foto frangi vetro 2(UNWEB) Bastia Umbra. È successo a Bastia Umbra poco dopo l’ora di pranzo del 31 gennaio scorso, quando un uomo si era introdotto furtivamente all’interno degli Uffici di una cooperativa sociale.

Dalla vetrata dei locali dove stavano lavorando, le operatrici intravedevano uno sconosciuto entrare nella struttura per recarsi negli uffici della direzione vicini all’ingresso dove generalmente erano solite lasciare i propri effetti personali.
Alla richiesta rivolta all’uomo di dire di fosse, lo sconosciuto guadagnava prontamente l’uscita dandosi velocemente alla fuga. A quel punto una delle operatrici si metteva al suo inseguimento.
Nel frattempo un’altra addetta segnalava l’accaduto al 113 che inviava sul posto la Squadra Volante del Commissariato P.S. di Assisi che si trovava già nelle vicinanze in servizio di controllo del territorio.
Gli agenti riuscivano ad intercettare proprio quell’uomo di cui era stata fornita una descrizione fisica e degli indumenti che aveva indosso. L’uomo alla vista dell’auto di servizio cercava di nascondersi dietro un’autovettura parcheggiata lungo la strada ma gli agenti dopo poco riuscivano a bloccarlo.
Sottoposto a perquisizione personale gli veniva trovato indosso un martello frangivetro occultato nella tasca sinistra del giacchetto che veniva debitamente sequestrato. Nel frattempo lungo la fuga l’uomo si era disfatto di quanto aveva asportato dagli uffici della cooperativa: due smartphone e un portafoglio con all’interno 200 euro che venivano recuperati ed immediatamente restituiti alle legittime proprietarie che riconoscevano l’uomo fermato dagli agenti come l’autore del furto commesso ai loro danni poco prima.

L’uomo, un tunisino di 35anni residente ad Assisi, nullafacente e pluripregiudicato veniva tratto in arresto in stato di flagranza per furto aggravato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, collocato presso le camere di sicurezza in attesa del rito direttissimo nel corso del quale l’arresto veniva convalidato e disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari presso l’abitazione di una parente.
In quanto clandestino venivano inoltre avviate le procedure per la sua espulsione dal territorio nazionale.


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