(UMWEB) Spoleto. Specialisti, studiosi, ricercatori, rappresentanti di enti pubblici e istituzioni scientifiche regionali e nazionali, ma anche amici e familiari hanno reso omaggio stamani, in una gremita sala convegni del Complesso Monumentale di San Nicolò, alla figura di Bernardino Ragni, già ricercatore di Biologia animale e professore di Zoologia ambientale e di Gestione faunistica presso l’Università degli Studi di Perugia, scomparso un anno fa.
Ad aprire la prima edizione di Fauna 2019 è stata l’assessore all’ambiente del COmune di Spoleto Maria Rita Zengoni che ha sottolineato come la giornata è stata concepita “per ricordare il prof Ragni e il suo contributo alla conoscenza in primis del territorio spoletino e più in generale della Fauna selvatica italiana. Una giornata speciale e importante che spero sia la prima di una serie di appuntamenti dedicati allo studio e all’approfondimento della fauna italiana. È nostra intenzione infatti organizzare annualmente un convegno che consenta di fare il punto sull'avanzamento delle conoscenze scientifiche in materia di conservazione e gestione della Wildlife, proseguendo simbolicamente sulla strada apertaci dal Prof Ragni e continuando così a manifestare il tributo di stima e riconoscenza che la città di Spoleto deve al Suo illustre concittadino”
Fauna 2019 è stata la prima giornata di studio nell’ambito del progetto “La collezione Ragni come strumento per la ricerca scientifica e la memoria storica del patrimonio naturalistico spoletino e umbro”, curato da Comune Di Spoleto, Università degli Studi di Perugia, famiglia Ragni, Studio Naturalistico Hyla, Associazione WildUmbria e cofinanziato dalla Fondazione Carispo.
Tra gli interventi della giornata quello del Presidente della Fondazione CARISPO S. Zinni. Poi si sono succeduti M. Hanke che ha parlato del rapporto tra l’Accademia degli Ottusi e Bernardino Ragni, C. Marcucci, F. Libori che ha parlato di Bernardino Ragni, l'uomo e il politico. Tra gli interventi: “La Collezione Ragni come strumento per la ricerca scientifica e la memoria storica del patrimonio naturalistico spoletino e umbro” a cura di A. Manni, F. Ragni, C. Ragni. “Bernardino Ragni e il "gatto selvatico del vecchio mondo": un patrimonio di conoscenze da valorizzare e implementare” a cura di A. Sforzi, Museo di storia naturale della Maremma, “Il genere Martes in Italia: nascita e sviluppo di una ricerca morfologica e genetica integrata” a cura di F. Vercillo di WildUmbria, “Status del lupo in Umbria e prospettive future” di L. Convito della Regione Umbria, “Le Aquile di Bernardino Ragni” a cura di M. Magrini dello Studio Oikos, “La gestione del cinghiale nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini” di E. Cordiner dello Studio LEA, “Danni da fauna selvatica ed il possibile ruolo di Wildlife Economy Nuovo Paleolitico” a cura di F. Cenci del CREA, “Anfibi, rettili e chirotteri dell'Umbria. Dalla conoscenza alla conservazione” di C. Spilinga dello Studio Naturalistico Hyla, “La gestione faunistica in Umbria: il ruolo degli invertebrati” a cura di E. Goretti e G. La Porta dell’Università degli Studi di Perugia, “La Rete ecologica della Regione dell'Umbria” di B. Romano dell’Università dell’Aquila, “La strategia regionale per la biodiversità” a cura di M. Possenti della Regione dell’Umbria. SOno intervenuti anche il giornalista P. Del Re e Antonio Boggia, Università di perugia tramite videomessaggio. Hanno portato i loro saluti lo zoologo Giorgio Boscagli e Nevio Agostini, Presidente parco delle foreste casentinesi.
Bernardino Ragni, già ricercatore di Biologia animale e professore di Zoologia ambientale e di Gestione faunistica presso l'Università degli Studi di Perugia, esperto di biologia e conservazione dei tetrapodi, uso sostenibile e conservazione delle risorse naturali viventi, del paesaggio e del territorio. Autore e coautore di oltre 160 pubblicazioni scientifiche e specialistiche, membro della Species Survival Commission e del Cat Specialist Group dell'IUCN, The World Conservation Union, nonché fondatore della Società di Biologia Ambientale.