(UMWEB) Perugia. Il decoro urbano e il suo ruolo, artistico e sociale, per la e nella Perugia del futuro.
E’ questo il tema di fondo dell’incontro organizzato dal Comune di Perugia e dall'Accademia di Belle Arti in corso di svolgimento questo pomeriggio alla Sala dei Notari di Palazzo dei Priori.
Il convegno è un’occasione di confronto tra esperti e istituzioni su quanto è stato fatto, ma anche un momento di stimolo, grazie al contributo di tecnici, artisti, operatori pubblici, rappresentanti istituzionali.
Ad aprire il dibattito, portando i saluti dell’Amministrazione Comunale di Perugia, è stato l’assessore Massimo Perari il quale ha chiarito la ratio sottesa all’iniziativa, ossia fare il punto su quanto fatto a Perugia sul tema del decoro negli ultimi anni, raccogliendo nel contempo le idee degli ordini professionali e della società civile.
Perari ha ricordato che la parola decoro nasce dal termine latino “decor”, che significa “ciò che è ben fatto”. Per Vitruvio decoro è l’opera libera da tutti i difetti con un valore, dunque, riconosciuto da tutti.
Partendo da questi presupposti terminologici, si innesta il decoro urbano, legato indissolubilmente ad un’idea di città: “a Perugia – sostiene Perari – non siamo all’anno zero perché negli anni di sono susseguiti vari interventi migliorativi, con ciò ribaltando una tendenza, in voga 30-40 anni fa, di scarsa attenzione per questo tema. Oggi come allora l’argomento è molto attuale perché la vivibilità dell’ambiente in cui viviamo è fondamentale”.
Sul decoro, ad esempio, si è lavorato con una nuova illuminazione sostenibile grazie alla progressiva sostituzione dei punti luce obsoleti con quelli di ultima generazione molto più efficienti e performanti. Su questo versante si sta ancora intervenendo per giungere alla fine ad una completa riqualificazione della città, senza escludere alcuna frazione.
Altri progetti voluti dall’Amministrazione – segnala l’assessore – sono la riqualificazione delle rotatorie e delle aree verdi; grazie al censimento di tutte le zone verdi di Perugia, che ha permesso di avere un quadro preciso della situazione esistente, sono partiti bandi per favorire l’adozione dei parchi da parte delle associazioni e delle imprese. Una scelta che ha riscontrato un certo grado di successo e che è espressione del principio di sussidiarietà. Ormai prossimo alla partenza (aprile 2019) è il progetto sperimentale per la nuova segnaletica turistica, finora inadeguata al bisogno; si tratta di un’opportunità fondamentale per mettere al servizio dei tanti visitatori informazioni utili per raggiungere i numerosi monumenti che arricchiscono il volto di Perugia.
E poi non si può dimenticare la valorizzazione della street art, forma d’arte che, ad esempio, ha trovato spazio in un sottopasso di Ponte San Giovanni grazie alla collaborazione tra Comune ed Anas. “Ciò perché, per avere una città bella serve il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni e degli imprenditori. In un momento di perdurante crisi economica, come quello che stiamo vivendo, è necessario che tutti diano il loro contributo per migliorare l’ambiente in cui viviamo. Un contributo che può rilanciare lo sviluppo turistico a patto di poter contare su infrastrutture e trasporti adatti al bisogno”.
A portare i saluti dell’Accademia di Belle Arti è stato il direttore Emidio De Albentiis il quale ha auspicato che l’incontro di oggi non sia occasionale, ma il primo di una lunga serie.
Ad aprire la lunga serie di interventi è stato l’imprenditore Brunello Cucinelli, più volte citato da Perari in virtù della generosità dimostrata per i finanziamenti dei restauri del Teatro Morlacchi e dell’Arco Etrusco. Secondo Cucinelli la società ha vissuto un trentennio di crisi di civiltà, in cui si è curata la parte fisica dell’essere umano, ma non gli ideali.
Ciò ha messo in difficoltà le nostre anime ed è su questo tema, oggi, che si deve lavorare.
L’atmosfera in cui viviamo, infatti, è intrisa di rabbia, intolleranza ed inquietudine non si sa bene verso chi, amplificata peraltro dai social network, ove tutto è consentito.
Di fronte a questo quadro, occorre ripartire da come possiamo sentirci custodi migliori perché è nostro dovere, come dicevano i greci nell’antichità, lasciare una città migliore di come l’abbiamo ricevuta.
Secondo Cucinelli noi viviamo in luoghi speciali, ma dobbiamo saperli valorizzare diventando custodi di essi; perché se tutti domani decidessimo di custodire un piccolo pezzo della nostra città, riusciremmo a fare qualcosa di grande.
L’imprenditore ha suggerito poi di tornare a progettare a 360° senza sottostare alle regole di mercato, bensì favorendo il rispetto del cosiddetto “genius loci”. Progettando si potrà anche sbagliare, questo è naturale, ma consapevoli che gli errori sono di tutti e non solo delle Istituzioni come troppo spesso si è portati a dichiarare. Insomma – dice Cucinelli – bisogna imparare ad avere stima e rispetto del lavoro altrui, perché in questo modo si può partire davvero per migliorare le nostre città, cominciando dalle periferie, dove vive il 70% della popolazione, che devono tornare ad essere amabili.
In conclusione Cucinelli ha rilanciato una sue idea: organizzare, magari nella parte finale del mese di agosto, una settimana della custodia, ove tutti i cittadini avranno il compito di prendersi cura delle rispettive proprietà.