Convegno Legge 1801Mismetti: “Necessario riportare al centro del dibattito il tema della salute mentale”


(UMWEB) Perugia, - “Si parla a giusto titolo di Trieste, ma si dimentica che Perugia e la sua provincia hanno iniziato ben tredici anni prima della legge 180 del 13 maggio 1978, nota come legge Basaglia, a rivoluzionare il concetto di malattia mentale”. Così si è espresso il presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti in apertura della tavola rotonda, coordinata da Maurizio Terzetti, “Ci siamo messi in testa di curare i matti”, svoltasi nella sala consiliare del palazzo di Piazza Italia per celebrare i 40 anni da questa legge che chiudendo i manicomi ha profondamente cambiato il concetto di malattia mentale e tutto ciò che ruota intorno ad essa. “Panettoni, Rasimelli, Seppilli – ha aggiunto Mismetti – sono i nomi più rappresentativi di quel gruppo che dalla metà degli anni ‘60 iniziò un percorso che portò in breve tempo a dimezzare i ricoveri nei manicomi ponendo le persone al centro del contesto sociale partendo dal riconoscimento dei diritti”. In quegli anni la responsabilità delle strutture psichiatriche era in carico alle Province. “Oggi il ruolo di questo Ente è cambiato – ha detto ancora Mismetti – ma resta il suo ruolo di coordinamento e l’appuntamento di oggi vuole essere l’inizio di un percorso non solo per ricordare ma per riaprire un confronto culturale su questi temi alla luce dei mutamenti della società. Per questo con la Regione costituiremo un comitato che consenta di proseguire il dibattito per riposizionarsi in maniera innovativa”. Sul palco degli oratori si sono succeduti gli interventi di Massimiliano Marianelli “ricordare la 180 per compiere passi in avanti”, in rappresentanza del Dipartimento di filosofia, scienze sociali, umane e della formazione dell’Università di Perugia; Sabrina Mingarelli Soprintendente archivistico e bibliografico dell’Umbria e delle Marche che ha evidenziato come sia stato catalogato non solo il materiale che “racconta” la storia amministrativa dei manicomi dalla fine dell’’800 , ma anche le “storie disperse” di chi in quelle strutture era ricoverato comportando la schedatura di migliaia di cartelle cliniche. “A Perugia – ha detto la Mingarelli – un lavoro specifico è stato fatto sul Santa Margherita. Una quantità di dati a disposizione degli studiosi e della comunità”.
E’ stata quindi la volta dello psichiatra Francesco Scotti protagonista del cambiamento avvenuto in Umbria e poi con la 180 che “ha abolito i manicomi e definitivamente incardinato la psichiatria nel sistema della salute della persona”. Ha quindi ricordato le figure di Ivano Rasimelli e Tullio Seppilli quale emblema del “processo di trasformazione frutto di capacità, valori e impegno che furono anche di altri. Il primo per l’impegno politico e la capacità di tradurre operativamente soluzioni a temi etici, il secondo in qualità di antropologo di caratura internazionale per l’apporto scietifico-antropologico messo al servizio delle istituzioni.
Nel ricordare la figura di Seppilli, Cristina Papa, presidente della Fondazione Angelo Celli, che ha raccolto il testimone del celebre antropologo scomparso nell’agosto di un anno fa, ha evidenziato come l’esperienza Umbria all’avanguardia nel settore sia importante anche per il presente e il futuro. Da Massimiliano Minelli dell’Università di Perugia è arrivata la sottolineatura di come la crisi economica stia producendo trasformazioni radicali. “I tagli alla spesa sanitaria – ha spiegato – hanno indebolito la rete a sostegno della salute mentale che invece va sempre aggiornata e adeguata caso per caso non esistendo protocolli standard a cui attenersi. Un concetto ripreso dallo psichiatra Antonio De Pascalis che ha posto l’accento sulla particolarità della malattia mentale che può contare su linee di orientamento, ma è fortemente individualizzata. Per le cooperative sociali ha preso la parola Liana Cicchi, presidente del Consorzio che ha ripercorso le tappe fondamentali dalla legge con la quale sono nate le case famiglia e altre piccole strutture residenziali. “Oggi – ha detto la Cicchi – registriamo a mutate richieste perché è in aumento il disagio psichico che, al pari della vera e propria malattia, richiede non solo l’intervento dello specialista, ma anche buone pratiche, legami sociali, utenti e famiglia. Le cooperative sociali sono quindi un valore aggiunto capace di trasformare in possibile l’impossibile”.
“La differenza tra cura e prendersi cura è la grande eredità che ci è stata consegnata in Umbria a partire dalla metà degli anni Sessanta – ha chiarito Elisabetta Rossi dei servizi di salute mentale dell’area del Perugino – con essa ci sono state affidate strutture, prassi di cura e ricerca sulla cura, ma oggi ci troviamo ad affrontare una situazione disomogenea tra regione e regione del tutto inaccettabile. Nel 2011 la conferenza delle regioni stabilì che il 5 per cento del finanziamento al sistema sanitario pubblico fosse destinato alla salute mentale. Tale traguardo è stato superato soltanto da Trento e Bolzano e sfiorato dall’Emilia Romagna. Tutte le altre regioni sono al di sotto e di fatto è stato smantellato il principio di prossimità territoriale. E’ quindi urgente riattivare il dibattito attraverso la Conferenza nazionale Salute Mentale”. Le conclusioni sono state della Consigliera provinciale Erika Borghesi: “L’incontro di oggi è soltanto l’inizio di un percorso condiviso con la Regione che ci porterà a promuovere e organizzare ulteriori iniziative. Le Province sono cambiate, ma tra i compiti fondamentali la legge le ha attribuito le pari opportunità che non sono soltanto di genere, ma anche a garanzia della uguale dignità e opportunità tra le persone anche e soprattutto se con problematiche fisiche o psichiche. Il 2018 segna date importanti come i 70 anni della Costituzione. Tina Anselmi diceva che l’articolo 32 che sancisce il diritto alla salute deve valere per tutti, anche per i matti, soprattutto per i matti. A maggior ragione, di fronte ai nuovi problemi emergenti che stanno avendo conseguenze sulla salute mentale è necessario un percorso che porti in primi piano tematiche così importanti”.


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