Salute mentaleA 40 anni dalla Basaglia a Città della Pieve incontro tra esperti e operatori. Salierno (Csm Trasimeno): “Fondamentale lavorare in rete”
(UMWEB) - Città della Pieve, Dalla tessitura, alla vela, dalla lavorazione dei campi alla pittura, passando per la cucina e per il teatro. In Umbria, e al Trasimeno in particolare, quello dalla riabilitazione nel campo della salute mentale è un vero e proprio arcipelago. Un panorama fatto di molteplici percorsi di riabilitazione ed integrazione, tendenti al recupero dell’autonomia e alla partecipazione alla vita sociale del soggetto affetto da malattie psichiatriche.


Tra obiettivi raggiunti e traguardi ancora da inseguire, a 40 anni dalla Legge Basaglia, la UslUmbria1 ha convocato a Città della Pieve gli Stati della salute mentale. Un momento di sintesi delle più significative esperienze maturate sul territorio nei centri specializzati e nei luoghi della riabilitazione.
“A distanza di 40 anni – ha dichiarato la direttrice del Dipartimento di salute mentale Patrizia Lorenzetti - esistono ancora grosse sfide per i pazienti ed è ancora attuale la necessità di trovare il giusto equilibrio tra la terapia, la prevenzione e la sensibilizzazione dell’ambiente circostante”.
“E’ molto importante – ha sottolineato il responsabile del Csm del Trasimeno Gianfranco Salierno - lavorare in rete con i diversi soggetti che a vario titolo si occupano della problematica e creare rapporti costanti con il territorio di comunità, perché tutto ciò che sta intorno influenza la vita del soggetto e i suoi comportamenti. I centri di salute mentale devono essere luoghi dove si fanno progetti, andando oltre il concetto di ambulatorio”.
Nel corso dell’incontro sono stati richiamati i principi di fondo della 180 (la legge che condusse alla chiusura degli ospedali psichiatrici), considerata una sorta di rivoluzione copernicana, soprattutto per aver rivolto l’attenzione sulla malattia e sul soggetto ed aver introdotto per quest’ultimo il concetto di libertà. “L’operatore – è stato detto -, non più custode, deve arrivare ad avere dal paziente il massimo consenso e deve creare le condizioni affinché possa vivere serenamente nella società”.
E a tal fine sono fiorite nel territorio innumerevoli occasioni di riabilitazione. Come nel caso di Magione, dove all’interno del Circolo Noi Insieme si è da poco concluso con successo il progetto vela in collaborazione con il Club velico di Passignano. Un progetto per entrare in contatto con le proprie capacità, socializzare e aumentare l’autostima.
E’ stata quindi portata la testimonianza di Passignano dove opera la Compagnia Umbra della Salute, i cui progetti sono tesi alla partecipazione attiva alla vita sociale ed alla loro inclusione nel tessuto locale. Da Agello è giunta l’esperienza della Cooperativa sociale di tipo B Nuova Alba e dei suoi percorsi terapeutico-riabilitativi finalizzati anche all’inclusione lavorativa. Da Paciano è arrivata invece la voce di Frontiera Lavoro che insieme al Comune sta conducendo con soddisfazione il laboratorio di tessitura Arts&Crafts, un progetto terapeutico sui saperi patrimonializzati come appunto il lavoro al telaio, svolto all’interno di uno spazio museale. Da Città della Pieve infine la testimonianza di Terrarte e dei suoi percorsi terapeutici svolti all’interno dei laboratori artistici come ad esempio la lavorazione della ceramica.


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