AA003682(UMWEB) Perugia. Si è svolta questa mattina a Monteluce la cerimonia di intitolazione della rotatoria, posta all’intersezione tra via del Giochetto e via del Favarone, a Sergio Ramelli.


Sergio Ramelli, nato a Milano il 6 luglio 1956, è stato un attivista italiano, militante e fiduciario del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano), vittima di un assassinio politico avvenuto nel 1975 a opera di militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia. Morì a Milano il 29 aprile 1975, 48 giorni dopo l’aggressione subita il 13 marzo 1975 in via Paladini.
Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore Dramane Wagué, presidente della commissione toponomastica, l’assessore On. Emanuele Prisco, il presidente del Consiglio comunale Leonardo Varasano, il consigliere di FI e promotore dell’iniziativa Carlo Castori, la consigliera di Fdi Clara Pastorelli, e l’On. Gallinella.
Aprendo la cerimonia l’assessore Wagué ha voluto sottolineare che la scelta di intitolare la rotatoria a Sergio Ramelli rappresenta un doveroso gesto di riconoscimento nei confronti di un ragazzo, barbaramente ucciso a 18 anni. Dunque l’iniziativa assume una significativa rilevanza per la città di Perugia. Wagué, nel ringraziare il consigliere Castori per aver proposto l’intitolazione a Ramelli, ha tenuto a precisare che la scelta è stata unanimemente condivisa sia dalla commissione toponomastica che dalla giunta comunale.
A spiegare il senso della proposta è stato proprio il consigliere Carlo Castori.
“L’intitolazione a Sergio Ramelli – ha spiegato - vuole rappresentare, oltre che un doveroso tributo ad un giovane ucciso barbaramente a soli 18 anni per le sue convinzioni politiche, anche e soprattutto, la condanna dell’uso della violenza, sia fisica che verbale, come strumento per affermare le proprie ideologie.
Erano i cosiddetti “anni di piombo” ed, al di là di ogni giudizio ed interpretazione, rappresentano un periodo oscuro della nostra storia dove ogni ideologia ha finito per perdere il suo vero valore, inasprita ed esasperata dalla violenza.
Oggi, il ricordo di quegli anni deve essere spunto di riflessione e monito per i nostri giovani affinché essere “di destra” o “di sinistra”, avere semplicemente opinioni ed ideali diversi, non significhi essere nemici da combattere ed abbattere, ma avversari con cui confrontarsi nel rispetto delle idee e dei valori di ciascuno. Credo sia importante adoperarci tutti per far si che questo avvenga, perché la politica non è e non deve essere scontro ma confronto.
Con spirito di riappacificazione e di unanime condanna della violenza in tutte le sue forme e da qualunque parte essa provenga, il significato che oggi vogliamo dare al ricordo di Sergio Ramelli è proprio questo: rispetto delle opinioni altrui e, soprattutto, della vita, dono e valore prezioso”.


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