SIULPAllarme del Sindacato Siulp per voce del Presidente Provinciale Massimo Pici: "Siamo agli sgoccioli della vicenda, se dovesse essere operativa la chiusura, per i cittadini, la società civile, verrebbe a mancare la sicurezza. Questo è quello che vuole lo Stato ?"

(UNWEB) Perugia. In seguito all'ulteriore incontro svoltosi il 6 marzo presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Prefetto Vittorio Pisani, Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, ha discusso con le Organizzazioni Sindacali riguardo alla riorganizzazione dei Reparti Prevenzione Crimine su scala nazionale. Questa non è stata una semplice discussione, come alcuni erroneamente sostengono.
"Chi minimizza l'importanza di questo incontro dimostra una scarsa informazione o un intento fuorviante" sottolinea Massimo Pici " Accettare passivamente l'esito di una ristrutturazione che prevede l'istituzione di un nuovo Reparto a Gorizia e la chiusura di ben sette Reparti, tra cui Cosenza, Siderno, Foggia, Lecce, Potenza, Reggio Emilia e Perugia, significherebbe subire decisioni dannose per i colleghi e per la collettività".

Il personale del Reparto di Perugia è altamente formato come Squadre di Intervento Critico (SIC) e interviene in situazioni di emergenza, come sequestri di persona o calamità naturali. Sono sempre pronti a sostenere interventi ad alto impatto e a gestire custodie cautelari, operando non solo per la Questura di Perugia, ma anche per quelle di Terni, Ancona, Pesaro, Macerata, Fermo e Ascoli.

È fondamentale che l'opinione pubblica sia informata sulle decisioni che si stanno prendendo e che minacciano la sicurezza della regione, e di Perugia in particolare. Questa situazione non è affatto "inutile allarmismo." Quando la chiusura del Reparto e la dispersione delle sue risorse diventeranno realtà, a subirne le conseguenze saranno i cittadini e gli stessi poliziotti, ridotti a semplici numeri.

Il Sindacato invita a interrogarsi su come mai, in un progetto inizialmente concepito per mantenere un Reparto per regione, si decida di chiudere proprio quello di Perugia, che serve ben due regioni: l'Umbria e le Marche. È una scelta che merita una seria riflessione e discussione, per il bene della sicurezza e della comunità.


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