(UNWEB) Spoleto. “Il Signore è veramente risorto. Alleluia. A lui gloria e potenza nei secoli eterni, alleluia”. Questo passo dell’evangelista Luca è la sintesi perfetta della Pasqua cristiana. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia domenica 20 aprile 2025 ha presieduto la Messa all’Hospice “La torre sul colle” di Spoleto e nella Basilica Cattedrale della Città.
«Tra i giorni che concludono la vicenda terrena di Gesù di Nazareth e quelli che frantumano il sepolcro varcando nel mistero il limite umano - quello più duro, ossia la morte - troviamo lo smarrimento dei discepoli, umanissimo e doloroso di fronte alla tragedia accaduta al Maestro, stupito e ammirato davanti a un annuncio di resurrezione». Con queste parole il Presule ha avviato la sua omelia in un Duomo gremito, dove la liturgia è stata animata dal coro della Pievania di S. Ponziano. La Città era rappresentata dall’assessore Federico Cesaretti. «E noi – ha proseguito l’Arcivescovo - ci ritroviamo come le donne al sepolcro: intravediamo i raggi dell’alba senza che la notte sia finita. Forse, questa è la condizione del cristiano da sempre, fin da quel mattino di Pasqua: Cristo è risorto, la tomba è vuota, la pietra che la chiudeva è posta accanto; ma siamo ancora pellegrini nella storia, tra fatiche e gioie, lacrime e sorrisi, protesi verso il ritorno glorioso del Signore». Da quel giorno lontano oltre 2000 anni c’è sempre una possibilità di rinascita, di ripartenza, di speranza. Non una speranza a basso prezzo, ma profonda e vera come quella che propone il Giubileo di questo anno. «La speranza cristiana – ha detto ancora mons. Boccardo - si fonda su una certezza: Cristo è risorto, ha vinto la morte. La morte non opprimerà gli uomini per sempre. Questa la speranza che nessuno ci può togliere, nemmeno la strage russa a Sumy la domenica delle Palme, il genocidio in corso a Gaza, l'inefficienza degli Organismi internazionali o una politica incapace di mediare per il bene comune, che gioca d’azzardo con la vita dei popoli. Ogni giorno Cristo risorge nel cuore di chi crede, spera, ama e la sua vicinanza riempie totalmente il cuore: dobbiamo aprire gli occhi per vederlo e capire che è lui a trasformare la nostra esistenza. Gesù è con noi, in mezzo a noi, non ci abbandona mai. E come risorto, vivo e vicino, è il principio della nostra speranza e della nostra gioia. Rallegriamoci ed esultiamo!».