NICOLA FUSO PETRIGNANOAppuntamento mercoledì 17 gennaio dalle ore 16 presso il nido d'infanzia "Maria Immacolata" di Petrignano di Assisi condotto dal dottor Nicola Fuso

 

(UNWEB) PETRIGNANO D'ASSISI – Riconoscere e imparare a gestire i "capricci". È il tema dell'incontro "Gestione e significato del capriccio nella fascia 0-6: aspetti teorici ed esperienze quotidiane" che si svolgerà mercoledì 17 gennaio dalle ore 16 presso il nido d'infanzia "Maria Immacolata" di Petrignano di Assisi condotto dallo psicologo Nicola Fuso.

"Scatti d'ira, rabbia incontrollata, improvvise e bizzarre voglie, di breve durata, ma molto intense, sono alcuni comportamenti che tutti noi, sia come genitori che come educatori, ci troviamo spesso ad osservare, tali manifestazioni sono solo la punta dell'iceberg, infatti, i significati che si nascondono dietro al capriccio sono molti e diversi da bambino a bambino e per fascia di età – sostiene Nicola Fuso – Per gestire al meglio questi momenti, evitando di farsi prendere dal panico e di compiere scelte che a lungo andare possono avere un effetto negativo sullo sviluppo del bambino e parallelamente creare senso di frustrazione e di impotenza nel genitore e nell'educatore, bisogna partire dalla conoscenza degli aspetti teorici che si celano dietro al capriccio in un'ottica biologica, psicologica e sociale".

Gli studi più recenti individuano in questi tre ambiti l'insieme degli aspetti e delle caratteristiche, innate ed acquisite, che danno poi vita e carattere al comportamento manifesto di ogni individuo. "È importante sottolineare che il temine capriccio, spesso viene usato in maniera impropria per descrivere comportamenti e voglie bizzarre con le quali genitori ed educatori si devono confrontare quotidianamente – prosegue Fuso - Sarebbe molto più corretto denominare questi comportamenti, come scatti d'ira o rabbia incontrollata, poiché come termini descrivono meglio la difficoltà e spesso l'incapacità del bambino di riconoscere, comprendere e regolare le proprie emozioni e quindi i suoi comportamenti, poiché il comportamento manifesto di ogni individuo è il risultato delle proprie emozioni. Inoltre, è fondamentale anche chiarire e comprendere che questi atteggiamenti agli occhi dell'adulto eccessivi, oppositivi ed inadeguati, non sono immotivati, ma alla loro base nascondono un bisogno che chiede di essere visto, compreso e riconosciuto".

Tale modalità comportamentale, che seppur differenziandosi da bambino a bambino, ha dei punti comuni è dovuta al fatto che le emozioni sono innate in ogni individuo, ma la loro gestione, regolazione ed espressione varia da soggetto a soggetto ed è influenzata dallo sviluppo e dalla crescita. "Sul piano biologico i bambini non hanno ancora strutture cerebrali e cellulari completamente formate e ciò influenza anche il loro sviluppo psicologico, inoltre la mancanza di un bagaglio sociale esperienziale fa sì che il bambino, davanti a sensazioni, stati d'animo ed emozioni forti, provi paura e senso di smarrimento attuando questi comportamenti definiti capricci, poiché ancora incapace di regolare le sue emozioni – dice ancora Fuso - Con queste esplosioni il bambino cerca di esprimere e comunicare qualcosa che non è in grado di dire a parole. Il compito dell'adulto non è quindi quello di minimizzare questo tipo di vissuti, ma piuttosto quello di aiutare il bambino ad esprimersi trovando le giuste parole, parole che ancora lui non conosce. Come adulti, dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che per un bambino è normale esprimere stati di de – regolazione davanti ad emozioni forti. In tutto ciò non c'è né sfida né intenzione da parte del bambino di nuocere al genitore, ma ci sono emozioni bloccate, c'è paura, c'è senso di smarrimento ed un forte bisogno di un adulto comprensivo, che sa ascoltare ed offrire aiuto".

Ma allora ... come gestire in concreto i capricci? "Va detto che non esiste una bacchetta magica per gestire il bambino durante una crisi di rabbia, considerato anche che queste manifestazioni comportamentali, come già detto, sono strettamente legate ai processi di sviluppo cerebrale, quindi, da parte di noi adulti serve calma, tempo per la comprensione e pazienza – afferma il dottor Fuso - Infatti, urla, minacce e modalità aggressive da parte dell'adulto non faranno altro che agitare ulteriormente il bambino, poiché nel pieno della crisi, lo stato di de-regolazione è tale che il bambino non sarà in grado di ragionare ed ogni elemento esterno potrebbe far aumentare l'escalation. La prima cosa da fare sarà quella di creare uno stato di connessione, abbassandoci alla sua altezza e cercando di creare un contatto visivo. Stabilito questo contatto visivo, se il bambino non lo rifiuta, sarà possibile procedere con un contenimento di natura fisico-emotiva, un abbraccio, e solo quando sarà calato lo stato reattivo, sarà possibile parlare al bambino, poiché in quel momento tornerà ad essere ricettivo. A questo punto, dare un nome ed una spiegazione a quanto accaduto avrà diversi scopi e benefici, servirà: a far crescere emotivamente il bambino facendogli capire che tutte le emozioni vanno espresse, ma che certi comportamenti vanno mitigati; a creare un maggior atteggiamento di fiducia verso l'adulto e ad acquisire un'esperienza che sarà utile per situazioni future".

Nonostante quindi i capricci, la de-regolazioni emotiva, siano eventi normali della crescita di ogni bambino, sarebbe opportuno lavorare sulla prevenzione, per ridurne così la frequenza, per riuscirci, giorno dopo giorno, sarebbe bene offrire al bambino tre punti fondamentali:

1. Chiarezza: nel momento in cui l'adulto prende una decisione deve comunicarla in maniera chiara al bambino, specie quando si tratta di una negazione;

2. Coerenza: i bambini non amano troppo i cambiamenti; quindi, la coerenza nelle decisioni e nella routine quotidiana li aiuterà ad orientarsi ed a regolare meglio il proprio comportamento;

3. Coinvolgimento: spesso si individua alla base dei capricci un forte bisogno di affermazione del sé, in altre parole il bambino chiede di essere riconosciuto come individuo autonomo e capace. Quindi invece di dar vita a lunghe lotte di potere è bene agevolare i processi di scelta del bambino, assicurandosi però che siano adeguati alle capacità del piccolo. "In conclusione, è importante ricordare che non possiamo controllare le emozioni dei bambini, ma possiamo provare a gestire le situazioni che vivono aiutandoli a comprenderle e ad elaborarle, con rispetto e comprensione" conclude Fuso.

L'ente morale "Maria Immacolata", titolare del servizio educativo 0-3 ritenuto un'eccellenza nel tessuto dell'Assisano, è stato fondato nel 1928 in memoria dei caduti di tutte le guerre ed è sostenuto dal Comune di Assisi. L'associazione è considerata da oltre ottant'anni un punto di riferimento ed un modello per tanti istituti, non solo in Umbria. La sede in cui vengono svolte le attività è ubicata nel centro storico di Petrignano. Il servizio di educazione ed assistenza ai bambini fu inizialmente affidato ad enti religiosi per poi passare negli anni successivi a personale laico. Attualmente il Nido, afferente alla Rete Lilliput, è gestito dalla cooperativa sociale Polis con la quale l'ente ha stipulato una convenzione.

"La tavola rotonda rientra nella ferma volontà di generare nel servizio educativo uno spazio inclusivo in cui poter supportare una genitorialità consapevole - sostiene Robert Bonini coordinatore pedagogico della Rete Lilliput - Si parlerà di genitorialità e del percorso di crescita dei bambini grazie alla preziosa conduzione del dottor Nicola Fuso, che ringrazio per aver accolto il nostro invito. L'evento programmato rientra in questa logica, saper ascoltare e supportare le famiglie nel loro ruolo genitoriale".


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