Pompei e Boriosi lanciano un appello alla direzione Salute e Welfare della Regione Umbria anche per valorizzare la figura dell’educatore professionale
(UNWEB) Perugia, – Iniziare un percorso di confronto con il nuovo ordine professionale socio pedagogico, per definire, ruoli e attività e modelli di sviluppo per le rispettive attività sanitarie in Umbria. È quanto auspicano Federico Pompei, presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP (Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione) di Perugia e Terni, e Francesco Boriosi, referente estratto degli Educatori professionali di Perugia e di Terni, lanciando un appello alla direzione Salute e Welfare della Regione Umbria. Un problema che riguarda circa 2.000 professionisti umbri, tra iscritti all'ordine e socio pedagogici.
In una nota congiunta, Pompei e Boriosi affermano:
“È arrivato il tempo di affrontare, tra le tante tematiche che compongono il pianeta sanità, una questione poco nota e poco trattata, ma quanto mai attuale ed importante: il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo degli educatori professionali iscritti all’albo e gli educatori socio sanitari iscritti agli elenchi speciali rispettivamente come da Lg.3/2018 e D.M 9 agosto 2019.
Una tematica complessa, ma che alla luce anche del recente rinnovo del CCNL per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative del settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo, ci porta a sottolineare l’evidente assenza del congruo riconoscimento professionale, istituzionale e del relativo fondamentale riconoscimento economico del ruolo degli educatori professionali socio sanitari.
Gli Educatori Professionali hanno una storia molto articolata, del quale proverò a sintetizzare gli ultimi relativi passaggi istituzionali: Il primo fondamentale passaggio è stata la Lg 3 del 2018, che ha istituito codesto Ordine Professionale e le sue attuali 18 professioni sanitarie che lo compongono, tra cui gli Educatori Professionali, professione sanitaria con il relativo percorso universitario, a seguire l’anno successivo con il DM 9 Agosto 2019 si ebbe l’istituzione degli Elenchi Speciali ad Esaurimento, nel quale in base alla legislazione vigente, basata tra gli altri requisiti, sull’esperienza lavorativa e professionale accumulata negli anni, si poteva essere inseriti nei suddetti elenchi speciali ed essere a tutti gli effetti iscritti con relativa delibera e numero di iscrizione all’Ordine Professionale, con i relativi diritti e doveri dei professioni sanitari ordinati, tra cui la formazione continua come da normativa Agenas.
Ulteriore passaggio istituzionale, molto importante, fu prima, l’istituzione del Profilo dell’educatore Professionale socio pedagogico con la LG. 205/2017 fino alla nascita dell’Ordine delle Professioni Pedagogiche ed educative con la Lg. 55/2024.
Questi due percorsi spesso erroneamente confusi, seppur con elementi d’interesse e attività condivisibili, mantengono un elemento ad oggi nettamente divisorio: -la prima, l’educatore socio-sanitario, si occupa grossolanamente e senza voler entrare specificatamente nel dettaglio, di interventi sanitari e riabilitativi e lo troviamo nei vari setting assistenziali come ospedali, RSA, centri dipendenze e salute mentale, operando all’interno delle equipe multiprofessionali sanitarie;-la seconda, gli educatori socio pedagogici, si occupano più prettamente degli ambiti educativi e sociali, come scuole, servizi sociali e comunità educative come ad esempio asili nido.
Appare evidente come questo comporti l’evidente rischio di sovrapposizione di ruoli soprattutto nei setting socio-sanitari, il rischio di avere bandi di concorso poco chiari ed attività professionali dai contorni sfumati con il pericolo sempre presente dell’abusivismo professionale.
Per questo, a nostro avviso, risulta non più rimandabile, l’impellenza di iniziare un percorso di confronto con il nuovo ordine professionale socio pedagogico, per definire, ruoli e attività e modelli di sviluppo per le rispettive attività sanitarie nella nostra Regione.
Il primo passo da compiere, quello più complesso ma importante, è riconoscere il ruolo sanitario degli educatori professionali, iscritti all’albo e agli Elenchi Speciali e quindi valorizzarlo nelle forme e nelle modalità più opportune: dal riconoscimento professionale, identificando e specificando il loro ruolo al riconoscimento economico corrispondente, il quale, con il rinnovo contrattuale sopra citato, non trova risposte quanto mai necessarie e giuste.
Come Ordine professionale, sentiamo il dovere di rappresentare e tutelare il ruolo dei nostri professionisti iscritti, affinché si possa lavorare insieme a tutte le istituzioni, ai sindacati, alle cooperative per avviare un percorso che possa portare ad una reale soluzione condivisa non più rimandabile”.