupano grandemente»
(UNWEB) Spoleto. Mercoledì 14 dicembre 2022 alle 9.30, sotto una pioggia battente, sono iniziati i lavori per il recupero della chiesa dell’abbazia di S. Eutizio in Preci, gravemente danneggiata dai terremoti del 2016. All’arrivo dei primi camion con le impalcature e altri materiali erano presenti l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, il vicario generale dell’Archidiocesi don Sem Fioretti e il parroco dell’Abbazia don Luciano Avenati. Ricordiamo che lo scorso 3 ottobre, proprio nel cortile dell’Abbazia, era stato firmato il contratto per l’avvio del cantiere.
Costi del progetto e professionisti. L’intervento di recupero della chiesa rientra nell’ordinanza speciale n. 10 del 15 luglio 2021 del Commissario straordinario del Governo alla ricostruzione. L’importo complessivo dei lavori a base d’appalto è 5.321.277,77 euro, di cui: 1.126.387,47 euro per la sicurezza e 4.194.890,30 euro per i lavori. Il soggetto attuatore, naturalmente, è l’archidiocesi di Spoleto-Norcia nella persona del vicario generale don Sem Fioretti. Il responsabile della procedura e dei lavori è il geometra Simone Desantis, direttore dell’ufficio tecnico dell’Archidiocesi. Alta sorveglianza Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria: l’ing. Giuseppe Lacava e il dott. Giovanni Luca Delogu. Il progetto del recupero della chiesa abbaziale di S. Eutizio è stato redatto dal Raggruppamento Temporaneo di Professionisti, così composto: mandatario lo Studio Associato di Ingegneria Capaldini (Paolo e Giampaolo) di Bastardo di Giano dell’Umbria; mandanti: l’architetto Fabrizio Bonucci di Foligno, progettista e direttore dei lavori architettonici; l’ing. Flavio Passeri della Progter s.n.c. di Ponte Valleceppi di Perugia, progettista e direttore lavori degli impianti; il geometra Claudio Belardoni di Perugia, coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione; il dott. Roberto Giorgetti di Spoleto, geologo; la dott.ssa Margherita Agamennone Garibaldi di Perugia, progettista restauratore; la dott.ssa Alessia Anzani di Norcia, archeologo; l’ing. Sergio Salvatori di Perugia, collaudatore; l’architetto Davide Pecilli de L’Aquila, collaboratore giovane professionista. I lavori sono eseguiti dal raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) tra la “C.E.S.A.” con sede a Città di Castello (PG), in qualità di capogruppo mandataria, e la “TECNOSTRADE S.r.l.” con sede a Perugia, in qualità di mandante. Nello specifico: l’architetto Nicola Falcini, direttore tecnico di cantiere; l’architetto Fanny Ballotti, tecnico di cantiere per le opere architettoniche; il dott. Paolo Pettinari, tecnico di cantiere per le opere di restauro; l’ing. Francesco Caporali, direttore tecnico delle opere specialistiche strutturali; il geometra Giuseppe Medici, tecnico di cantiere; il dott. Lorenzo Caporali, responsabile comunicazioni esterne.
L’appello dell’arcivescovo Boccardo affinché Legnini resti Commissario alla ricostruzione. «L’avvio del cantiere dell’abbazia di S. Eutizio – ha detto - è un tassello luminoso che viene ad aggiungersi al mosaico della ricostruzione già in atto. Il complesso abbaziale della Valle Castoriana – prosegue il Presule - racconta una storia preziosa di fede, di cultura e di arte. Il suo recupero diventa allora un messaggio di speranza e di fiducia per coloro che a sei anni dal terremoto devono ancora affrontare la fatica di ricominciare e di ritrovare una vita dignitosa e sicura. Stare in un cantiere – dice ancora mons. Boccardo - mi offre l’occasione di unirmi all’appello già espresso da diversi enti al Governo nazionale circa la presenza e l’azione del Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini. Abbiamo lavorato con lui con grande intesa ed efficienza, trovando sempre ascolto, accoglienza e soprattutto soluzione ai problemi. Le voci che circolano in queste ultime settimane circa una sua sostituzione ci preoccupano grandemente. L’appello è a superare gli interessi di parte e politici e guardare invece a quelli di queste popolazioni, al lavoro compiuto e a quello che è in programma. Unisco volentieri la mia voce alle altre – conclude l’Arcivescovo - chiedendo al Governo di pensare unicamente al bene di questa gente».
La gioia del parroco don Luciano Avenati. «Non posso che rallegrarmi perché finalmente la speranza dell’inizio dei lavori è realtà. Voglio solo dire una cosa: chiedo l’intercessione dei Santi Eutizio, Spes e Fiorenzo affinché i lavori procedano spediti e che possano terminare nei tre anni preventivati. In questa occasione mi piace fare anche memoria – conclude don Avenati - di tutti gli abati e i monaci che lungo i secoli qui hanno lodato il Signore e hanno lavorato su questo territorio per renderlo cristiano, per far sviluppare la cultura e l’agricoltura».
L’ing. Giampaolo Capaldini sui tempi dei lavori. «I lavori inizieranno dalla parte absidale: la zona della facciata, infatti, è ancora in pericolo essendo situata proprio sotto la rupe, che deve essere consolidata. Procederemo con lo smontaggio della copertura dell’abside per mettere in sicurezza l’aera sottostante e lavorare così in tranquillità; poi, scenderemo verso il basso fino al recupero della cripta e, quando la parte antistante sarà in sicurezza, consolideremo le murature e riscostruiremo la facciata con il rosone. Al termine di ciò, faremo anche un consolidamento fondale perché la chiesa ha avuto un grosso cedimento verso valle, essendo poggiata su un terrapieno antropico. Restaureremo infine anche tutte le opere d’arte: quelle presenti all’interno della chiesa, come l’altare e la tomba dei Santi Eutizio e Spes, e quelle ricoverate al deposito regionale di Santo Chiodo di Spoleto. Con l’ufficio tecnico dell’Archidiocesi, stiamo accelerando per completare l’iter burocratico necessario al recupero dell’intera abbazia. I lavori della chiesa, quindi, dovranno necessariamente intersecarsi anche con quelli relativi al monastero e alla rupe. Il nostro obiettivo – conclude Capaldini - è quello di riconsegnare l’intero complesso abbaziale di S. Eutizio in circa tre anni a partire da oggi».
La soddisfazione delle imprese. «Siamo due aziende umbre – afferma Nicola Falcini della C.E.S.A., capogruppo mandataria – e c’era la volontà di creare un pool d’imprese del territorio per operare in un monumento di così grande importanza qual è l’Abbazia di S. Eutizio. Per quanto riguarda la ricostruzione e il riassemblaggio della facciata e del rosone adotteremo la tecnica di restauro chiamata “anastilosi”: utilizzando la documentazione degli archivi, ricostruiremo tutto com’era e dove era, elemento per elemento».