(UMWEB) Perugia. «I bambini hanno scritto delle lettere ai magi con un’acutezza di intuito che permette loro di cogliere i problemi ancora di più di noi adulti. Ascoltare quello che ci dicono i piccoli è importante anche per chi deve guidare la società.
E’ fondamentale per noi capire cosa nasce e cosa sgorga dal cuore dei bambini: sentimenti di bontà, di pace, di fraternità di cui tutti abbiamo tanto bisogno in questo mondo che spesso è così triste». Lo ha evidenziato il cardinale Gualtiero Bassetti al termine della Sacra rappresentazione dell’arrivo dei magi, domenica pomeriggio 6 gennaio, tenutasi nella suggestiva cornice del complesso architettonico della cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Promossa ogni anno dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare diretto dai coniugi Maria Rita e Gianluca Carloni, l’edizione 2019 della Sacra rappresentazione è stata animata dal gruppo dei figuranti, coordinato da Susanna Casella, delle comunità parrocchiali e Neocatecumenali e del Rinnovamento nello Spirito Santo dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino. La Sacra Famiglia di Nazareth è stata interpretata da Alessandra e Alessio con il loro piccolo Davide di appena due mesi. «Loro rappresentano tutte le nostre belle famiglie», ha commentato il cardinale nel ringraziarle tutte, perché «le famiglie sono le protagoniste del Natale come lo è storicamente la Sacra Famiglia di Nazareth».
La rappresentazione dell’arrivo dei magi, iniziata in cattedrale durante la celebrazione eucaristica, dopo la proclamazione della Parola di Dio e prima della liturgia, si è conclusa sotto le “Logge di Braccio” (all’esterno della cattedrale) con l’adorazione dei magi del bambinello (interpretato dal piccolo Davide) posto in una mangiatoia. In San Lorenzo i magi si sono presentati ai numerosi fedeli ed hanno letto alcune lettere scritte dai bambini di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino. A tutti loro e alle loro famiglie si è rivolto il cardinale Bassetti nell’omelia ricordando chi sono i tre magi venuti da oriente. «Sono delle persone coraggiose – ha detto –, che hanno avuto il coraggio di cercare. Noi, delle volte, ci fermiamo, ci accontentiamo di un giocattolo, di un voto bello a scuola..., mentre i magi avevano l’ansia di cercare qualcosa di più grande, di più bello; un amore che potesse essere di ragione per tutta la loro vita e quando hanno visto il segno della Stella si sono messi in cammino».
«Come i magi – ha proseguito il cardinale – dobbiamo sempre cercare il Signore e offrire anche noi i nostri doni a Gesù. I maggi vanno imitati nella nostra vita, perché nell’offrire l’oro al Bambinello, il dono dell’amore, ci insegnano a voler bene a tutte le persone, anche a quelle che ci sono antipatiche. Questo è molto importante, ragazzi, perché voler bene a tutti è la più grande vittoria della vita, amare e amare sempre. Poi c’è anche tanta sofferenza attorno a noi, ma attraverso l’amore che c’è fra di noi, Gesù risana le nostre ferite. C’è un olio di misericordia e di bontà, l’olio della mirra, che risana tutte le ferite. E poi l’incenso è il segno della preghiera. Come i magi che hanno riconosciuto nel Bambino di Betlemme il Figlio di Dio, noi questa sera siamo qui per fare la stessa scoperta, per incontrare Gesù e per adorarlo. Come i magi che sono tornati a casa cambiando strada, avvisati dall’angelo, non passando da Erode, che voleva uccidere il Bambino, anche nella nostra vita, ragazzi, ci possono essere delle strade cattive, delle strade sbagliate che ci portano da Erode. Date ascolto a quello che vi dicono i vostri genitori, i catechisti, gli educatori, i sacerdoti, i magi leggendo le vostre lettere affinché possiate prendere nella vostra vita delle strade belle che portano ad amare Gesù e i vostri fratelli».