(UMWEB) Spoleto. Il 4 Novembre di quest’anno viene a cadere nel centesimo anniversario della fine della Grande Guerra. Il sindaco Umberto de Augustinis, intervenuto stamani in piazza Garibaldi alle cerimonie per la celebrazione della Giornata delle Forze Armate e dell’Unità nazionale, dopo la lettura del messaggio del Capo dello Stato da parte del Comandante dello Stabilimento Militare di Baiano Colonnello Alessandro Primavilla, ha pronunciato un discorso in cui ha sottolineato come “oggi, cento anni dopo, ricordiamo e ricorderemo sempre la generosità di quei componenti delle forze armate” e ha ribadito anche come “Spoleto è affezionata fortemente alle Forze armate presenti da tempi lontani sul suo territorio, ne apprezza il quotidiano sforzo, sa quanto sia importante avere un presidio efficace in tutti i casi di sciagure naturali, avendone apprezzato l’impegno anche nel soccorso dopo il sisma e ritiene fondamentale onorarle assicurando loro una sinergia di lunga scadenza a tutela e prevenzione della sicurezza di ognuno.
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Le cerimonie sono cominciate alle ore 11 in piazza Giuseppe Garibaldi con l’Alzabandiera e la Resa degli Onori da una Schierante in Armi del 2° Btg Granatieri “Cengio”. Presente la Banda musicale “Città di Spoleto”. Poi, a Colle Attivoli, deposizione di corone di alloro e resa degli Onori da una Schierante in Armi del 2° Btg Granatieri “Cengio” di fronte al Monumento ai Caduti.
Poi nel pomeriggio al Teatro Nuovo “Gian Carlo Menotti”, il concerto, dal titolo “Spoleto ricorda la Grande Guerra”, con la Banda Musicale “Città di Spoleto” Direttore Angelo Silvio Rosati | Direttore dei Cori Mauro Presazzi, I Cantori di Cannaiola Coro Città di Trevi, l’ensemble “Canto ergo Sum” di Spoleto e il Coro dei Laudesi Umbri di Spoleto. Note introduttive di Carlo Pagliucci. Narratore Stefano de Majo.
Tra le altre iniziative ieri, sabato 3 novembre, alla Biblioteca Comunale “G. Carducci” di palazzo Mauri, è stato presentato il libro di Carlo Pagliucci “Memorie Storiche d’Italia nei canti della Patria”. Sono intervenuti il Generale B. (Aus.) dell’Esercito Mario di Spirito, l’autore e l’assessore alla cultura Ada Spadoni Urbani. L’intermezzo musicale è stato curato dal Gruppo Ottoni “Girolamo Fantini” di Spoleto.
Nel programma delle celebrazioni, fino al 29 novembre, al Cinéma Sala Pegasus e Cinéma Sala Frau, ogni giovedì, ad ingresso gratuito, si tiene una rassegna cinematografica sui film della Grande Guerra.
Quello che segue è il discorso integrale del sindaco de Augustinis:
Il 4 novembre 2018, Giornata nazionale della Unità nazionale e delle Forze armate, è una data importantissima, perché segna cento anni dalla fine della grande Guerra, collocata al 4 novembre 1918.
Solo un anno prima, nell’agosto 1917, con un ultimo, accorato appello ai capi dei popoli belligeranti, Benedetto XV aveva invitato alla “cessazione di questa lotta tremenda, la quale, ogni giorno più, apparisce inutile strage”.
La conclusione del grande conflitto, come è noto, fu la premessa di un altro immane conflitto, alla vigilia del quale un altro Papa, Pio XII pronunciò le parole “È con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada. E gl’imperi non fondati sulla Giustizia non sono benedetti da Dio. La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la vogliono. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”.
In effetti, l’alba del 4 novembre 1918 e la lettura del bollettino della Vittoria da parte del Generale Armando Diaz fu un momento di grande gioia per la ritrovata unità nazionale, con grandi prospettive, per le speranze che essa accendeva, per il ritrovato orgoglio di essere una grande nazione e di avere anche Forse armate fiere e vincitrici. Nello stesso tempo, i danni della guerra, i lutti provocati avevano lasciato dietro di loro un’Italia indebolita nelle forze, facile vittima anche di quella immane pandemia che si sviluppò sul pianeta, a partire dal 1918, infettando circa 500 milioni di persone in tutto il mondo, e provocando il decesso di 50-100 milioni e, cioè, dal tre al cinque per cento della popolazione. La letalità le valse la definizione di più grave forma di pandemia della storia dell'umanità: ha infatti causato più vittime della terrificante peste nera del 1347. Non è un caso che i primi casi di malattia contratta da italiani furono riscontrati nel settembre 1918 sul Fronte.
Per la sola guerra, Spoleto ed i comuni vicini ebbero ben 581 caduti, i nomi dei quali sono nell’albo d’oro della Città, istituito nel 1919 dal Consiglio comunale e in iscrizioni e sacrari militari, uno dei quali all’interno del complesso del Monastero della Stella. E’ impressionante quanti nomi appartengono a caduti degli anni 1917 e 1918! A questi, debbono aggiungersi tutte le vittime della pandemia, le origini della quale è ormai acclarato che vanno considerate effetti collaterali della guerra stessa.
Oggi, cento anni dopo, ricordiamo e ricorderemo sempre la generosità di quei componenti delle forze armate che provenivano da ogni parte d’Italia, spesso neppure si capivano tra loro perché parlavano dialetti troppo diversi, spesso non sapevano né leggere né scrivere, tanto da ricorrere a scrivani o a qualche ufficiale generoso per dare notizie a casa, ma che furono riunite nell’impresa di un conflitto che segnò per sempre la loro vita e quella delle loro famiglie. Gente unita e ammirevole per un grande atto di amore, dunque, ma anche di riconoscimento di una Patria comune, in un frangente drammatico, che ha posto le premesse di tanti sviluppi, sempre meno lontani dai razionali appelli al dialogo di Pio XII, strumento di fondazione delle principali organizzazioni internazionali, nel perenne anelito al ristabilimento ed al mantenimento della Giustizia e che serve a mantenere intatta la solidarietà e la simpatia di tutto il popolo italiano verso le sue Forze armate, anche quando sono inviate fuori dei confini patri in una logica di utilizzo ormai globale contro nuovi tipi di nemici, tanto da essere richieste spesso come “istruttori”, quando sono impiegate con successo a supportare la vita civile di tutti i giorni ed a dare battaglia a chi pone in pericolo la sicurezza, la legalità ed anche il futuro del Paese o delle singole Comunità.
E’ molto importante constatare l’esistenza oggi di un apposito libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, che si preoccupa di disegnare le linee di intervento e costituisce la direttrice cardine per l’utilizzo delle Forze armate.
Spoleto è affezionata fortemente alle Forze armate presenti da tempi lontani sul suo territorio, ne apprezza il quotidiano sforzo, sa quanto sia importante avere un presidio efficace in tutti i casi di sciagure naturali, avendone apprezzato l’impegno anche nel soccorso dopo il sisma e ritiene fondamentale onorarle assicurando loro una sinergia di lunga scadenza a tutela e prevenzione della sicurezza di ognuno.
Viva l’Italia, viva Spoleto e viva le Forze armate.