card. bassetti celebrazione conclusiva s. costanzo 2015Il cardinale Gualtiero Bassetti: «Il messaggio di san Costanzo è "una buona notizia" per la nostra città con i suoi drammi, le sue ferite, ma anche le sue profonde speranze». Poi l'appello accorato a conservare la concordia: «lo stile nobile di una politica alta, che guarda al futuro della città e sa riconoscere le istanze costruttive provenienti da ciascuna parte»

(ASI) Perugia. Un folto popolo di Dio, come alla processione della "Luminaria" della vigilia della solennità di san Costanzo, vescovo e martire, patrono di Perugia e dell'Archidiocesi, ha gremito la cattedrale di San Lorenzo il pomeriggio del 29 gennaio per la celebrazione conclusiva della festività patronale presieduta dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti insieme ai vescovi della Metropolia e a numerosi sacerdoti e religiosi. Tra i presuli c'era anche il vescovo ausiliare della diocesi ucraina di Kamyanets-Podilskyi dei Latini, mons. Rados?aw Zmitrowicz, già superiore della Delegazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata in Ucraina, al quale il cardinale ha espresso la vicinanza della comunità diocesana perugino-pievese al popolo ucraino che sta vivendo la sua «passione».

Il porporato ha introdotto alla celebrazione ricordando che Perugia ha tre santi patroni: Costanzo, Ercolano e Lorenzo. Tutti e tre martiri per la fede e il loro esempio di vita cristiana «possa oggi aiutarci a comunicare la vita buona del Vangelo anche a costo del sacrificio della nostra stessa vita per la salvezza del mondo».

Il cardinale, nell'omelia, ricordando la storia del «primo vescovo di Perugia, araldo del Vangelo, confessore della fede e martire», ha detto che «spesso ci lamentiamo che i nostri tempi sono difficili e portano ferite profonde, ma quelli di san Costanzo non erano certamente più idilliaci: "l'Impero romano, apparentemente ancora forte e splendido, non aveva più anima. Pochi credevano ancora seriamente negli ideali che avevano illuminato e animato l'ascesa di Roma. La vita politica ridotta ormai a pura lotta, spesso cruenta, per il potere, traeva l'unica motivazione per le sue scelte, non dal bene comune, ma dalla brama ostentazione di sempre maggiore dominio. La famiglia era in preda alla disgregazione. La scuola era sconvolta da disordini intollerabili. Il mondo dello spettacolo e del divertimento, rifiutando ogni argine e ogni controllo, tendeva a superare continuamente se stesso nella ferocia e nell'immoralità. Ai margini dell'Impero continuavano ad addensarsi popolazioni inquiete e minacciose..., ci dicono gli storici. Non è difficile riconoscere, a tale proposito, delle analogie inquietanti tra il lontano drammatico "ieri" di san Costanzo ed il nostro, non meno, tormentato "oggi", che siamo chiamati ad abitare».

«Il panorama della nostra civiltà occidentale, pur nell'arrestabile ascesa del progresso scientifico e tecnologico – ha proseguito il presule –, presenta evidenti sintomi di decadenza morale. In una parola "questa nostra Italia" sta vivendo un periodo di crisi, che non tocca soltanto aspetti più appariscenti e immediati della civile convivenza, ma raggiunge i livelli profondi della cultura e dei principi morali collettivi.
Da tutto ciò la nostra amata città di Perugia non è esente. Perciò tutti noi desideriamo metterci in devoto ascolto del nostro Santo patrono. Il suo messaggio è "una buona notizia" per la nostra città con i suoi drammi, le sue ferite, ma anche le sue profonde speranze. Il martire Costanzo addita a tutti noi Cristo Risorto e ci dice con gli esempi della sua vita: "guardate a Lui! Guardate a Lui e sarete luminosi...". Lui è il Signore e Lui ci comprende, perché è voluto passare attraverso tutte le nostre prove e le nostre croci. Costanzo ci ripete con papa Francesco: "la fede non è una luce che dissipa tutte le nostre tenebre, ma è una lampada che guida nella notte i nostri passi e questo è sufficiente per il nostro cammino". Ma per far questo è necessario, ci ammonisce Costanzo, che voi custodiate la fede! Custodire la fede vuol dire possedere la bellezza di uno sguardo nuovo sul mondo... E il primo grande insegnamento di Costanzo è: custodite, educate, trasmettere la fede, soprattutto alle nuove generazioni... Ma c'è anche un secondo insegnamento del nostro Santo patrono, più diretto a tutta la comunità civile e alla politica: "vi scongiuro - sembra dirci san Costanzo - conservate la pace fra voi". La pace e la concordia! Anche fra noi ci sono spesso ferite aperte dagli egoismo nascosti o mascherati. Pace e concordia nelle nostre famiglie, spesso agitate da acque turbolenti... Ma un'attenta vigilanza, per conservare la concordia e la pace, è necessaria anche nella vita sociale e politica. La concordia è lo stile nobile di una politica alta, che guarda al futuro della città e sa riconoscere le istanze costruttive provenienti da ciascuna parte. La concordia è la sintesi di una politica previdente ed intelligente, capace di aprire direzioni nuove e non rassegnate ad un amaro declino. La concordia, pur nella dialettica delle posizioni diverse, è scevra da ogni demonizzazione dell'altro: non si può sempre puntare il dito contro l'altro. La concordia è rispettosa di ogni persona e rivela lo stato di salute di una città che voglia chiamarsi comunità. Perché ciò avvenga è necessario mettere alla porta quell'"uomo contro", che è dentro di noi, critico di tutto e di tutti; che si veste di ostilità nei confronti di ciò che sta oltre le proprie appartenenze affettive, ideologiche, o politiche. Il vero nemico della pace è quell'"uomo contro", che invece di acquistare con gli anni la sapienza di un cuore misericordioso, comprensivo, magnanimo, lascia crescere la durezza dell'intolleranza, del sospetto e del rifiuto».

«Conservate la concordia, ve lo chiedo in maniera accorata – ha detto il cardinale Bassetti avviandosi alla conclusione –, dal momento che tutti noi, Chiesa, famiglie, società civile corriamo il rischio di compromettere questo valore, sentiamo tutti il bisogno di stringerci attorno al Santo patrono, il martire Costanzo, amico di Dio e perciò amico nostro, per chiedergli umilmente: ricorda la tua città di Perugia, ricorda la Chiesa perusino-pievese perché, nonostante tutto, esse continuano ad essere, anche per il futuro, alberi verdi e pieni di frutti maturi e non rami secchi e sterili».

card. bassetti celebrazione conclusiva s. costanzo 2015

cattedrale celebrazione conclusiva di s. costanzo 2015


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